venerdì 19 marzo 2021

Quando mi allenavo con un coltello

Ai bei tempi della pratica studiai il combattimento col coltello (spoiler: chi ha il coltello vince ) ed, essendo meticoloso, acquistai un tanto. Un pochino per avere un'arma nel solco della tradizione orientale ed un poco perchè è uno splendido coltello a lama fissa senza tsuba (guardia) che lo rende estremamente manovrabile. Il tanto arrivato aveva un filo mediocre ma un' ottima punta, lo usavamo con l' accortezza di tenere il filo verso il basso nei movimenti di attacco diretti.

Per i curiosi: prima di utilizzare una quest'arma ci si allenava centinaia di volte con un coltello di legno, (una punta di legno fra le costole fa comunque un male boia).

Veniva utilizzato solo da me e dal mio socio, ognuno dei quali era, senza modestie, bravo ed attentissimo. Una terza persona aveva chiesto di allenarsi in quel modo ma al primo taglietto aveva desistito non per la ferita, in se stessa ridicola, ma per lo sforzo mentale richiesto.

Gli attacchi comunque erano dichiarati (ma tirati alla massima velocità) e si esaurivano al primo colpo, quindi si, erano falsati.

In ogni caso vedere una lama che arriva velocissima verso la pancia è una cosa impressionante.

Il mio socio ed io eravamo l'unico team che in dimostrazione usava un tanto vero a piena potenza. Mi ricordo in una palestra quando mi sfuggì l'arma che si piantò in piedi nel parquet.

Attimo di silenzio ed applausi a raffica.

La pratica così eseguita mi ha convinto che la difesa da coltello, come già detto, è roba che funziona solo se: si è fra i cinque al mondo che veicolano il ki. si ha un colpo di fortuna e si riesce ad entrare subito devastando l'attaccante, l'aggressore è scarso. Guardano il lato positivo della pratica si impara a vendere cara la pelle sempre e comunque e ad utilizzare qualsiasi oggetto come arma.

Per me ribadisco lama fissa, da 20 cm. Ricordando soavemente che anche un coltello da cucina od cacciavite danni ne fanno a iosa.



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