Tutte e nessuna.
L’autodifesa è innanzitutto basata sul concetto di controllo e gestione: controllo della situazione e gestione delle risorse. Dove sono? Con chi sono? Chi è con me e chi è un potenziale pericolo? Posso rischiare? Dove posso trovare aiuto?
E uso della migliore tecnica, come insegnata dal grande maestro Scuotivento: la fuga. Abbandonare le situazioni di pericolo è la tecnica preferita da tutti i soldati esperti, fin dai tempi immemori.
Il maestro mentre si appresta a dimostrare una delle proprie migliori tecniche.
Queste tecniche non possono essere insegnate da nessuna arte marziale, al limite si può seguire quale corso che dia qualche indicazione al riguardo e qualche trucco. Ma se non iniziano dandovi il consiglio di fuggire appena potete, fuggite appena potete.
Per la difesa personale valutare in base al proprio livello di rischio e prepararsi adeguatamente in base anche alle usanze e alle leggi locali: avere sempre dei contatti e dei luoghi di sicurezza, cellulare carico ed eventuale cellulare di riserva con 5€ prepagati, strumenti dissuasori e meno letali (fischietto, peperoncino). In ambienti ad alto rischio (paesi in guerra, per esempio) affidarsi a dei professionisti.
Quello che un’arte marziale può dare è più consapevolezza del proprio corpo, delle proprie capacità e limiti, ma a meno che non si pratichi ad alti livelli (maestro molto serio, quattro o più allenamenti settimanali senza interruzioni, etc) è molto dubbio poterla usare in una vera situazione di pericolo.
Il mio consiglio è di trovare un’arte marziale che piace, il che vuol dire soprattutto un ambiente positivo con un buon maestro (che dosi bene la spinta a migliorarsi senza diventare coercitivo) e dei buoni compagni di corso (miscelando la giusta dose di competitività), e praticarla assiduamente.
Ne guadagnerete prima di tutto in stamina e resistenza, migliorando il rapporto peso-muscoli, la coordinazione dei movimenti e la capacità polmonare.
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