La dinastia Han (漢朝,
汉朝,
Hàncháo) governò la Cina dal 206 a.C. al 220 d.C. Fu
preceduta dalla dinastia Qin e seguita dal periodo dei Tre Regni. La
dinastia Han diede in seguito anche il suo nome alla popolazione
etnica cinese per differenziarsi dalle numerose altre minoranze
etniche presenti in Cina.
Descrizione
La dinastia fondata dalla famiglia Liu
(刘), regnò sulla Cina per
quattro secoli diffondendo la sua influenza sul Vietnam, l'Asia
centrale, la Mongolia e la Corea.
Durante la dominazione Han, il
confucianesimo divenne la filosofia ufficiale di stato, l'agricoltura
e il commercio prosperarono, tanto che la popolazione raggiunse i 50
milioni di abitanti, di cui tre milioni abitavano la capitale
Chang'an长安, di fatto la più
grande metropoli del suo tempo.
La dinastia Han si divide in due
periodi: il primo detto "dinastia degli Han anteriori"
(Qian Han 前汉) o anche
dinastia Han occidentale (Xi Han 西汉)
fiorì dal 206 a.C. - al 9 d.C. ed ebbe come capitale Chang'an. Il
secondo periodo è definita "dinastia degli Han posteriori"
(Hou Han 后汉) o anche
"dinastia Han orientale" (Dong Han 东汉)
dal 25 d.C. - al 220 d.C. con capitale Luoyang, più a est rispetto a
Chang'an, da cui il nome dinastico. Tra il 9 ed il 24 d.C. regnò per
breve tempo la dinastia Xin. Attualmente si predilige la distinzione
tra orientali-occidentali per evitare confusione con la
meno nota dinastia degli "Han posteriori" del periodo delle
Cinque Dinastie e dieci Regni, sebbene gli storici cinesi, come Sima
Guang, abbiano utilizzato l'altra distinzione.
Durante la dinastia Han si ebbero
grandi progressi intellettuali, letterari, artistici e scientifici.
Fu perfezionata la scoperta della carta tanto da poterla utilizzare
quale supporto per la scrittura e soppiantare così il precedente
sistema su seta o su piccole liste di bambù.
Durante questa dinastia visse il più famoso storico cinese, Sima Qian司马迁 (145 a.C. -87? a.C.), il cui Shiji史记 o Memorie Storiche fornisce tavole genealogiche, biografie e cronache dai tempi dei sovrani leggendari fino ai tempi dell'imperatore Wudi 汉武帝(141 a.C.- 87 a.C.).
Durante questa dinastia visse il più famoso storico cinese, Sima Qian司马迁 (145 a.C. -87? a.C.), il cui Shiji史记 o Memorie Storiche fornisce tavole genealogiche, biografie e cronache dai tempi dei sovrani leggendari fino ai tempi dell'imperatore Wudi 汉武帝(141 a.C.- 87 a.C.).
La forza militare della dinastia Han
permise all'impero di espandersi a occidente nella pianura desertica
del Tarim, dove erano situate le città-stato e i principati dei
Tocari, Saci e Sogdiani nella provincia del Sinkiang-Uigur
attualmente di etnia prevalentemente uigura. In questo modo la via
della seta veniva resa sicura fino al Pamir, ai confini con la
Battriana nell'odierno Afghanistan.
Anche il Vietnam settentrionale e la Corea furono invasi dagli eserciti Han. In questo periodo si sviluppa il sistema di tributi in base al quale stati periferici indipendenti o semi-indipendenti pagano una sorta di omaggio formale di sottomissione alla Cina, inviano doni e stabiliscono sistemi di commercio regolato, in cambio della pace e del riconoscimento alla legittimità al governo locale. Anche l'invio di principesse cinesi servì a mantenere l'equilibrio diplomatico con i vicini, soprattutto con le tribù e le confederazioni nomadi del nord, in particolare con i Xiongnu e i Wusun.
Anche il Vietnam settentrionale e la Corea furono invasi dagli eserciti Han. In questo periodo si sviluppa il sistema di tributi in base al quale stati periferici indipendenti o semi-indipendenti pagano una sorta di omaggio formale di sottomissione alla Cina, inviano doni e stabiliscono sistemi di commercio regolato, in cambio della pace e del riconoscimento alla legittimità al governo locale. Anche l'invio di principesse cinesi servì a mantenere l'equilibrio diplomatico con i vicini, soprattutto con le tribù e le confederazioni nomadi del nord, in particolare con i Xiongnu e i Wusun.
La fondazione della dinastia
Dopo appena tre mesi dalla morte di Qin
Shi Huang si diffusero in tutto l'impero rivolte contadine,
ribellioni da parte di prigionieri e di militari e congiure da parte
dei discendenti delle famiglie nobili del periodo degli Stati
Combattenti. Questi attacchi portarono alla caduta della dinastia Qin
nel 206 a.C..
Tra i capi delle rivolte si mise in
luce Xiang Yu, già comandante militare oltre che discendente della
nobiltà dello stato di Chu, che si appoggiò alle vecchie strutture
nobiliari pre-Qin. Mentre al sud Xiang Yu sconfiggeva l'esercito
inviato a contrastarlo Liu Bang a capo di una rivolta contadina
entrava nella capitale, deponeva l'ultimo sovrano della dinastia Qin
e abrogava tutte le leggi più efferate promulgate contro i
contadini.
All'arrivo nella capitale dell'esercito
di Xiang Yu la città fu saccheggiata, la biblioteca imperiale
bruciata e Xiang Yu si autoproclamò Sovrano egemone di Chu
Occidentale (utilizzando una terminologia che si discostava dal
titolo imperiale di "huangdi" e riproponeva una
terminologia del tardo periodo Zhou) dando a Liu Bang il titolo di
Sovrano di Han, dal nome di uno dei diciotto regni in cui
intendeva suddividere l'impero. Liu Bang allora raccolse attorno a sé
tutti i capi delle rivolte che non accettavano l'egemonia di Xiang Yu
e cominciò una guerra civile che si protrasse fino al 202 a.C.
quando Xiang Yu, accerchiato nell'attuale provincia dell'Anhui, dopo
la battaglia di Gaixia si suicidò.
Alla fondazione dell'impero Han si
assistette a un mantenimento dei governatorati e dei distretti di
epoca Qin, sotto controllo imperiale, ma anche all'introduzione
contemporanea di una serie di stati, detti guo, che ricordavano la
ripartizione territoriale del periodo degli Stati Combattenti posti
sotto la sovranità ereditaria dei capi delle rivolte anti-Qin.
Già nel 196 a.C. gli stati indipendenti furono ridotti a uno, tre per l'eliminazione del sovrano per mano imperiale, e tre per esautorazione e sostituzione di tutti i sovrani con principi di famiglia imperiale.
Già nel 196 a.C. gli stati indipendenti furono ridotti a uno, tre per l'eliminazione del sovrano per mano imperiale, e tre per esautorazione e sostituzione di tutti i sovrani con principi di famiglia imperiale.
Il consolidamento dell'impero
Alla morte di Liu Bang, chiamato da
allora Gao Zu, l'Imperatrice vedova Lü Zhi sterminò tutte le
altre mogli e concubine, oltre che alla quasi totalità dei suoi
figli avuti con altre donne e mantenne il dominio a corte durante il
regno dei due Han Shaodi e di Han Huidi.
Durante i regni di Han Huidi e Han
Jingdi si assistette anche a un breve ritorno dell'ideologia legista
e ad un rifiorire a corte del Taoismo.
Solo dopo la morte dell'imperatrice
vedova, tutti i suoi parenti furono sterminati o sollevati dalle
cariche e fu posto sul trono Han Wendi che, come l'imperatore Han
Jingdi, si trovò a confrontarsi con sempre crescenti difficoltà
causate dagli stati indipendenti in seno all'impero. La situazione
esplose nel 154 a.C. quando Liu Bei, sovrano dello stato di Wu, si
mise a capo di una ribellione detta la Rivolta dei Sette Regni,
presto repressa, da parte degli stati, pur retti da familiari dello
stesso clan imperiale, contro l'impero.
Wudi
Il regno di Wudi segnò una svolta
nell'impero Han: un regno segnato da un forte espansionismo e con
imponenti masse di cinesi inviate a popolare la regione dell'Ordos.
Tra le conquiste possiamo annoverare: a nord, nel 129 a.C. i Xiongnu,
a ovest, nel 101 a.C. l'esercito si spinse fino alla valle del
Sir-darya nella regione di Fergana, a est nel 106 a.C. la Manciuria
meridionale e la Corea, a ovest, nel 109 a.C. i regni di Yelang e
Dian (nell'attuale Yunnan), a sud nel 111 a.C. il regno vietnamita di
Nan Yue.
Fu intrapresa in aree estese ed aride
una grande attività di scavo di canalizzazioni e di irrigazione. Nel
129 a.C. fu completato un canale di più di cento chilometri che dal
fiume Wei, su cui sorgeva la capitale, conduceva allo Huang He, il
fiume Giallo. Gli stati interni all'impero furono svuotati di
potere: i funzionari non furono più scelti dai sovrani locali ma
imposti dalla corte imperiale, un nuovo sistema di successione
obbligò gli stati a frazionarsi in unità sempre più piccole,
mentre molti furono semplicemente sciolti con l'accusa di scarsa
lealtà.
Per indebolire la classe dei mercanti,
in rapida ascesa, oltre che per incamerare nelle casse imperiali le
somme necessarie per l'espansione, Han Wudi trasformò i commerci
principali (alcol, sale, ferro e il conio delle monete) in monopoli
di Stato. Contemporaneamente vietò la compravendita terriera ai
mercanti, senza però riuscire ad impedire l'instaurarsi di una
classe di proprietari latifondisti.
Il modello statale e imperiale di Han Wudi divenne la base
politica e ideologica fondante di quasi tutta la successiva
tradizione cinese, l'impero ora poteva guardare sé stesso non più
come a uno stato tra barbari ma come una fonte di ordine e
regolamentazione di tutte le terre conosciute e come origine della
legittimità di tutti i sovrani cui veniva in contatto.
Fu con Han Wudi che il confucianesimo
ottenne la sua definitiva vittoria sulle altre filosofie sociali
cinesi e si impose a corte e nel paese.
L'apparato amministrativo
Dall'imperatore dipendevano i Tre
duchi: il Gran Maresciallo, da cui dipendeva l'esercito, il Gran
Consigliere, da cui dipendeva l'amministrazione civile e i nove
dignitari, e il Gran Censore, da cui dipendevano gli ispettori e
il sistema di controllo dell'amministrazione stessa.
Con Han Wudi la Segreteria, organo di
palazzo formato da eunuchi, assunse un ruolo sempre più importante
nella formulazione delle linee politiche dell'impero. Nessun
funzionario a nessun livello poteva operare nella regione di cui era
nativo. Han Wudi introdusse l'ulteriore norma per cui nessun
funzionario avrebbe mai potuto prestare servizio nella zona d'origine
dell'ispettore regionale (dipendente dal censorato) a lui preposto.
I membri dell'amministrazione venivano scelti tra quanti frequentavano l'università imperiale, taixue太学, o per segnalazione o per essere membri influenti di importanti famiglie.
I membri dell'amministrazione venivano scelti tra quanti frequentavano l'università imperiale, taixue太学, o per segnalazione o per essere membri influenti di importanti famiglie.
La tassazione era basata su due
principali imposte: quella sulla terra, che prevedeva il versamento
di un quindicesimo del raccolto, e del testatico, successivamente
portato da Han Wudi ad un trentesimo. I funzionari e gli
aristocratici erano esentati dalle tasse.
Coll'estendersi delle grandi proprietà
fondiarie, spesso di funzionari e aristocratici o di mercanti che con
essi si erano imparentati o che in qualche misura riuscivano ad
eludere le tasse, il carico fiscale ai danni dei piccoli contadini
andò però aggravandosi sempre più. Ciò provocò un aumento del
potere reale da parte delle grandi famiglie latifondiste, che sempre
più, per mezzo di matrimoni, erano in grado di controllare
funzionari e fazioni a corte, talora appoggiando o lottando contro
altre fazioni di eunuchi.
La via della seta
I traffici lungo la via della seta
rappresentarono l'interscambio commerciale tra l'Impero romano e la
Cina. I beni scambiati erano seta e pietre preziose dalla Cina e
vetro, avorio, argento e incenso dall'Impero romano. Era nota anche
una via marittima che portava dal Nilo alla costa africana e, di lì
sfruttando gli alisei, in India. Dall'India, circumnavigando la
penisola malese, si poteva arrivare alla foce del Zhu Jiang珠江,
o Fiume delle Perle. In quell'area sono state trovate monete romane.
Nel Hou Hanshu (Storia degli Han Occidentali) è registrato
l'arrivo di un'ambasciata da Da Qin (come era nota Roma a quel
tempo in Cina) da parte del sovrano romano An Dun (Antonius?
il candidato più probabile è Marc'Aurelio che si fece chiamare
anche col nome del suo predecessore Antonino Pio, in forma di
rispetto).
L'ambasciata raggiunse Luoyang nel 166
e fu ricevuta alla corte dell'imperatore Han Huandi, ma la sua
provenienza fu messa in dubbio a causa dei modesti doni offerti, per
lo più di origine indiana e africana. Ovviamente la missione
potrebbe essere stata realmente proveniente dall'impero romano, del
tutto ignaro dell'uso del sistema di tributo in uso presso la corte
cinese.
Sporadici contatti, ancora dubbi, sono
segnalati in Afghanistan tra truppe cinesi e truppe romane mercenarie
al soldo di signori locali, forse sbandati dopo la sconfitta di Marco
Licinio Crasso.
Ulteriori tentativi cinesi di mettersi
in contatto con l'impero romano, con ambasciatori che giunsero fino
alle sponde del Mar Nero o del Mar Caspio, furono fatti fallire dai
Parti che avevano tutto da perdere, dato il loro vantaggioso ruolo di
intermediatori nel commercio intercontinentale.
I primi monaci buddhisti raggiunsero la
Cina attraverso la via della seta durante questa dinastia, ma il loro
impatto fu pressoché nullo. Solo dopo la definitiva caduta dinastica
il Buddhismo si sarebbe diffuso compiutamente.
La dinastia Xin
Una serie di catastrofi naturali
segnarono l'ultima parte della dinastia degli Han Occidentali. Questo
faceva ritenere che il Mandato del Cielo tian ming potesse
essere stato ritirato, e che una nuova dinastia fosse imminente.
Una spaccatura in seno al
confucianesimo fu dovuta a un ritrovamento, dietro un muro della casa
di Confucio, di suoi testi scritti in grafia antica, guwen,
cioè nello stile del piccolo sigillo, precedente alla grafia
di epoca Qin. Questi testi differivano lievemente dagli stessi
riscritti a memoria dopo il rogo dei libri decretato da Qin Shi
Huang.
Liu Xin (32 a.C.-23 d.C.), confuciano e
bibliotecario imperiale, sponsorizzò la lettura razionalista dei
testi in grafia antica, mentre altri filosofi mantennero la
tradizione della grafia nuova e la lettura esoterica. Liu Xin
appoggiò Wang Mang il quale riuscì a prendere il potere e a
proclamare nel 9 d.C. una nuova dinastia, la dinastia Xin (9 d.C.-24
d.C.), che sarebbe stata sconfessata da tutta la storiografia
ufficiale successiva che avrebbe visto in Wang Mang il prototipo
dell'avido usurpatore.
Le riforme intraprese da Wang Mang
furono radicali: la schiavitù fu abolita, così come il latifondo,
le terre statalizzate e distribuite in piccoli appezzamenti secondo
il sistema jintian dei Campi a pozzo, la moneta antica fu
svalutata, l'oro reso di proprietà statale e distribuite monete di
nuovo conio (a imitazione di quelle degli Stati Combattenti) a valore
del cambio sopravvalutato. I monopoli di stato furono estesi a
includere i prodotti delle montagne e dei fiumi e il controllo dei
granai di cereali per la calmierazione dei prezzi changpingcang.
La riforma fu un totale insuccesso: i
funzionari che avrebbero dovuto realizzarla erano gli stessi che ne
avrebbero patito le maggiori conseguenze.
Con il proseguire delle catastrofi
naturali, compresa l'esondazione dello Huang He che si divise in due
rami a est dello Shandong andando a sfociare parte nel Golfo di Bohai
e parte nel Mar Giallo, si svilupparono anche movimenti di rivolta.
Nello Shandong si formò l'esercito dei
Sopraccigli Rossi, Chimei (dal colore con cui si tingevano le
sopracciglia per incutere terrore e distinguersi dai soldati di Wang
Mang ), mentre nel Hubei e nel Henan si organizzò l'"Esercito
del Bosco Verde", Lülinjun, comandato da membri del clan
imperiale Liu. Nel 23 l'Esercito del Bosco Verde sconfiggeva
un'enorme armata di Wang Mang, che fu ucciso, mentre marciava su
Chang'an. Liu Xuan fu proclamato imperatore ripristinando la dinastia
degli Han Occidentali e scegliendo come nome di era storica Gengshi,
ossia Rinascita.
La dinastia degli Han Orientali
Liu Xuan stabilì nel 23 la capitale a
Luoyang, a oriente dei valichi che portano a Chang'an. Nel 25 la
riportò a Chang'an, ma i Sopraccigli Rossi espugnarono la
città, uccisero Liu Xuan e proclamarono un nuovo imperatore. Liu
Xiu, parente e compagno di Liu Xuan già entro il 29 sarebbe riuscito
a vendicarlo e sconfiggere i Sopraccigli Rossi e, nel 36, a
riconquistare tutte le province dell'impero fissando definitivamente
la capitale a Luoyang.
Liu Xiu divenne così il primo sovrano
degli Han Orientali, passato poi alla storia con il nome di
Guangwudi. Le leggi di Wang Meng furono abolite, fu abbandonato il
sistema dei monopoli e i latifondisti poterono utilizzare manodopera
servile. Alla fine del regno di Guangwudi la popolazione era di
appena 21 milioni di persone, poco più di un terzo rispetto al
censimento fatto durante l'effimera dinastia Xin. La carestia, le
guerre e i disordini avevano causato una spaventosa crisi di
popolazione. I Xiongnu si stabilirono dentro l'ansa del Huang He
mentre l'Asia centrale riuscì a essere riconquistata e tenuta solo
dal 123 al 150.
La crisi
A partire da Han Hedi (89-105) ci
furono ben otto imperatori che salirono al trono adolescenti o
bambini: ciò permetteva alle famiglie delle madri di esercitare il
potere, mentre a corte a loro si contrapposero gli eunuchi. Nel 147,
con Han Huandi nominato imperatore, la fazione degli eunuchi prese il
potere mandando a morte il reggente Liang Ji e tutta la sua famiglia
allargata.
Le famiglie che fino ad allora avevano
controllato le successioni imperiali si coalizzarono nella Pura
Corrente, qingliu, con lo scopo di rimuovere, declassare o
uccidere gli eunuchi. Nel 166 l'imperatore cominciò a punire gli
appartenenti alla Pura Corrente, ma la sua morte e la successione di
Han Lingdi ancora bambino, impedirono una totale vittoria. Con il
nuovo imperatore si preparò la sconfitta degli eunuchi, ma un loro
colpo di Stato prevenne la mossa e nel 170 furono in grado di
costringere al suicidio il reggente e ad incarcerare funzionari della
Pura Corrente e un centinaio di confuciani dell'università
imperiale. Da allora il potere degli eunuchi fu incontrastato.
Mentre alle frontiere i Xiongnu, i
Xianbei e i proto-tibetani Qiang premevano o insorgevano, nell'impero
esplose nel 184 la rivolta dei Turbanti Gialli, huangjin.
Questo era un gruppo millenaristico imbevuto di ideali taoisti, che
propugnava l'uguaglianza universale, il ritorno alla pace,
l'abolizione della ricchezza, si preoccupava per la cura dei malati e
annunciava il prossimo realizzarsi di una nuova età.
Per domare la rivolta dei Turbanti
Gialli, che arrivarono ad avere un esercito di 350.000 uomini, i
latifondisti ricorsero alla mobilitazione di eserciti mercenari. Una
volta sconfitti i rivoluzionari i nuovi capi militari passarono a
massacrare tutti gli eunuchi nella capitale, deporre l'imperatore Han
Shaodi ed a sostituirlo con Han Xiandi. Nel corso di questi eventi
nel 190 fu incendiata la biblioteca imperiale.
Con il collasso dell'impero,
l'imperatore venne esiliato a Xuchang nello Henan, mentre il potere
reale passava a tre capi militari: Cao Cao, nella regione delle
capitali Han e nel nord della Cina, Sun Quan nella regione
meridionale, mentre il Sichuan passava a Liu Bei.
La dinastia infine cadde nel 220 per
dare spazio al periodo dei Tre Regni in cui le tre aree in cui era
stato ripartito l'impero Han si sarebbero costituite come tre stati
indipendenti e in lotta per la supremazia.
Imperatori della dinastia Han
Nomi Postumi | Cognomi familiari e nomi | Periodo di regno | Ere di governo e loro datazione |
---|---|---|---|
Per convenzione cinese i sovrani Han portano il
nome della dinastia e il nome postumo seguito da di,
imperatore: "Han" + nome postumo + "di"
con l'eccezione di: Liu Gong, Liu Hong, Liu He, Liu Ying, Liu Yi e
Liu Bian
|
|||
Gao Zu (高 pinyin: gāo) | Liu Bang (刘邦 pinyin: liú bāng) | 206 a.C.-195 a.C. | non esiste |
Hui (惠 pinyin: hùi) | Liu Ying (刘盈 pinyin: liú yíng) | 195 a.C.-188 a.C. | non esiste |
Shao (少 pinyin: shào) | Liu Gong (刘恭 pinyin: liú gōng) | 188 a.C.-184 a.C. | non esiste Nota: reggenza dell'Imperatrice vedova Lü |
Shao (少 pinyin: shào) | Liu Hong (刘弘 pinyin: liú hóng) | 184 a.C.-180 a.C. | non esiste Nota: reggenza dell'Imperatrice vedova Lü |
Wen (文 pinyin: wén) | Liu Heng (刘恒 pinyin: liú héng) | 180 a.C.-157 a.C. | Houyuan (后元 pinyin: hòu yúan) 163 a.C.-156 a.C. |
Jingdi (景 pinyin: jĭng) | Liu Qi (刘启 pinyin: liú qĭ) | 157 a.C.-141 a.C. | Zhongyuan (中元 pinyin:
zhōng yúan) 149 a.C.-143 a.C. Houyuan (后元 pinyin: hòu yúan) 143 a.C.-141 a.C. |
Wu (武 pinyin: wŭ) | Liu Che (刘徹 pinyin: liú chè) | 141 a.C.-87 a.C. |
Jianyuan (建元
pinyin: jìan yúan) 140 a.C.-135 a.C.
Yuanguang (元光 pinyin:
yúan gūang) 134 a.C.-129 a.C.Yuanshuo (元朔 pinyin: yúan shùo) 128 a.C.-123 a.C. Yuanshou (元狩 pinyin: yúan shòu) 122 a.C.-117 a.C. Yuanding (元鼎 pinyin: yúan dĭng) 116 a.C.-111 a.C. Yuanfeng (元封 pinyin: yúan fēng) 110 a.C.-105 a.C. Taichu (太初 pinyin: tài chū) 104 a.C.-101 a.C. Tianhan (天汉 pinyin: tīan hàn) 100 a.C.-97 a.C. Taishi (太始 pinyin: tài shĭ) 96 a.C.-93 a.C. Zhenghe (征和 pinyin: zhēng hé) 92 a.C.-89 a.C. Houyuan (后元 pinyin: hòu yúan) 88 a.C.-87 a.C. |
Zhao (昭 pinyin: zhāo) | Liu Fuling (刘弗陵 pinyin: liú fúlíng) | 87 a.C.-74 a.C. | Shiyuan (始元 pinyin:
shĭ yúan) 86 a.C.-80 a.C. Yuanfeng (元凤 pinyin: yúan fèng) 80 a.C.-75 a.C. Yuanping (元平 pinyin: yúan píng) 74 a.C. |
Principe He di Changyi (昌邑王 pinyin: chāng yí) | Liu He (刘贺 pinyin: liú hè) | 74 a.C. | Yuanping (元平 pinyin: yúan píng) 74 a.C. |
Xuan (宣 pinyin: xūan) |
Liu Xun (刘询
pinyin: liú xún)
o Liu Bingyi (刘病已 pinyin:
liú bìngyĭ) |
74 a.C.-49 a.C. |
Benshi (本始
pinyin: bĕn shĭ) 73 a.C.-70 a.C.
Dijie (地节 pinyin: dì
jíe) 69 a.C.-66 a.C.Yuankang (元康 pinyin: yúan kāng) 65 a.C.-61 a.C. Shenjue (神爵 pinyin: shén júe) 61 a.C.-58 a.C. Wufeng (五凤 pinyin: wŭ fèng) 57 a.C.-54 a.C. Ganlu (甘露 pinyin: gān lù) 53 a.C.-50 a.C. Huanglong (黃龙 pinyin: húang lóng) 49 a.C. |
Yuan (元 pinyin: yúan) | Liu Shi (刘奭 pinyin: liú shì) | 49 a.C.-33 a.C. |
Chuyuan (初元
pinyin: chū yúan) 48 a.C.-44 a.C.
Yongguang (永光 pinyin:
yŏng gūang) 43 a.C.-39 a.C.Jianzhao (建昭 pinyin: jìan zhāo) 38 a.C.-34 a.C. Jingning (竟宁 pinyin: jìng níng) 33 a.C. |
Cheng (成 pinyin: chéng) | Liu Ao (刘骜 pinyin: liú áo) | 33 a.C.-7 a.C. |
Jianshi (建始
pinyin: jìan shĭ) 32 a.C.-28 a.C.
Heping (河平 pinyin: hé
píng) 28 a.C.-25 a.C.Yangshuo (陽朔 pinyin: yáng shùo) 24 a.C.-21 a.C. Hongjia (鸿嘉 pinyin: hóng jīa) 20 a.C.-17 a.C. Yongshi (永始 pinyin: yŏng shĭ) 16 a.C.-13 a.C. Yuanyan (元延 pinyin: yúan yán) 12 a.C.-9 a.C. Suihe (隋和 pinyin: sūi hé) 8 a.C.-7 a.C. |
Ai (哀 pinyin: āi) | Liu Xin (刘欣 pinyin: liú xīn) | 7 a.C.-1 a.C. | Jianping (建平 pinyin:
jìan píng) 6 a.C.-3 a.C. Yuanshou (元寿 pinyin: yúan shòu) 2 a.C.-1 a.C. |
Ping (平 pinyin: píng) | Liu Kan (刘衎 pinyin: liú kàn) | 1 d.C.-6 | Yuanshi (元始 pinyin: yúan shĭ) d.C. 1-6 |
Ruzi (孺子 pinyin: rú zi) | Liu Ying (劉婴 pinyin: liú yīng) | d.C. 6-9 |
Jushe (居摄
pinyin: jū shè) febbraio d.C. 6 - ottobre d.C. 8
Chushi (初始 pinyin: chū
shĭ) novembre d.C. 8 - gennaio 9 |
Dinastia Xin (9-23 d.C.)
|
|||
Continuazione della dinastia Han
|
|||
Gengshi (更始 pinyin: gèng shĭ) | Liu Xuan (刘玄 pinyin: liú xúan) | 23-25 | Gengshi (更始 pinyin: gèng shĭ) 23-25 |
Dinastia Han Orientali 25 - 220
|
|||
Guangwu (光武 pinyin: gūang wŭ) | Liu Xiu (刘秀 pinyin: liú xìu) | 25-57 |
Jianwu (建武
pinyin: jìan wŭ) 25-56
Jianwuzhongyuan (建武中元
pinyin: jìan wŭ zhōng yúan) 56-58 |
Ming (明 pinyin: míng) | Liu Zhuang (刘庄 pinyin: liú zhūang) | 57-75 | Yongping (永平 pinyin: yŏng píng) 58-75 |
Zhang (章 pinyin: zhāng) | Liu Da (刘炟 pinyin: liú dá) | 75-88 |
Jianchu (建初
pinyin: jìan chū) 76-84
Yuanhe (元和 pinyin:
yúan hé) 84-87Zhanghe (章和 pinyin: zhāng hé) 87-88 |
He (和 pinyin: hé) | Liu Zhao (刘肇 pinyin: liú zhào) | 88-106 |
Yongyuan (永元
pinyin: yŏng yúan) 89-105
Yuanxing (元兴 pinyin:
yúan xīng) 105-106 |
Shang (殇 pinyin: shāng) | Liu Long (刘隆 pinyin: liú lóng) | 106 | Yanping (延平 pinyin: yán píng) 106-107 |
An (安 pinyin: ān) | Liu Hu (刘祜 pinyin: liú hù) | 106-125 |
Yongchu (永初
pinyin: yŏng chū) 107-113
Yuanchu (元初 pinyin:
yúan chū) 114-120Yongning (永宁 pinyin: yŏng níng) 120-121 Jianguang (建光 pinyin: jian4 guang1) 121-122 Yanguang (延光 pinyin: yán gūang) 122-125 |
Shaodi (少帝 pinyin: shào dì) o Marchese di Beixiang (北乡侯 pinyin: bĕi xīang) | Liu Yi (刘懿 pinyin: liú yì) | 125 | Yanguang (延光 pinyin: yán gūang) 125 |
Shun (顺 pinyin: shùn) | Liu Bao (劉保 pinyin: liú báo) | 125-144 | Yongjian (永建 pinyin:
yŏng jìan) 126-132 Yangjia (阳嘉 pinyin: yáng jīa) 132-135 Yonghe (永和 pinyin: yŏng hé) 136-141 Hanan (汉安 pinyin: hàn ān) 142-144 Jiankang (建康 pinyin: jìan kāng) 144 |
Chong (冲 pinyin: chōng) | Liu Bing (刘炳 pinyin: liú bĭng) | 144-145 | Yongxi (永熹 pinyin: yōng xī) 145 |
Zhi (质 pinyin: zhí) | Liu Zuan (刘缵 pinyin: liú zŭan) | 145-146 | Benchu (本初 pinyin: bĕn chū) 146 |
Huan (桓 pinyin: húan) | Liu Zhi (刘志 pinyin: liú zhĭ) | 146-168 | Jianhe (建和 pinyin:
jìan hé) 147-149 Heping (和平 pinyin: hé píng) 150 Yuanjia (元嘉 pinyin: yúan jīa) 151-153 Yongxing (永兴 pinyin: yŏng xīng) 153-154 Yongshou (永寿 pinyin: yŏng shòu) 155-158 Yanxi (延熹 pinyin: yán xī) 158-167 Yongkang (永康 pinyin: yŏng kāng) 167 |
Ling (灵 pinyin: líng) | Liu Hong (刘宏 pinyin: liú hóng) | 168-189 | Jianning (建宁 pinyin:
jìan níng) 168-172 Xiping (熹平 pinyin: xī píng) 172-178 Guanghe (光和 pinyin: gūang hé) 178-184 Zhongping (中平 pinyin: zhōng píng) 184-189 |
Shao Di (少帝 pinyin: shào dì) o re di Hongnong (弘农王 pinyin: hóng nóng) | Liu Bian (刘辩 pinyin: liú bìan) | 189 | Guangxi (光熹 pinyin: gūang xī) 189 |
Xian (献 pinyin: xìan) | Liu Xie (劉协 pinyin: liú xíe) | 189-220 | Zhaoning (昭宁 pinyin:
zhāo níng) 189 Yonghan (永汉 pinyin: yŏng hàn) 189 Chuping (初平 pinyin: chū píng) 190-193 Xingping (兴平 pinyin: xīng píng) 194-195 Jianan (建安 pinyin: jìan ān) 196-220 Yankang (延康 pinyin: yán kāng) 220 |
Arte della dinastia Han
Se l'arte prodotta dalle dinastie Shang
e Zhou rappresentò compiutamente gli attributi principali dell'arte
cinese, la dinastia Han può essere considerata come la portatrice
del periodo classico, capace di delineare quegli elementi stilistici
che diventeranno modelli di riferimento nell'età seguenti, dei Tang,
Song, Ming.
Questa significativa fertilità
culturale ed artistica venne raggiunta grazie alla formazione di
un'unità politica, militare ed economica.
L'opera più grandiosa risultò la
Grande muraglia, che ebbe il duplice effetto di proteggere i cinesi
dai Mongoli e nello stesso tempo di compattarli e di spingerli verso
una espressione artistica omogenea.
Nell'antica capitale Chang'an sono
stati rinvenuti, nella seconda metà del Novecento, resti
architettonici risalenti al periodo Han, come anche reperti scultorei
derivati dai sepolcri a tumulo ricoperti di lastre pietrose ed in
terracotta. Questi reperti, per lo più costituiti da tavolette
incise oppure a forma di rilievo bassissimo che risolve in effetti
pittorici la prospettiva del volume reale dei corpi, descrivono scene
di vita di corte, quali dame raffinate e dinamiche mentre cavalcano o
conducono carrozze, o ancora contadini a cavallo sullo sfondo di
scenari paesaggistici tipici.
Anche la pittura su tavolette, arrivata
ai nostri tempi in pochi esemplari ma descritta accuratamente nei
documenti storici letterari, ebbe il merito di immortalare le
caratteristiche sociali, oltreché gli usi ed i costumi della florida
ed erudita collettività aristocratica degli Han.
La tecnica pittorica utilizzata venne
riferita dettagliatamente negli ornamenti del sepolcro Wangdu,
rinvenuto nel 1952: la composizione per protocolli prevedeva in
alternanza temi astratti presi dal mondo animale e temi realistici
derivati dall'ambito rurale.
Il corredo funerario è arricchito da
statuette in terracotta, i mingqi, che riproducono sia eventi
e tipi della società Han sia modellini di casa, oltreché da figure
femminili danzanti, vestite in modo raffinato, acconciate da vistose
pettinature e manifestanti sguardi gioiosi.
Se i vasi non si discostarono troppo
dagli stereotipi degli Shang e dei Zhou, gli specchi si distinsero
per incisione e rilievi plastici.
Il gioiello ebbe molta diffusione e
popolarità e venne lavorato con tecniche innovative, quali la
doratura del bronzo, le niellatura, l'aggiunta di pietre e smalti.
La ceramica, pur seguendo i modelli dei
periodi precedenti, sviluppò prodotti aventi una maggiore leggerezza
d un cromatismo tendente al chiaro.
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