Non è un’arte marziale ma un sistema
di combattimento creato quasi a tavolino, senza tradizione secolare,
un po’ come il jet kune do di Bruce Lee che attingeva a varie
scuole comprese la boxe e la scherma occidentali, estrapolandone le
tecniche da lui ritenute più efficaci. Per dirsi “Arte” dovrebbe
coinvolgere anche l’aspetto spirituale e creativo, su vari livelli,
non solo su quello della difesa personale o del combattimento. Poi il
concetto di “completezza” mi sfugge. Di ogni arte marziale solo i
maestri più grandi, e quasi sempre in tarda età, possono dire di
averne compreso l’interezza e la complessità. Ma va bene, se la
vediamo in termini di: ha le leve articolari? È percussiva? Ha la
lotta a terra? Ha le distanze corta-media-lunga? Ha le sue armi
tipiche? Ecc ecc. Tutte hanno un po’ di tutto, alla fine, anche se
poi si specializzano, e tutti i marzialisti dovrebbero saperne un po’
di tutte. Poi dipende da come e quanto si allenano, quanto sono
forti, esperti, reattivi, intelligenti, se hanno tempismo e
strategia. Lì si vede chi la spunta, alla fine.
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