mercoledì 31 agosto 2022

梅花樁 - Mui Fa Jong

Partiamo da tre ideogrammi: 梅花樁.

, /měi/, significa pruno o prugno. L'ideogramma viene da /mù/, albero o legno, e da /měi/, sempre o spesso. Questo secondo ideogramma in origine aveva il significato di 'far crescere le piante', da , erba, e , madre. Il significato di venne distorto. /měi/ è il fonema che si trova in /hǎi/, e prende il suo significato originale da /fán/, moltiplicare o fiorente. In cantonese può essere lètto e trascritto come /muih/.

, /huā/, significa fiore. Ha attinenza con (), /huá/, fiorente. In cantonese può essere lètto e trascritto come /fa/.

, /zhuāng/, significa paletto. La sua forma semplificata è , /zhuāng/, che deriva da /mù/, il legno, e, nella sua forma completa, da /chōng/, il pestello. La sua forma cantonese è /jong/.

Mei Hua Zhuang o Mui Fa Jong, quindi, i Paletti a Fiore di Pruno: parliamo di uno degli attrezzi più rari della pratica del Wing Chun, per molti sconosciuto, per altri un mito da raggiungere. Si tratta di paletti piantati a pentagono nel terreno, oppure installati su una piattaforma di legno, da cui fuoriescono. Di solito sono sei, cinque alle estremità del pentagono, uno al centro della struttura.
La disposizione ricorda il fiore di prugno, di cui metto un'immagine, per far capire bene a tutti di cosa stiamo parlando. Di base si può lavorare su un solo attrezzo, ma poi ci sarà bisogno di metterne uno di fronte all'altro, per passare, infine, ad un insieme abbastanza grande di paletti, per portercisi muovere sopra in tutta tranquillità.
Sull'attrezzo possiamo allenare tutti i tipi di passi, aggiungendo anche tecniche di braccia e/o di gambe, lavorando sulla cordinazione. In ogni caso è bene allenarsi prima da soli, prima di passare ai lavori in coppia. Considerando che lo studio dei passi, si inizia sin da subito, il Mui Fa Jong potrebbe risultare obsoleto. Eppure, al di là del fascino che ha, rappresenta un mezzo molto utile per approfondire il lavoro dei passi e l'equilibrio durante gli spostamenti.
Il lavoro dei passi si esegue sia stando sui paletti, sia muovendosi tra i paletti (ovviamente dipende anche dalla grandezza dell'attrezzo). Inizialmente è bene allenare i passi di base, per poi arrivare ad una pratica libera ed efficace. L'utilizzo dei paletti migliora l'equilibrio e la stabilità della propria struttura. Imparare a muoversi tra i paletti, invece, migliora la capacità di aggirare gli ostacoli, permettendo anche un ottimo allenamento dei calci e di tutte le tecniche di gamba.
La metodologia di allenamento studiata sui pali permette al praticante di acquisire, forzatamente, un formidabile equilibrio nelle posizioni statiche, a scapito, inizialmente, della velocità nei passaggi dinamici. Anche quando è praticato al suolo, mantiene la caratteristica di posizioni statiche dall'equilibrio molto preciso e ricercato. Solo successivamente, come accennavo prima, si passa allo studio del movimento dinamico.
L'utilizzo dei paletti deriva probabilmente dal Nord della Cina, dove è noto un Pugilato del fiore di prugno, che veniva praticato esclusivamente camminando su di un centinaio di pali di legno alti più di due metri ed infissi nel terreno. La derivazione dal Nord è suffragata anche dal fatto che il prugno, in Cina, vive in regioni settentrionali con inverni particolarmente freddi e nevosi. Fiorisce dalla fine dell'inverno, all'inizio della primavera (secondo il calendario lunare cinese), prima di tutti gli altri fiori.
Il fiore di prugno ha molti significati simbolici. I cinque petali simboleggiano l'unione tra la gente (cinque continenti), i cinque elementi, le cinque posizioni, i cinque movimenti, i cinque dragoni sopravvissuti alla distruzione del Tempio. Il fiorire alla fine dell'inverno, con un grande freddo e neve abbondante, simboleggia il coraggio e la resistenza nonostante le difficoltà.
Il rifiorire ogni anno indefinitamente, simboleggia la continuità e la lunghezza della vita. Il prugno fiorisce mentre gli altri fiori si preparano alla fioritura, ma poi lascia loro il posto appena fioriscono. Ciò simboleggia la modestia. Per questi attributi è considerato dai cinesi come simbolo della moralità esistente nell'uomo.

martedì 30 agosto 2022

Alcune regole di buon senso nella ricerca del maestro/scuola






1) Non guardare solo il SiFu...guarda anche i suoi Allievi!
2) Non aver paura di sudare...il sudore aiuta ad imparare!
3) Non guardare le tecniche...perché non esistono!
4) Non aver paura di provare...nulla è prestabilito!
5) Non sentire il dolore...impara a dominarlo!
6) Non isolarti...i Fratelli ci aiutano a crescere!
7) Non scoraggiarti....le difficoltà si superano con l'impegno!
8) Non pensare che l'allenamento finisca in palestra...trai esperienza dalla vita quotidiana e usala nell'allenamento, così come siamo soliti utilizzare l'allenamento per la vita quotidiana!
9) Non essere indifferente....ama ciò che fai, perché la mancanza d'amore fa perdere la voglia di praticare!
10) Non aver paura di colpire il tuo SiFu...sicuramente saprà come difendersi e ti elogerà se ci riuscirai!

Ma soprattutto ricordati che non ci sono regole!

lunedì 29 agosto 2022

身建 - San Ying







Nel Wing Chun Kuen, sin dalle prime lezioni, non si fa altro che parlare di "struttura", eppure si fatica a comprendere il quanto sia importante il concetto di San Ying - 身建 -, passaggio obbligato per raggiungere qualsiasi obiettivo, durante la pratica dell'Arte Marziale. Di solito facciamo riferimento a forme geometriche più o meno complesse per iniziare a spiegare l'assetto strutturale del corpo durante l'esecuzione delle forme, del Chi Sau o del Lat Sau, ma noto spesso in situazioni di stress che le stesse figure non vengono mantenute. Perché?
Manca sicuramente la cosa più importante, l'assimilazione del concetto stesso di "struttura", che non è un dato oggettivo, applicabile in ogni contesto, ma un'indicazione di massima per affrontare i possibili disequilibri in cui possiamo incappare durante l'allenamento, in una perenne ricerca dinamica della stabilità. Certe volte questa ricerca può portare all'immobilismo, non c'è dubbio. Però, attraverso un accurato lavoro di gambe, si può giungere all'obiettivo che ci prefiggiamo: conservare una postura ottimale in movimento, senza mai concedere il nostro equilibrio all'avversario.
Ora, se ci alleniamo su una gamba ovvero ad alzarne una durante le fasi concitate del combattimento, stiamo passando attraverso il tunnel obbligatorio (per noi!) dello studio dell'equilibrio nelle diverse situazioni in cui possiamo trovarci. Grazie a questo lavoro possiamo accedere all'altra porta, quella del "vantaggio posizionale" o "vantaggio di linea centrale", se vogliamo, in cui i movimenti delle gambe vanno aggiunti alla costruzione strutturale appresa in precedenza.
L'allineamento di cui abbiamo bisogno è di tipo scheletrico-tendineo-muscolare, perché niente va lasciato al caso. Dobbiamo imparare a disperdere la forza in arrivo, riducendo la necessità della "forza bruta", rendendo più veloci possibili le reazioni offensive. Chiaramente ogni persona deve cercare la sua struttura, perché non esiste una regola che vada bene per tutti. Ognuno ha caratteristiche fisiche uniche ed il compito di un Maestro è quello di rapportare i principi strutturali generali ad ogni caso particolare. Le posizioni che prendiamo sono sempre relative al fisico ed alla struttura di chi le applica.
Passiamo un momento all'analisi degli ideogrammi che ci interessano, 身建.
[shēn] è la rappresentazione del corpo, ma viene utilizzato anche per intendere genericamente la vita e l'incarnazione. Alcune volte è usato per intendere lo status di una persona. L'ideogramma rappresenta un corpo umano con una bella pancia di una donna incinta. In cantonese è solitamente pronunciato /San/.

[jiàn] significa costruire, stabilire, erigere. Deriva da [yù], la raffigurazione di una mano che regge una penna ovvero la scrittura su carta, e dall'uso fonetico di [yǐn]. In cantonese è solitamente /Gin/ o /Ying/.

Il Wing Chun Kuen non è solo un insieme di tecniche, ma un condensato di concetti e principi, ce lo siamo detti più volte. Quello del costruire il corpo, di trovare l'equilibrio e di ricercare una struttura efficiente è uno degli obiettivi più importanti, perché la base è il cardine più importante su cui costruire una casa. Senza un'ottima base, senza la San Ying, la costruzione di questa struttura corporea di cui parliamo sempre, il Wing Chun Kuen è assolutamente inutile.
Sarebbe bello capire perché ci si preoccupa sempre di ripetere programmi, forme, sezioni, etc. invece di dedicarsi intensamente allo studio della componente più importante per il cammino marziale che ci siamo scelti. Alcune idee in merito mi balenano nella testa da qualche anno, ma sarebbe come sparare sulla croce rossa, quindi desisto. Sarà importante, però, ragionare insieme sugli aspetti di base che costituiscono questa benedetta San Ying...






domenica 28 agosto 2022

Esistono tecniche o arti marziali che possiedono dei colpi concepiti specificatamente per creare lesioni agli organi interni

 



Tantissime, basti pensare al classico montante al fegato (chūdan-uradzuki, nel karate) o alla milza (gedan-uradzuki), ma gli stessi obiettivi possono essere colpiti anche con il ginocchio (hiza-geri) o con il piede (mae-geri, yoko-geri, ushiro-geri…). In generale, se si vogliono danneggiare solo gli organi interni, qualunque colpo al ventre è una buona scelta, mentre i colpi al petto si concludono spesso in una semplice fitta dolorosa e i colpi alla testa tendono a rompere le strutture esterne del cranio (naso, orbite oculari, orecchie, mandibola, zigomi), ma difficilmente danneggiano il cervello.

sabato 27 agosto 2022

Qual è il punto debole di una persona che si allena molto nel Wing chun ma che non ha un compagno di allenamento

 



Una qualità che non si sviluppa è sicuramente il senso di distanza dall'avversario, fondamentale nella gestione del combattimento per sapere come puoi attaccare e come devi difenderti. Ciò implica anche il mancato senso della misura, ossia non si acquisisce la facoltà di sapere tirare una tecnica al meglio della propria efficacia, evitando che non arrivi proprio o che arrivi troppo corta e quindi indebolita.


venerdì 26 agosto 2022

Le lezioni di Wing Chun quanto sono efficaci

 



Da ex praticante di arti marziali e sport da combattimento ed appassionato della materia, posso dirti che tutti i corsi di Wing Chun separati da un rigido allenamento o da una vera e propria pratica, sono inutili. Nei corsi di Wing Chun, nella maggior parte dei casi, non fanno altro che insegnare tecniche ripetitive, spesso con avversari immobili o semi mobili, che sono assolutamente inefficaci e pericolose perché possono rendere più sicura di sé una persona in un contesto pericoloso che poi si troverà a fare degli errori che possono costare caro. Per imparare a difendersi bisogna affrontare la questione a 360°, fare un allenamento vero e proprio, sviluppare il fiato e la resistenza, e anche soprattutto la corsa, che spesso è l'unica vera arma di difesa. Non solo: i movimenti ripetitivi vanno bene quando si è all'inizio e se sono inseriti in un contesto più flessibile dove è prevista l'improvvisazione, la prontezza di riflesso. Altra cosa fondamentale è saper tirare colpi reali, quindi provandoli davanti a un sacco o un avversario che risponde in un combattimento: i colpi all'aria per la difesa servono a ben poco. Ci tengo molto a sottolineare che, a prescindere dalla corrente della scuola, se non si lavora sul corpo, sulla velocità, sulla forza, sulla prestazione, sul fiato, non esiste tecnica che regga in uno scontro reale. In più, per sapersi difendere, bisognerebbe avere delle buone abilità sia di striking (che per definizione sono i colpi che si tirano in piedi, tipo pugni, calci, gomitate, ginocchiate ecc) che di grappling (la lotta corpo a corpo a terra), ma per apprendere in maniera adeguatamente questi due aspetti del Wing Chun servono anni di pratica, e questo solo quando si parla di lotta a mani nude. Se il tuo aggressore possiede un'arma e tu no, beh sicuramente i riflessi e il sangue freddo temprato da una vera pratica possono aiutarti, ma sei svantaggiato e basta, non ci sta magia che tu possa compiere.

Quelli che ne capiscono minimamente del mondo del combattimento serio, ovvero tutto ciò che ha a che fare con l'autodifesa fine a sé stessa è una truffa anche molto pericolosa ai danni di chi vi si affida. Per imparare a difendersi bisogna affiancare ad un serio corso di Wing Chun la pratica di pugilato, kickboxing, MMA, muay thai, jiu jitsu, sambo, ecc. e praticare seriamente.




giovedì 25 agosto 2022

L'anello del Wing Chun per la coordinazione e la fluidità




Un'aspetto fondamentale dell'allenamento, che spesso manca totalmente, è quello della coordinazione e della fluidità dei movimenti.
L'esecuzione della tecnica, oltre ad essere "esplosiva", deve anche essere fluida ed è importante essere sciolti.
Se durante un movimento ci si irrigidisce nel tentativo di essere più veloci o di colpire più forte, avremo il risultato opposto, saremo appunto rigidi e l'esecuzione della tecnica sarà mediocre spesso nemmeno accorgendocene.
Eseguendo un movimento, o ancora meglio una sequenza di movimenti, nel tempo acquisiremo confidenza e riusciremo a muoverci sempre più velocemente, in modo sempre più esplosivo e irrigidendoci sempre meno.
Inoltre non dovendo pensare e ripensare ai movimenti questi diventeranno automatici e riusciremo ad interiorizzarli in modo tale che all'occorrenza riusciremo ad eseguirli senza nemmeno pensarci.
Dopo anni e anni di Arti Marziali se non riusciamo ad interiorizzare quello che studiamo è come non sapere nulla. Possiamo eseguire perfettamente delle tecniche in palestra, in fase di studio o con il compagno, ma in una situazione di reale necessità o siamo in grado di muoverci istintivamente o non riusciremo certamente a pensare, scegliere la tecnica ed eseguirla.
In una situazione di stress il nostro corpo si muove autonomamente come se fosse qualcun'altro a guidarci, quindi intervengono principi, tecniche, sequenze che il nostro corpo ha metabolizzato: la memoria muscolare.
Le forme solo il primo allenamento che porta ad interiorizzare le tecniche, prima singolarmente, poi eseguendole contemporaneamente con i diversi arti e infine coordinando tutto il corpo come avviene per la gestione energetica.
Subito dopo ci sono esercizi di Lat Sao e Chi Sao che puntano proprio a far apprendere meccanicamente sequenze di tecniche in modo tale che rimangano nella memoria muscolare, migliorando la coordinazione e la fluidità e rendendoci più capaci.

mercoledì 24 agosto 2022

Cosa significa il termine "dojo", relativamente alle arti marziali orientali?

 



Letteralmente è il luogo “jō” in cui si segue la via “dō”, praticamente è il luogo in cui la via ha inizio.

Il dojo è uno specchio perché al suo interno difficilmente ci si nasconde da noi stessi, al contempo esso è anche un faro, un luogo a cui rivolgere lo sguardo quando ci si smarrisce.

Il dojo è il luogo in cui la forma diventa sostanza.

Dōjō, 道場, vuol dire "luogo della via", da (dō), via, che poi è lo stesso dō che si trova alla fine delle parole ken-dō (via della spada), jū-dō (via della cedevolezza), karate-dō (via delle mani nude)…; e da (jō), luogo.

Anticamente la parola indicava il luogo in cui i monaci buddhisti meditavano aspirando al raggiungimento dell'illuminazione. Il termine è passato poi, attraverso l'influsso dello Zen, ad indicare il luogo in cui si praticano le arti marziali (che in Giappone, ironia della sorte, è considerato al pari di un santuario shintō, uno dei tanti esempi di sincretismo diffusi nella cultura giapponese).

Prima dei maestri Kanō e Funakoshi, che hanno portato rispettivamente il jūdō e il karate nell'istruzione pubblica, i dōjō erano situati presso castelli e luoghi di culto, in modo da tenere segrete le tecniche.

Nei dōjō, in quanto luoghi dello spirito, oltre che del corpo, sono presenti spesso i butsudan, altari buddhisti, e i kamidana, altarini shintō dedicati al culto di un kami (parola priva di equivalente in italiano, che indica una via di mezzo tra una divinità, un antenato, e uno spirito naturale, in parte assimilabile al concetto di lare romano), spesso lo spirito in cui confluiscono tutti i maestri che hanno insegnato nel dōjō.

In alcuni dōjō, gli allievi puliscono dopo l'allenamento, per rispetto verso chi si allenerà dopo di loro.





martedì 23 agosto 2022

Per vincere bisogna sacrificare i pedoni



Il titolo potrebbe suscitare qualche sorriso ma se si parla di Wing Chun morbido non possiamo fare altro che parlare anche di Wing Chun duro.
Spesso le accademie di Wing Chun concentrano il loro programma sul chi sao, sulla sensibilità, sull'essere leggeri e "delicati". Questo è sicuramente un ottimo allenamento per migliorare le proprie capacità percettive ed imparare a rimanere morbidi e sopratutto flessibili.
Aumentare la propria sensibilità ed imparare ad assorbire le energie che riceviamo però non è l'unico allenamento in cui abbiamo bisogno. Nella realtà i colpi non ci arrivano leggeri e quindi dobbiamo anche essere abituati a reggere l'impatto ed essere potenti senza irrigidirci. Per questo motivo ciclicamente preparo alcune lezioni dove ci si concentra maggiormente sulla potenza dei colpi allenando la forza esplosiva e il condizionamento al dolore.
Nel Wing Chun bisogna imparare a tagliare e spezzare le linee dei colpi intercettandoli, e quindi è fondamentale seguire anche allenamenti di questo tipo oltre quelli per migliorare le proprie capacità percettive.

Diversamente si rischia di diventare morbidi ma completamente inadeguati alla realtà.



lunedì 22 agosto 2022

Obiettivo: il miglior corso di Wing Chun gratuito

Wing Chun: l'Arte Marziale Tradizionale più semplice, completa ...



Ormai sono alcuni anni che il corso di Wing Chun gratuito è aperto, sono molto soddisfatto, ma non basta.
Purtroppo io sono un testardo, non mi accontento facilmente, e anche in questo caso non ho nessuna intenzione di farlo. Quando ho aperto il corso l'idea era quella di fare una cosa seria, molto seria.
Ho dato il via al corso con un programma semplicissimo e schematizzato ed eravamo già in molti. Oggi il programma è molto diverso, e volendo, più "profondo". E' diventato via via sempre più intenso e ho puntato molto sulla qualità delle lezioni.
Non ho aperto un corso per gioco o per essere mediocre. Io voglio che il gruppo sia sempre più grande e più unito. Non voglio fermarmi mai, le arti marziali sono continua evoluzione, non si arriva mai, si va sempre avanti, sempre più lontano. Voglio che il nostro sia il miglior corso di Wing Chun che si possa trovare in circolazione, ma soprattutto aperto a tutti.
Sono molto contento di vedere persone che non hanno mai praticato arti marziali o autodifesa, appassionarsi così tanto a quello che insegno, questo mi fa capire che sto percorrendo la strada giusta. Sono ancora più contento di vedere persone che praticano già arti marziali, appassionarsi ancora di più, questo mi da ulteriori conferme.
E' bello che oggi il gruppo sia composto da persone che in pochi mesi hanno imparato tantissimo e spendono molte energie per migliorare le loro capacità e stare al passo con chi ha più esperienza.
Ma questo non basta, voglio di più, voglio vedere il gruppo continuare a crescere, voglio vedere più guerrieri tra i ranghi, con ancora più energia e che mettono ancora più impegno!
Voglio insegnare cose più complesse, fare allenamenti molto più duri, vedere la concentrazione e l'attenzione negli occhi di chi pratica, voglio percepire l'aria incendiarsi quando ci si allena.


Dove sono i dispersi?
La vita di tutti i giorni ci tende continuamente agguati, ci obbliga ad allontanarci dalle nostre passioni, ci lascia in balia di mille pensieri privandoci a volte totalmente della possibilità di esprimerci e di muoverci come vorremmo. Ma noi dobbiamo resistere!
Molti sono costretti a lasciarci per problemi di lavoro, perché vengono trasferiti, perché devono concentrarsi sulla vita.
Ma molti altri semplicemente si perdono, si trovano dopo mesi a dire "devo tornare", "tornerò non appena avrò fatto quella cosa", "ora devo prima sistemare qui".
A tutti quelli che Pensano invece di Fare. Noi siamo qui e vi aspettiamo, è anche con voi che vogliamo crescere.


Venite e siate molti.






domenica 21 agosto 2022

I peggiori consigli che ho sentito dare nei corsi di autodifesa


 

I soliti, i corsi d'autodifesa al 99% sono dei Ted Talks, qualcuno mi spieghi l'utilità…

Certo, pompare la gente è cosa buona e giusta, o si rischia di subire passivamente, ma stiamo parlando di una situazione in cui devi avere la mente il più fredda possibile, anche perchè per quanto tu possa essere dotato e deficienti gli attaccanti medi per strada, stiamo pur sempre parlando di situazioni ad alto rischio. Io ho praticato negli ultimi 30 anni le arti marziali, non ho perso una sola rissa per strada, eppure se oggi mi ritrovassi in quella situazione, internamente reagirei sempre nella stessa maniera (DIO CHE SCATOLE, ODDIO, ODDIO SPERIAMO NON VENGANO FUORI CASINI TROPPO GROSSI, MADONNA MA LA GENTE NON HA DI MEGLIO DA FARE CHE ROMPERE LE PALLE!!!!), forse potrei collezionare l'ennesima vittoria visto il livello medio del teppista di strada (in palestra ero bravo ma tutt'altro che imbattibile), ma lo stress non ne varrebbe la pena.

Nel dettaglio, i consigli che sento dare in giro che non solo sono a mio avviso tremendi, ma criminali:

  1. Se ti attacca, tutto è lecito! Fallo nero! (e tanti saluti alla legge sull'eccesso di difesa e la decenza in generale).

  2. Sei donna, appena ti toccano, un bel calcio sulle palle! (Allora, sappiamo che le donne non se la passano bene in certi casi, ma se uno ti mette solo la mano sul braccio magari ci limitiamo all'inizio a scostargliela?)

  3. Affondalo bene nella gamba, lo neutralizzerai senza fargli troppo male! (Detto di un coltello che A era un karambit, B nella gamba ci sono arteria femorale e vena safena, auguri).

  4. Usa questa tecnica e non potrai sbagliare! (Certo, perchè il drogato di turno ha fatto lo stesso esercizio simulato con te per tutto questo tempo e sicuramente reagirà come in una situazione controllata).

  5. Dimostra che ce l'hai più duro! (Vabbè, provochiamoli pure, che non sono già abbastanza su di giri…).

  6. Comportati come se lo prendessi in considerazione, ma fagli capire che non ti senti minacciato! (Ottimo consiglio, ma magari aggiungi "E visto che ci sei, allontanati con stile verso l'uscita più vicina).

  7. Metti scarpe coi tacchi, non hai idea di quanto faccia male un pestone coi tacchi! (Certo, perchè tutte le ragazze che conosco, anche quelle fanatiche della moda, mi dicono come sia comodo camminare coi tacchi, immagino come si svolazzi libere in combattimento!).

  8. Un bel calcio sugli addominali e passa la paura, tanto li induriscono istintivamente e quindi prendono solo una botta! (A me durante un allenamento un calcio tirato male ha fatto quasi esplodere la milza, ed ero preparato al colpo e nella mia forma migliore).

  9. Mira sempre alla testa! (Lo ha denunciato un altro prima che lo facessi io).

  10. Marca bene la tua zona d'azione (LA POORTAAAA, PORCA DI QUELLA…!!!!!)

  11. Fate come Michele, un bello sguardo assassino per spaventarli basta e avanza (Buongiorno, mi chiamo Michele Anoardi, sono 204cm*115kg e ho la Death Stare naturale, no bambini, non fate come me, a meno che non abbiate le stesse caratteristiche, e PS, A lo faccio solo quando l'opzione svicolo non è disponibile, B con me ha funzionato il 90% delle volte, il restante 10 sono state botte da orbi).

  12. Andate anche in palestra, vi aumenterà stima e capacità muscolari (Questa era chiaramente una marchetta per la palestra della sua ragazza, oltretutto, l'allenamento da pesi è uno dei peggiori se non lo sai adattare al tuo stile, e ci manca proprio gente con l'autostima alta in giro).

  13. Se è molto più alto di te, carica il baricentro! (e spera che quell'anima bella te lo faccia fare!)

  14. Sì, è valido tirare cose all'avversario (vero, ma poi se lo stendi a distanza spiega tu alla polizia che c'era un rischio legittimo, a meno che non avesse una pistola in mano anche lui).

  15. Sì, anche un principiante può disarmare facilmente un aggressore (Questo secondo me era un talent scout che lavorava per i Darwin Awards).

Dall'alto della mia "esperienza", gli unici due consigli validi sono mantieni sempre il controllo e alla prima apertura, vattene nella maniera più dignitosa che sia disponibile. L'opzione cattiveria tienila solo se veramente non c'è altra opzione, e a meno che tu non sia un talento, mettitela via che un osso rotto o delle brutte escoriazioni sono da mettere in conto, non esiste un combattimento pulito.



sabato 20 agosto 2022

Qual e'l'arte o la tecnica marziale che meglio si adatta ad una situazione riscontrabile nella vita quotidiana, come per esempio un'aggressione in un vicolo o una rissa da bar?

 




L'arte marziale che propone tecniche più versatili per un'aggressione da strada è il Wing tsun kung fu.

Questo è uno stile di corta distanza che utilizza una miriade di colpi, al contrario di altri stili che puntano sulla Potenza del singolo pugno o calcio.

I calci sono bassi e molti di questi rivolti all'inguine (tecniche non contemplate da stili volti alle competizioni) in quanto quelli alti considerati troppo difficili e rischiosi in un contesto da strada.

Contempla pochissime tecniche di presa in quanto in una aggressione da strada è stato osservato che le controtecniche di presa non sono molto efficaci in presenza di un avversario molto forte e determinato.

Ovvio che tutti gli stili di arti marziali possono essere molto efficaci in un contesto di difesa personale reale, ma allo stato attuale solo il Wing tsun adatta le sue tecniche a quello specifico caso e non a regolamenti di gara a volte troppo diversi dalla reale situazione da strada.


venerdì 19 agosto 2022

È vero che le tecniche del Wing Chun non sono applicabili durante vere aggressioni?


 

Quando si pratica arti marziali bisogna distinguere i differenti tipi di "scenario" in cui ci troviamo. Quando l'istruttore mostra delle tecniche e il suo assistente è collaborativo, ci troviamo di fronte a uno scenario, quando eseguiamo una "skill" (un esercizio) con un compagno che può essere collaborativo ci troviamo in uno scenario simile al primo, quando il compagno non è collaborativo ma applichiamo la medesima "skill" lo scenario cambia. Quando si fa dello "sparring" quindi nessuna collaborazione e nessuna tecnica pre-determinata lo scenario cambia ancora, se poi siamo aggrediti in un pub piuttosto che sulle scale, a scuola, in metropolitana e così via gli scenari cambiano ancora e sono molteplici, c'è l'effetto sorpresa, arriva la paura che ti provoca irrigidimento, non c'è un arbitro o un istruttore che ferma "l'incontro", non ci sono regole, ne va della tua vita: in poche parole cambia tutto e non può funzionare ciò che fai in palestra esattamente come lo fai in palestra. Se poi ti alleni male e senza il giusto atteggiamento (mente, corpo e spirito insieme, un tutt'uno) allora non ti serve a nulla in uno scontro reale.

Allora è importante capire che se ti alleni nel modo giusto, in palestra costruisci un "sistema automatico" che ti permette di reagire nel modo migliore ad un'aggressione, ma ciò non significa ne che le tecniche siano applicabili o che non lo siano, probabilmente non farai le stesse cose che fai in palestra, ma magari porterai a casa la pelle, ed è già moltissimo.


giovedì 18 agosto 2022

Ulteriore approfondimento del pugno del Wing Chun e nei pugni a catena




Il pugno del Wing Chun è un colpo molto particolare e ci vuole moltissima pratica per eseguirlo correttamente.
La mia prima lezione di Wing Chun è stata complicata, ho visto questo strano pugno molto diverso dal classico colpo della boxe e della maggior parte delle discipline marziali e onestamente ero decisamente scettico sulla sua efficacia.
Dopo alcuni mesi di pratica ho iniziato a percepirne le potenzialità e solo dopo un annetto di allenamento costante e giornaliero ho iniziato a tirare un pugno del Wing Chun decente.
A differenza dei pugni della Boxe e di altre Arti Marziali, il pugno del Wing Chun è meno "forte" (è importante iniziare con questa precisazione). La prima cosa da fare sarebbe cominciare a capire cosa si intende per "forte", ma questo lo rimando ad un'altra occasione e un altro giorno. Possiamo dire, semplificando, che i colpi possono essere divisi in due grandi tipologie: pugni portati e pugni lanciati, la maggior parte delle volte il buon praticante tira un colpo che è più o meno a metà tra le due tipologie.

I pugni portati

Questo tipo di pugno viene accompagnato per tutto il tragitto fino al punto di impatto e, quando raggiunto, viene ulteriormente spinto con la forza di tutto il corpo risultando quindi "travolgente" e devastante. Immaginate il classico gancio della Boxe tirato a corpo compatto, che dopo aver colpito il volto dell'avversario continua a "travolgerlo", appunto. Oppure immaginate il pugno cross (diretto da mano arretrata) che dopo aver impattato continua a spingere con tutto il suo impeto.
Un camion che dopo aver incidentato con un altro veicolo continua a procedere per la sua strada trascinandolo con se.

I pugni lanciati

In questa categoria identifichiamo il pugno del Wing Chun. A differenza di quelli portati, questi pugni non vengono accompagnati fino alla fine, ma esplodono arrivando al punto di impatto senza spingere ulteriormente e lasciando il bersaglio esattamente nel punto in cui era, in modo tale da poterlo colpire ulteriormente con altri colpi identici.
Una freccia che viene scoccata e arrivata al bersaglio penetra all'interno.
E' evidente che i primi saranno più "forti" (se così vogliamo identificare la "forza"), mentre i secondi saranno molto più veloci. Ecco che nascono i pugni a catena (o pugni concatenati) del Wing Chun.
Il pugno del Wing Chun, in particolare, utilizza una linea di energia differente da quella classica che si appoggia su spalla e si basa fortemente sulla rotazione del busto (molti colpi nel Wing Chun utilizzano quest'altra linea).
L'energia presa da terra passa per le gambe grazie principalmente alla spinta dei quadricipiti che la portano verso l'alto (come se si volesse saltare), passa per il bacino che, grazie alla retroversione, porta la spinta verso la colonna vertebrale fino a metà schiena (altezza sterno, plesso solare) e da li passa ai gomiti (qui manca il soggetto dell'articolo) che, visti frontalmente, rimangono all'interno del busto (comunemente identificato come gomito chiuso o stretto), per poi essere sprigionata dai tricipiti e lanciata nel pugno verso il bersaglio.
Ho scritto che mancava il soggetto dell'articolo: riusciamo a trasmettere l'energia correttamente ai gomiti solo grazie all'apertura del torace, diversamente i nostri pugni non saranno frutto dell'energia di tutto il corpo, ma solo delle braccia (quello che si vede normalmente).
Il torace è una delle parti del corpo più forti e possenti ed inoltre, se non si vuole utilizzare la linea energetica della rotazione del busto e della spalla, è l'unica cosa che può portare l'energia fino ai gomiti. L'apertura e la chiusura del torace è il modo per far circolare l'energia sia in uscita che in ingresso quando dobbiamo assorbire la pressione che riceviamo. L'intera struttura del corpo gestita in questo modo permette di eseguire in modo energetico ogni tecnica del Wing Chun.
Quindi l'energia dalla schiena passa ai gomiti grazie all'apertura del torace che si richiude al termine dell'azione, poco prima dell'impatto finale.


Come è possibile però sfruttare il movimento di tutto il corpo quando si lancia una scarica di pugni a catena?
Ovviamente il nostro corpo non potrebbe muoversi con tale rapidità da "molleggiare" ad ogni pugno tirato, quindi l'energia del corpo fino ai gomiti arriva tramite una pressione costante. Il corpo si comporta come se fosse un grande pistone dalle gambe al torace che "spinge" i gomiti e la pressione durerà per tutta la scarica di pugni. Poco prima dell'ultimo impatto la struttura del corpo riprenderà il suo assetto.



mercoledì 17 agosto 2022

Qual è il miglior modo per eludere un sicario in una città moderna

Cyberpunk 2077 - Guida turistica di Night City • Eurogamer.it



Dimenticatevi quello che sapete sui sicari. Non sono mai (o quasi mai) degli uomini stilosi con fucili da cecchino, pagati fior di quattrini per la vostra testa. Sono più spesso persone così devote ad una causa da essere disposte anche a suicidarsi oppure un insignificante malvivente pagato una miseria per spaccarti la testa con un martello o spararti quando vai ad aprire la porta. La premessa dalla quale si parte è che innanzitutto non ci si aspetta un sicario.
Se sai già che c’è un sicario, è molto più facile evitarli di quanto non si creda. Non hanno delle gran risorse per poter tenere traccia dei vostri movimenti, spesso lavorano su informazioni sommarie avute dal membro di una famiglia che ti vuole morto oppure tenendo d’occhio la tua routine quotidiana. Prendi un taxi e fatti portare dalla polizia. Racconta loro che sta succedendo e fornisci una prova credibile di avere un sicario alle calcagna. Se si riesce a dimostrarlo si viene messi sotto protezione testimoni. Le forze dell’ordine lo rintracciano tramite le risorse che hanno e ti risolvono il problema.


martedì 16 agosto 2022

I machete sono delle buone armi?

No.

I machete certamente sono usati come armi abbastanza spesso, ma sono progettati come strumenti, non come armi. Confronta un machete con una spada di uguale lunghezza e la spada sarà un'arma migliore.


Messer


Mentre il machete e questo particolare messer hanno una forma di lama simile, il messer avrà una colonna leggermente più spessa, una conicità distale adeguata che porta a un migliore equilibrio, così come i quillons e in questo caso un anello laterale per proteggere la mano. Inoltre una spada dovrebbe essere fatta di acciaio di migliore qualità e portata a un temperamento primaverile. I machete sono solitamente realizzati con un acciaio di grado inferiore e spesso non temperati.

Ora sto cercando di essere il più equo possibile e paragonare un machete a una spada abbastanza simile, piuttosto che a un'arma superiore come una lancia. Il punto è che un'arma costruita appositamente sarà quasi invariabilmente migliore come arma di un'arma improvvisata.

Detto questo, un machete è una buona arma improvvisata, ma una vera spada sarebbe meglio.


lunedì 15 agosto 2022

Le arti marziali ideali per donne e ragazze


Dipende da quali sono i motivi per cui le “donne e le ragazze” decidano di iniziare a praticare le arti marziali…
Prendendo ad assioma che il motivo sia tenersi in forma, migliorare la percezione del proprio corpo ed apprendere tecniche che potrebbero essere utili in caso di aggressione credo che una delle arti marziali più indicate sia l’Aikido, per una serie di ragioni:
  1. Non prevede percussioni al viso, quindi occhi neri, nasi o zigomi rotti, labbra spaccate (salvo incidenti possibili nelle arti marziali come in qualsiasi altra disciplina sportiva) sono fuori discussione.
  2. Per la sua stessa natura molto tecnica l’Aikido tende a minimizzare l’importanza della differenza di forza fisica e di peso fra aggressore e difensore. Dato che statisticamente le donne sono più leggere e meno muscolose degli uomini, imparare una disciplina essere più piccoli non è necessariamente uno svantaggio potrebbe essere una buona idea.
  3. Gli aikidoisti lavorano molto sull’elasticità e sulla resistenza, meno sul potenziamento muscolare.
  4. Per la sua progressione didattica, chi pratica Aikido impara velocemente a reagire ad una presa o ad uno strattone, mentre ci vogliono molti anni per iniziare a difendersi da percussioni come pugni o calci.
    Nella malaugurata ipotesi di doversi trovare a fronteggiare un aggressore, è molto più probabile che una donna trovi un imbecille che cerca di strattonarla per un polso o per la spalla piuttosto che qualcuno che si metta in guardia e inizi a boxare.


Il mio ragionamento comunque cade se le ragioni che spingono ad avvicinarsi alle arti marziali sono altre: dimagrimento, potenziamento muscolare, agonismo…
Uno può provare a generalizzare, ma bisognerebbe conoscere i dettagli della storia e delle aspettative di ciascun praticante per poter dare consigli!


domenica 14 agosto 2022

Se qualcuno più grande e più forte di te ti attaccasse e la fuga non fosse un'opzione, cosa potresti fare per porre fine al combattimento il più rapidamente possibile

Ovviamente, questi trucchi NON sono da usare su tuo zio ubriaco che si è comportato da stronzo. Sono per cercare di fermare un omone che vuole ucciderti ...
Girati in modo da stare in piedi lateralmente al tuo aggressore, spingi il tuo peso lateralmente verso di lui mentre sollevi il piede più vicino a lui all'altezza del ginocchio e colpisci con il bordo o il tallone di quel piede il suo ginocchio, DURAMENTE, facendo cadere il tuo peso nel calcio.


Puoi anche dar un pestone frontale sullo stesso bersaglio.


Non importa quanto sia grande e forte, danneggerai abbastanza il ginocchio, NON POTRANNO nemmeno alzasti in piedi, è fisicamente impossibile.
Anche un colpo alla trachea può ridimensionare ...



Starei però davvero attento con questo colpo, schiaccia la trachea e il tuo aggressore si strozzerà a morte in modo molto spiacevole e raccapricciante.
Ancora una volta, questo funzionerà anche su uno grosso e forte.


Gli occhi sono vulnerabili, indipendentemente dalle dimensioni,


TUTTE queste sono tecniche che ti consentono di mantenere le distanze [NON VUOI farti prendere da un grosso bruto], danneggeranno qualcuno molto più grande e più forte e potrebbero consentire a una persona più piccola e più debole di scappare.
NON PENSARE che potrai "picchiare" un uomo molto più grande di te, NON pensare che "lo prenderai a calci in culo", negli sport esistono delle classi di combattimento per una ragione.
Non pensarci nemmeno come a una "lotta", pensa "sono stato attaccato, devo scappare".


sabato 13 agosto 2022

La maniera più efficace per difendersi da un'aggressione con arma da taglio

Difesa da coltello: basta sciocchezze. Parlando di sicurezza ...



Analizziamo una possibile aggressione da arma da taglio.
Scenario 1 (il peggiore): aggressore intenzionato ad uccidere, difensore disarmato e impossibilitato alla fuga.
E' l'unico caso in cui tenterei una delle tecniche di disarmo che conosco: morto per morto almeno vendo cara la pelle, sapendo comunque che le probabilità di finire all'ospedale o al camposanto sono altissime.
Scenario 2: aggressore intenzionato ad uccidere, difensore impossibilitato alla fuga ma con qualcosa in mano.
Già la situazione migliora un po', un bastone, uno sgabello, un ombrello, qualcosa di più lungo di un coltello permette di tenere a distanza l'aggressore e ferirlo o spaventarlo prima di finire male. In questo caso cercherei di capire da come lo tiene in mano se ho davanti un esperto o un principiante e tenterei di ferirlo con quello che ho attaccando punti vulnerabili: occhi, gola, tempie… Probabilità di prendersi la coltellata sempre alte.
Scenario 3: difensore con possibilità di fuga.
Se possibile fuggire sempre. Consegnare portafogli, chiavi della macchina, di casa, cellulare, foto della propria sorella, ma cercare di cavarsela evitando l'aggressione. Non ne vale la pena.
Il coltello è un'arma incredibilmente veloce e versatile, può essere usata in spazi stretti senza rischio di venire impacciati. Inoltre un aggressore armato di coltello con grandissima probabilità è abituato ad usarlo, ed è psicologicamente preparato a ferire un'altra persona, vantaggio tattico pazzesco.
Nessun insegnante di Arti Marziali che si rispetti millanterebbe di poter insegnare tecniche affidabili per difendersi a mani nude da una coltellata. Se l'aggressore lo sa usare, il coltello non glielo toglie di mano neanche Bruce Lee.




venerdì 12 agosto 2022

In quanto tempo si impara il Wing Chun Kung Fu?




Questa è una delle domande che sento più spesso e che prima io stesso ho fatto.

"Quanto ci vuole per imparare il Wing Chun"  


Bhe in quanto tempo si possono imparare le Arti Marziali? bella domanda! tutta la vita? nemmeno?
Le Arti Marziali sono come camminare per una strada senza conoscere esattamente la meta.
Più o meno sai che direzione vuoi prendere ma non sai precisamente dove è il punto di arrivo, dove ti fermerai.
La cosa più bella è che quando riesci a decidere quale è il tuo traguardo durante il percorso per raggiungerlo cambierai, crescerai e quel traguardo non andrà più bene … e forse sarà proprio quello il momento in cui lo avrai raggiunto e avrai il doppio della voglia di proseguire.
Molti si lamentano perchè praticano Arti Marziali (spesso Kung Fu) e non riescono a vedere la concreta applicazione di quello che imparano e hanno la percezione di non imparare praticamente nulla.
Bhe io li capisco e forse è anche vero che non imparano nulla, li appoggio.
Credo che abbiano ragione perchè una persona che inizia a prendere confidenza con le Arti Marziali e che le conosce grazie all'idea comune che si ha di queste, non può eseguire forme e tecniche senza capire a cosa servono, siamo occidentali la nostra educazione ci ha forgiato così, io imparo una cosa e so come devo usarla e a cosa mi serve … è lo stesso motivo per il quale tutti quanti a scuola ci chiedevamo a cosa servivano le equazioni di matematica, e molti non le studiavano perchè pensavano non servissero a nulla o comunque non le capivano … eppure grazie a quelle voliamo e costruiamo edifici immensi.
Bhe, forse è il metodo che non funziona perchè queste persone eseguono le forme "copiandole" e senza capire come usarle, ripetono le tecniche come "pappagalli" ma non ne capiscono i principi… insomma non imparano nulla e hanno ragione.
Bisogna andare di pari passo tra teoria e applicazione, principio e tecnica, forma e esercizio, bisogna scolpire la statua grezza e dargli una parvenza di uomo … in quel momento arriva la risposta.
Quando queste persone riescono a cancellare l'idea che hanno delle Arti Marziali e riescono a tastarle, masticarle e iniziano a capirle, in quell'istante in loro cambia il "traguardo" e non correranno più dietro l'obbiettivo "aver imparato le Arti Marziali" ma proseguiranno verso "praticare e migliorare nelle Arti Marziali".
E anche a loro la domanda farà sorridere e si risponderanno: tutta la vita!
Le Arti Marziali sono un percorso in salita e più vai in alto più aumenterà il tuo livello di consapevolezza, più saranno migliorate le tue capacità, più ti sentirai in sintonia con la disciplina che pratichi e la farai tua adattandola a te.
Se non riesci a superare questa fase sarai uno dei tanti che pratica Arti Marziali in un corso qualunque solo perchè va di moda.






giovedì 11 agosto 2022

Le scuole di wing chun sono davvero efficaci



Poche, anzi, direi pochissime. Il 90% delle tecniche che vedo fare nei corsi non serve a niente in uno scontro reale. Quando un predatore ti aggredisce, non rispetta le regole che ci sono in un ambiente controllato come quello di un corso, può utilizzare delle armi e coglierti di sorpresa. La chiave per un addestramento efficace è prima di tutto psicologica: bisogna capire come gestire la paura e le reazioni fisiologiche che essa scatena, poi si potrà parlare di tecniche di combattimento del wing chun.

mercoledì 10 agosto 2022

I principi base del "trapping"

Intrappolare, catturare, fare prigioniero...questo è il senso del verbo inglese to trap. Nel Wing Chun viene utilizzato molto, ovviamente in area anglofona in maniera preponderante, soprattutto per l'uso che ne fece un certo Bruce Lee (sul suo nome originale sarà interessante scrivere qualcosina in seguito)...  

I principi di base del trapping nel Wing Chun sono 5:

1) Afferrare (ad es. Lap Sao o Kam Na Sao) e colpire;
2) Agganciare (ad es. Kau Sao o Huen Got Sao) e colpire. Questo controllo del braccio avversario avviene senza afferrarlo saldamente con le dita (come si fa con il Lap Sao, ad es.). Non a caso il Kau Sao viene tradotto con "mano/braccio che scava";
3) Schiaffeggiare o creare uno shock (ad es. Pak Sao) e colpire;
4) Premere (ad es. Gum Sao) e colpire;
5) Serrare (tutti i movimenti che servono a bloccare l'arto avversario tra il nostro braccio e il corpo) e colpire.

martedì 9 agosto 2022

Jeet Kune Do Storia e Origini

Jeet Kune Do

Questa forma elevata d'Arte Marziale è stata accettata e lodata da tutto il mondo (del settore), ma non fu creata migliaia o centinaia di anni fa ma solo nel 1965, da un uomo esperto e determinato chiamato Bruce Lee.

Il Maestro Bruce Lee inizio da bambino ad intraprendere le Arti Marziali con il Wing Chun, sotto la tutela del gran maestro, scomparso, Yip Man; studi appresi a causa della sua insicurezza personale dovuta al modo di vita dei sobborghi di Hong Kong.
Si appassionò sempre di più in quello che faceva, e si mise a studiare la filosofia delle Arti Marziali, diventando un ricercatore di saggezza, cosa che ben presto lo portò a diventare un pensatore profondo, un praticante di Arti Marziali straordinariamente esperto, un essere umano carismatico ed affascinante.
Non è facile comprendere l'essenza del significato del Jeet Kune Do, ma il suo concetto racchiude l'essenziale, comprensibile a chi puro ricercatore che volge il suo allenamento al miglioramento individuale senza fossilizzarsi su una forma e senza limitarsi a tecniche prestabilite e schemi formalizzati;

Bruce Lee dapprima praticò il Wing Chun come sistema di base, e poi svariati altri sistemi ,dai quali ricavava il meglio, scartando quello che c'era di superfluo e ne fece un sistema personale, con l'intento di recuperare la vera arte.IL JEET KUNE DO è un sistema non classico ma Diretto.
Quest'arte consiste nel semplificare, essere noi stessi; é la realtà'; nel vero senso del termine, senza vincoli, limitazioni, parzializzazioni e complessità'.Il JEET KUNE DO non ha forma, così che possa adottare tutte le forme, e non avendo un stile specifico può adottare ogni stile; si serve di tutti i metodi ma non é condizionato da nessuno di essi.
Esiste libertà' la dove non esiste condizionamento meccanico.il JKD è solo un nome finalizzato al riconoscimento di un pensiero, di una filosofia, di concetti e maniere che si contraddistinguono da qualsiasi Disciplina o Stile…
Il JKD come scopo principale vuole spingere ogni individuo a ricercare se stesso, a comprendere umilmente le proprie limitazioni per poter costruire su di sé un nuovo essere, migliore perché tendente al miglioramento perpetuo dovuto alla consapevolezza dei propri difetti; il JKD ha lo scopo di migliorare ogni individuo attraverso lo studio filosofico e alla ricerca dell'efficacia, non dello studio tecnico elaborato ai fini di un combattimento sportivo.

Con le sue idee diventò ben presto un innovatore di tutte le Arti, e la sua filosofia trovò accoglimento anche presso grandi Maestri americani che fino ad allora seguivano la dottrina del Karate tradizionale.

Una frase di Bruce Lee, mentre spiegava la sua teoria della semplicità per una maggiore efficienza tecnica, dice: "…è come quando uno scultore modella una statua, generalmente non aggiunge dell'argilla continuamente, al contrario, dopo aver formato la struttura base, toglie lentamente l'argilla fintanto che la sua statua riveli le parti essenziali…"
Nell'allenamento del JKD è indispensabile una buona preparazione atletica, iniziando un training leggero, come una corsa e un pò di stretching, per arrivare a migliorare le proprie capacità fisiche con corsa, salti con la corda, flessioni sulle braccia, addominali, e un certo percorso è segnato anche da ore alla settimana con l'ausilio di pesi e attrezzi da palestra per rafforzare la massa muscolare e quindi aumentare, in base all'allenamento definito, la forza esplosiva, ottima spinta per ogni colpo.

Lo spazio e la distanza sono fondamentali nel combattimento, perché delimitano il raggio d'azione del combattente, sia per l'attacco sia per la difesa.
Nel JKD sono state studiate "quattro distanze", proprio per non limitare gli attacchi e la difesa in un'unica posizione:"Kicking range", distanza da calci; è la distanza più lunga da coprire;

"Boxing range", distanza di pugni; distanza ravvicinata che viene coperta dal pugno avanzato (Jab)

"Trapping", distanza base del JKD, dove i due avversari si trovano a distanza molto ravvicinata, cercando di chiudere la distanza e di "intrappolare" l'altro per evitare difesa e contrattacchi;

"Grappling", Combattimento in piedi o al suolo, finalizzato all'immobilizzazione dell'avversario tramite sistemi di proiezioni e leve. In questa fase i due avversari creano un combattimento "corpo a corpo".
Altro punto fondamentale da non sottovalutare mai in nessun tipo di combattimento è la giusta scelta del "tempo": un tempo ritmato e regolare, renderebbe prevedibile ogni attacco, mentre un attacco in tempi spezzati e irregolari diventerebbe più difficile da contrastare poiché più imprevedibile.
In ultima analisi il JEET KUNE DO é più questione di spiritualità e fisico personale altamente sviluppati ,che pura e semplice tecnica
Il J.K.D. ad a che fare con l'intelligenza ed all'addestramento, non con la tecnologia. "Quando sentirai dire che il JEET KUNE DO é diverso da " Questo " o da "Quello ", non ti formalizzare è solo un nome".
Cosi' Bruce Lee terminava li suo libro TAO OF JEET KUNE DO.