lunedì 26 aprile 2021

Aggressione




L'aggressione è un atto di violenza esercitata in modo palese nei confronti di qualcuno. Si tratta di un comportamento intenzionale e spesso dannoso che ha lo scopo di infliggere dispiacere. Questo tipo di comportamento è pressoché universale negli animali; negli esseri umani può essere associato ad un atteggiamento di aggressività, inteso come contrario di sottomissione.

Caratteri generali

Nelle definizioni comunemente impiegate nelle scienze sociali e nelle scienze comportamentali. L'aggressione è una sorta di risposta da parte di un individuo che offre qualcosa di spiacevole ad un'altra persona. Alcune definizioni però specificano il fatto che da parte dell'individuo che compie un'aggressione ha l'intenzione di danneggiare chi subisce l'aggressione. L'aggressione differisce da quella che viene definita assertività, anche se i due termini vengono usati in maniera intercambiabile dai profani e in senso non scientifico (ad es., si dice "un venditore aggressivo" per alludere a qualcuno che cerca, magari in modo invadente/insistente, ma non certo aggressivo, di convincere assertivamente l'interlocutore circa la bontà del proposto acquisto).
In etologia l'aggressione è un importante ambito di studio e riguarda l'interazione e l'evoluzione degli animali negli ambienti naturali. Essa può, in questi contesti, assumere diversi atteggiamenti rappresentati da contatti fisici (morsi, colpi, spinte), ma anche segnali stereotipati come espressioni facciali, vocali, rilascio di prodotti chimici e cambiamenti di colorazione.

Tipologia

L'aggressione può assumere diverse forme, che possono comprendere la violenza fisica, verbale e non, l'aggressione difensiva, quella predatoria, quella di isolamento indotto, quella relazionale (diffusa tra gli adolescenti, che include il bullismo), quella territoriale, l'aggressione emotiva, quella legata al sesso, quella di dominanza, quella tra maschi, quella parentale, quella di ritorsione come risposta a una provocazione, quella strumentale (come una rapina) e quella discriminatoria (basata, per esempio, su pregiudizi razziali). Ci sono inoltre due sottotipi di aggressione: quella controllata e quella impulsiva; in questo secondo caso essa può essere il frutto di azioni incontrollabili che sono anche indesiderate e inappropriate.

La rilevanza giuridica

L'aggressione può racchiudere gli elementi costitutivi di diverse forme di reato in base al metodo e ai mezzi con cui essa è esercitata: si può parlare infatti di omicidio, lesioni personali, violenza privata, minaccia, ecc. Nel diritto internazionale si intende come aggressione la violenza eseguita da uno Stato contro un altro fatta mediante forze preponderanti e senza preavviso: a tal proposito si parla infatti di aggressione contro la sovranità, contro una integrità territoriale o contro l'indipendenza politica di un ente. Essa può essere evitata tramite un patto di non aggressione.
La definizione operativa di aggressione può essere influenzata da opinioni morali e politiche. In tal senso, un esempio può essere dato dalla visione morale assiomatica chiamata principio di non aggressione.

domenica 25 aprile 2021

Street fighting




La rissa da strada o street fighting è un termine usato per definire un tipo di combattimento corpo a corpo, quasi sempre illegale, che avviene in un luogo pubblico, fra due o più individui o gruppi di persone.

Caratteristiche

Il termine denota un tipo di combattimento generico in cui spesso i combattenti non sono atleti di arti marziali/sport dacombattimento. La rissa per strada come attività reale è relativamente infrequente.
Lo street fighting può essere anche inteso come arte marziale, o meglio, insieme di varie tecniche di arti marziali diverse con lo scopo di raggiungere il proprio obiettivo nel modo più semplice e veloce.

Conseguenze penali

Ogni forma di violenza può generare una azione legale: violenze domestiche, sul posto di lavoro, ecc... possono avere diverse conseguenze di carattere penale, come ad esempio nel caso di lesioni personali. La rissa di strada può anche essere preordinata a causare disordine civile per fini politici ed i tumulti relativi possono quindi essere perseguiti anche con l'accusa di cospirazione e terrorismo.

sabato 24 aprile 2021

Violenza da strada

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Per la stragrande maggioranza delle persone che leggono questo post, la violenza è facile da prevenire senza ricorrere all'autodifesa fisica. Inoltre, i mezzi non fisici hanno un livello molto più basso di rischio e maggiori possibilità di successo. Potrebbe non sembrare così, specialmente per coloro che sono caduti vittima di un indottrinamento fuorviante nelle arti marziali e del marketing che si è sviluppato intorno al settore dell'autodifesa, ma spero che il seguente post, che tratta di consapevolezza e prevenzione, renderà più chiaro l'argomento trattato. La maggior parte delle persone non ha bisogno di imparare le arti marziali per evitare di essere attaccate.
Ci sono molte idee sbagliate sulla violenza fisica e lo scopo di questo post è di aiutare a far luce sulla natura della violenza e dei comuni problemi in cui chiunque può incorrere nell'applicazione dei principi dell'autodifesa fisica e dell'addestramento alle arti marziali.

La natura della violenza fisica

La vera violenza è veloce, dinamica e caotica . Almeno uno dei due contendenti nello svolgimento di uno scontro fisico sarà più motivato del suo avversario a ferire, e nessuno dei due saprà cosa accadrà dopo. Non è quello che si vede nella stragrande maggioranza dei film che vediamo o che ti insegnano nella maggior parte dei corsi di arti marziali.
In una qualsiasi aggressione in cui siamo coinvolti ci possiamo difendere legalmente, il nostro avversario avrà probabilmente un vantaggio significativo su di noi, o almeno un vantaggio da noi percepito. Ce ne saranno più di uno, avrà delle armi e/o sarà più grande, più forte e più veloce di noi. Se non pensasse di avere un vantaggio, avrebbe scelto un'altra vittima. La vera violenza è brutta, ed è meglio evitarla o prevenirla.

Miti sulle arti marziali

La maggioranza dei corsi in palestra di arti marziali oggi non prepara i praticanti ad affrontare dei veri e propri assalti. Non affrontano gli argomenti sul come evitare, la consapevolezza e la prevenzione, non hanno strategie efficaci per affrontare un conflitto o metodi di allenamento che funzionano, le tecniche sono fini a se stesse per giustificare lo studio di un'arte o per lo sport piuttosto che per causare il massimo danno al nostro avversario, e questo porta il praticante a non riuscire ad affrontare un avversario in possesso di armi improprie o avversari multipli. Tutti gli allenamenti si svolgono in stanze ben illuminate, su superfici pulite e piane, con nulla in cui si possa inciampare, e in abiti che rendono i movimenti comodi. Gli attacchi sono generalmente eseguiti con una "tecnica corretta". Solitamente sono attacchi singoli e facili da identificare, le tecniche si susseguono una dopo l'altra, e il "cattivo" non reagisce dopo che il suo attacco iniziale è stato bloccato.
Gli attacchi veri si verificano in luoghi reali, non in stanze da addestramento vuote . All'aperto ci sono cordoli su cui inciampare, macchine e gradini su cui cadere, muri e angoli da infilare, e posti buoni dove un attaccante può nascondersi per sorprenderti. Ci potrebbe essere uno spazio limitato in cui potersi muoversi, con mobili su cui cadere o urtarci. Ci possono essere oggetti dappertutto che il nostro aggressore può usare sia per picchiarci o pugnalarci. Il tuo attaccante/i avrà molto probabilmente un'arma in ogni caso con sè. È probabile che l'aggressione avvenga in una situazione di semioscurità e non sarai quindi in grado di vedere bene. Potresti anche non renderti conto del fatto che il tuo aggressore abbia un'arma o meno, anche dopo che sei stato pugnalato, squarciato o picchiato con essa. Una vera aggressione generalmente comporta una grande quantità di movimento e caos. Non assomiglia per nulla a ciò per cui la maggior parte degli artisti marziali si allena.
Gli sport marziali (boxe, thai boxing e jiu jitsu brasiliano per esempio) fanno un buon lavoro di preparazione durante l'apprendistato per affrontare un avversario non del tutto cooperativo. Ciononostante, si concentrano su combattimenti "uno contro uno", con tecniche e intervalli prestabiliti, tra due partecipanti disponibili, senza armi e in spazi puliti progettati per combattere. Molte arti marziali tradizionali sostengono di concentrarsi maggiormente sull'autodifesa, ma all'atto pratico non riescono a preparare praticanti pronti a confrontarsi contro avversari non cooperativi che li stanno contrattaccando. In realtà, sebbene si possano usare tecniche potenzialmente pericolose durante l'addestramento, gli studenti di questi stili si trovano ad essere ancora meno preparati ad affrontare un attacco reale rispetto a quelli che si allenano negli sport marziali, a causa della loro mancanza di familiarità negli ambienti non cooperativi.

Gli scontri da strada sono per i perdenti

Scrivere con precisione sulla violenza è una sfida. Da un lato, è importante spiegare la natura della violenza e i problemi che chiunque può trovare con la maggior parte delle arti marziali e l'allenamento all'autodifesa. D'altra parte, i discorsi spaventosi e complessi possono essere altrettanto dannosi e controproducenti. La violenza è negativa e distruttiva e può far diventare una persona paranoica o ossessionata dal crimine riducendo di conseguenza la sua qualità della vita. Puoi evitare o prevenire un attacco o difenderti fisicamente senza essere talmente ossessionato dalla violenza da indossare dei pantaloni mimetici e portandoti tre coltelli in bagno.
È facile per una persona normale apprendere l'autodifesa e lasciare che questa gli cambi la sua vita in peggio. I pensieri, le parole e le azioni negative producono sentimenti negativi e rendono il mondo un posto peggiore per tutti. Pensieri positivi, parole e azioni fanno il contrario. Rendono il mondo un posto migliore per tutti. La violenza fine a se stessa nopn è mai una bella cosa, non è necessario comportarsi da duro o immaginare di appartenere ad una forza pseudo-speciale operativa per difendersi. In realtà, un simile comportamento ci renderà probabilmente un obiettivo più attraente per le persone che danno l'inizio ad un problema.
Ci sono due approcci molto diversi che puoi adottare per difenderti da solo. Puoi agire con l'intenzione di difenderti, oppure puoi agire con l'intenzione di ferire un'altra persona. Entrambi gli approcci possono funzionare per autodifesa. Ma il primo ti renderà una persona più felice e più simpatica. Il secondo ti renderà una persona negativa, paurosa e paranoica.


venerdì 23 aprile 2021

Confucio

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Confucio (cinese 孔子 Kǒng Fūzǐ, Wade-Giles: K'ung-fu-tzu; 28 settembre 551 a.C. – 479 a.C.) è stato un filosofo cinese.
Confucio è stato il primo ideatore e promotore di un pensiero originale, inedito nel panorama culturale cinese del VI-V secolo a.C.: il suo insegnamento può essere sintetizzato come "il tentativo di elaborare una concezione etica dell'uomo nella sua integralità e universalità", vale a dire che Confucio tentò di fornire una serie di indicazioni relativamente a quale sia il modo migliore in cui l'uomo può condurre la sua esistenza, tenendo conto di tutti gli aspetti più importanti della natura umana. Ciò comportò non soltanto l'individuazione e la ridefinizione del significato di che cosa possa significare di preciso "essere umani", ma anche la proposta da parte di Confucio di un nuovo modello per la realizzazione di sé, giudicato compatibile con l'edificazione di una comunità umana prospera e armoniosa.
L'insegnamento di Confucio si è rivelato determinante per lo sviluppo del pensiero cinese: è lecito affermare che dopo la sua morte nessuna delle scuole di pensiero, delle correnti filosofiche e dei pensatori che si susseguirono in Cina poté prescindere dal confrontarsi con quella che si presenta come una vera e propria "figura fondatrice".
Finché fu in vita Confucio poté contare su una discreta cerchia di discepoli, ma fu in particolare dopo la sua morte che i suoi insegnamenti attrassero una lunga serie di pensatori, letterati, studiosi, i quali approfondirono e rielaborarono i temi del suo insegnamento, dando vita a un movimento di pensiero che la storiografia cinese etichettò a posteriori come Confucianesimo.
L'insegnamento di Confucio ha avuto un grandissimo impatto sullo sviluppo della cultura, della storia e degli stili di vita di quei paesi asiatici in cui si diffuse, a partire dalla Cina per proseguire con la Corea, il Giappone e il Vietnam.
Il principale testo di riferimento per avvicinarsi al pensiero di Confucio sono i Dialoghi (Lùnyǔ 論語), una raccolta di aforismi e frammenti attribuiti al Maestro che in realtà è il frutto della selezione operata dai suoi discepoli delle generazioni successive.
Il pensiero confuciano fu introdotto in Europa nel XVII secolo ad opera dei gesuiti che nel corso delle prime missioni in Cina si impegnarono nello studio della lingua cinese e nella traduzione di alcune opere della letteratura cinese classica. Al loro lavoro si deve la prima latinizzazione del nome cinese in Confucius.

Biografia

Confucio visse in Cina nell'ultima parte del Periodo delle primavere e degli autunni (781 a.C. – 477 a.C.), un'epoca di anarchia, d'instabilità politica e di diffusa corruzione, dominata dalle guerre tra stati feudali, che – senza soluzione di continuità – si trascinerà nell'epoca successiva, il Periodo dei regni combattenti (453 a.C. - 221 a.C.), che culminerà con l'unificazione della Cina sotto un unico sovrano.
Secondo la tradizione, Confucio nacque nello Stato di Lu (ora parte dell'odierna provincia di Shandong) nel 551 a.C., durante il Periodo delle primavere e degli autunni. In quest'epoca si situa anche l'inizio del movimento filosofico delle Cento scuole di pensiero.
Sempre secondo la biografia tradizionale, riportata da Sima Qian nelle sue Memorie di uno storico, il padre di Confucio, Shuliang He, apparteneva ad una famiglia nobile impoverita discendente dalla dinastia Shang e aveva sposato a sessantacinque anni, in seconde nozze, una fanciulla di quindici anni, Yan Zhengzai. Un matrimonio del genere, secondo le consuetudini dell'epoca, era da considerarsi un'unione illecita (yěhé 野合). Secondo alcune leggende tardive, la nascita di Confucio fu accompagnata da eventi straordinari (il neonato fu visitato da dragoni ed esseri divini e si sentì una musica celestiale), ma tali leggende sono respinte dai confuciani ortodossi, di tendenze razionaliste. Confucio perse il padre all'età di tre anni, e fu allevato dalla madre, che riuscì ad assicurargli un'istruzione anche se la famiglia viveva in povertà.
Non ci sono notizie certe sulla vita di Confucio. La sua ascesa sociale lo pone nell'ambito della classe emergente Shì (), a metà tra la vecchia nobiltà e la gente comune, alla quale, come Confucio, appartenevano uomini di talento ma di origini modeste che cercavano di raggiungere una posizione elevata grazie alle proprie doti intellettuali. Egli stesso, riferiscono i Dialoghi, vantava le sue umili origini che lo avrebbero spinto a sviluppare le sue capacità. Molto della vita del filosofo è pervenuto dalla raccolta postuma dei "Detti di Confucio", redatta dai suoi discepoli attorno al 411 a.C. – 404 a.C., seppure la datazione della compilazione è tuttora discussa. In tale opera è esposto il pensiero filosofico – morale, così come si illustrano i precetti dettati dal maestro.
Infine, vari capitoli trattano della vita privata di Confucio. Si legge che dettò i suoi pensieri ai suoi discepoli molto avanti negli anni (capitolo 7.5), che era moderato e parco (capitolo 7.16), che seguiva una vita molto appartata e modesta preferendo la campagna alla città (capitolo 7.19), che digiunava spesso e volentieri (capitolo 7.13) e mangiava procacciandosi il cibo da sé e cucinandolo di persona (capitolo 7.27), che amava insegnare non ricevendo compenso ma unicamente qualche piccola offerta in natura (capitolo 7.29), che la scuola attirava molti adepti fino a diventare elitaria (capitolo 8.9) e molto additata ad esempio di educazione (capitoli 8.13 - 8.17), ma che al contempo dava fastidio ai potenti che emarginarono il maestro e la scuola perché davano fastidio (capitolo 9.2), tanto che dovettero fuggire ed il maestro stesso rischiò la vita (capitoli 9.5 e 11.23), che furono costretti a ripiegare su umili e miseri mestieri pur di vivere (capitoli 9.6 - 9.7), che vissero per un certo periodo in esilio fuori dalla Cina (capitolo 9.14), ma anche che la scuola divenne negli ultimi tempi assai interessante per le autorità di diversi stati feudali in cui al tempo la Cina era suddivisa (capitolo 11.7) e che il maestro nell'ultima decade di vita divenne ambasciatore e rispettato uomo di corte (capitoli 10,2 - 10.4; capitoli 10.15 - 10.20), nonostante la morte del figlio Li (capitolo 11.8) e dell'allievo prediletto Yan Hui (capitoli 11.7 - 11.11) ed il tradimento dell'allievo Rau Qin (capitolo 11.17). Anche molti dei suoi allievi – vi si legge – fecero carriera sia durante la vita del maestro, che dopo la sua dipartita (capitoli 11.24 - 11.25). Secondo Mencio (370 a.C. – 289 a.C.), Confucio si sarebbe occupato dell'amministrazione di negozi e di pascoli e bestiame.
Probabilmente svolse compiti amministrativi per il governatore della provincia. Sima Qian riferisce che dopo i cinquant'anni Confucio divenne ministro della giustizia del duca di Lu, ma fu in seguito costretto a dimettersi ed andare in esilio. Iniziò quindi un lungo viaggio attraverso gli Stati di Wei, Song, cercando impiego presso i governanti come consigliere.
Tornato nello Stato di Lu, trascorse gli ultimi anni dedicandosi agli studi e all'insegnamento, circondato da un numero crescente di discepoli.

Insegnamenti

La visione di Confucio si fondava sui principi di un'etica individuale e sociale basata sul senso di rettitudine e giustizia (), sull'importanza dell'armonia () nelle relazioni sociali, codificate secondo precise norme etiche e rituali () mutuate dalla tradizione culturale dell'antichità. L'osservanza di tali norme consente di disciplinare le relazioni umane e garantisce l'ordine sociale mediante il rispetto delle gerarchie familiari e sociali. Grande importanza viene data ai sentimenti di lealtà () ed empatia nei confronti del prossimo, all'apprendimento inteso come percorso di studio, pratica e riflessione, e alla messa in pratica delle conoscenze apprese per il miglioramento di sé e della comunità umana.
Confucio non ha lasciato opere scritte di suo pugno. Il suo insegnamento è raccolto nei Dialoghi, una raccolta di frammenti di conversazioni, aneddoti e insegnamenti che hanno come protagonista il Maestro stesso e alcuni dei suoi primi discepoli. Questi episodi, con ogni probabilità inizialmente tramandati solo in forma orale, sono stati messi per iscritto dai discepoli delle generazioni successive, fino a prendere l'assetto definitivo e costituire il libro noto ancora oggi come I Dialoghi di Confucio (che si può far risalire con certezza perlomeno al III secolo a.C).
Il testo dei dialoghi è costellato di enunciazioni di principi morali, esempi di buona condotta, brevi aneddoti e dialoghi composti di poche battute. Confucio non proponeva un insegnamento sistematico, ma invitava i suoi discepoli a riflettere profondamente su se stessi e sul mondo, approfondendo la conoscenza del passato da cui trarre insegnamento tramite lo studio degli antichi testi. Egli si presentava come un "messaggero che nulla ha inventato", il cui compito è quello di trasmettere la sapienza degli antichi. Grande importanza è data allo studio: il primo frammento con cui inizia il libro si apre proprio col carattere cinese che indica lo studio, xué (cinese semplificato: , cinese tradizionale: ).
Proprio l'amore per lo studio e la volontà di migliorarsi sono gli unici requisiti che Confucio pone agli altri per divenire suoi discepoli. Questa apertura dell'insegnamento a chiunque, senza distinzioni di classe o di reddito, è uno dei motivi per cui in Cina egli è noto come il primo "Maestro" della tradizione cinese (inteso nel senso stretto di insegnante). È d'obbligo precisare che sebbene di famiglia non più ricca, Confucio apparteneva comunque alla piccola nobiltà, e il suo insegnamento era orientato alla formazione di futuri uomini di potere. Ciò non toglie che nei termini in cui il Maestro lo espresse, il suo pensiero fosse formalmente aperto a tutti, non solo ai figli della nobiltà.
Confucio proponeva ai suoi discepoli un cammino di perfezionamento della propria persona, un percorso di miglioramento delle proprie qualità morali e umane, al fine di imparare a condurre la propria vita in maniera corretta e virtuosa, imparando a comportarsi in maniera opportuna in qualunque situazione, mettendo in pratica in ogni momento gli ideali di giustizia e rettitudine che secondo Confucio sono le qualità peculiari che distinguono l'uomo da tutti gli altri esseri viventi. Il modello che Confucio proponeva è quello dell'uomo virtuoso, il jūnzi (君子, talvolta tradotto come "uomo superiore". Al tempo di Confucio questo termine indicava esclusivamente la nobiltà di sangue, ma egli ne trasformò il significato, rendendolo sinonimo di nobiltà d'animo). Questo termine indica l'ideale confuciano dell'uomo che ha raggiunto la perfetta padronanza di tutte le norme di condotta che regolano la propria vita personale e sociale, che sa come comportarsi in ogni situazione, conosce il giusto modo di comportarsi e di prestare il dovuto rispetto nei confronti delle persone che gli sono intorno, andando dai familiari più stretti sino al sovrano in persona.
L'insegnamento di Confucio non è di tipo sistematico: ciò significa che il maestro non procede a partire dalla definizione di principi filosofici o morali (sebbene nei dialoghi a più riprese i discepoli chiedano a Confucio delle definizioni esplicite dei concetti di cui egli si serviva quali mansuetudine, rettitudine, benevolenza, - domande cui il Maestro risponde ogni volta eludendo la richiesta di una definizione univoca), ma preferisce invece proporre dei modelli di comportamento. L'insegnamento di Confucio fa perno sull'esempio. Il Maestro fa l'esempio di se stesso, ma invita i discepoli a guardare molto più indietro nel tempo e a ispirarsi ai grandi saggi e re del passato, figure mitiche della tradizione cinese: maestosi re, fondatori di dinastie, ecc. Secondo Confucio sarebbero queste figure storiche (nell'ottica in cui le vede la tradizione cinese esse sono "storiche", ma si tratta spesso di figure ammantate di un'aura mitica, come i fondatori della dinastia Zhou) che incarnano gli ideali di virtù e corretta condotta, esempi da seguire a cui rifarsi per ritrovare un cammino degno dell'uomo.
Secondo Confucio, sebbene i grandi del passato siano morti da secoli, le loro gesta rimangono fedelmente immortalate nelle pagine dei testi classici della tradizione cinese. Essi sono il luogo d'eccellenza su cui deve avvenire la formazione dell'uomo virtuoso. Per avere accesso a questi testi, il passaggio fondamentale e indispensabile diviene quello dello studio. Da qui l'enfasi confuciana per l'apprendimento, inteso come un processo di formazione culturale e morale, che passa per l'accesso alla letteratura della grande tradizione cinese e che si deve compiere nella messa in pratica quotidiana delle norme morali assimilate ispirandosi agli episodi della vita dei re e saggi del passato. Il rapporto con la tradizione e il passato (intesi in chiave storica e culturale) è un elemento chiave nel pensiero di Confucio, e uno dei motivi per cui si attribuisce al Maestro stesso l'opera di canonizzazione dei testi classici della tradizione cinese. Ciò significa che alcuni di quelli che sono oggi considerati Classici del pensiero cinese di epoca pre-imperiale sarebbero rimasti tali proprio grazie al fatto che Confucio stesso li indicò come testi di importanza capitale per la formazione culturale e morale dell'uomo. La tradizione ha attribuito a Confucio l'edizione e la cura dei Cinque Classici, ma non esiste certezza documentale che permetta di ricollegare direttamente l'intervento di Confucio su alcuno di questi testi, alcuni dei quali sono comunque direttamente citati dal Maestro nei Dialoghi.
La messa in pratica delle qualità morali apprese attraverso lo studio coincide con l'impegno a condurre virtuosamente la propria esistenza, investendo di quest'aura morale tutte le proprie relazioni umane. In questo modo la virtù () si può diffondere per cerchi concentrici, prima nella cerchia ristretta dei propri familiari più intimi, e poi a distanza crescente, fino a includere l'intera comunità umana. In sostanza, si tratta di porre le proprie virtù e qualità morali e umane al servizio della collettività, per garantire il miglioramento e l'armonizzazione delle relazioni tra tutti i suoi componenti, secondo le norme rituali codificate dalla tradizione. Da qui si capisce come questo modello che vede l'intellettuale porsi al servizio della comunità umana potrà diventare l'elemento chiave per la formazione culturale e morale e la definizione del ruolo e dello scopo di un intero ceto di funzionari, burocrati e amministratori durante i successivi secoli delle dinastie imperiali.Solo uomini.
Secondo Confucio, il sovrano che avesse saputo conformare la propria condotta alle qualità morali tramandate dalla tradizione, si sarebbe posto nell'alveo dei grandi re del passato, e avrebbe saputo unificare sotto il proprio trono i vari popoli ricorrendo non alla forza delle armi, ma alla potenza della virtù che sarebbe irradiata dalla sua stessa persona, e che avrebbe portato le popolazioni a seguirlo spontaneamente in quanto espressione vivente di un modello di virtù e benevolenza, capace di garantire prosperità al suo popolo. Secondo Confucio questa sarebbe stata la vera soluzione allo stato di guerra permanente che imperversava durante il periodo dei Regni Combattenti. Per esprimere questa sua convinzione egli si servì del concetto di Mandato del cielo (天命 pinyin: Tiānmìng), termine che indica il fatto che chi si trova sul trono imperiale è ivi seduto in quanto gode del favore del cielo, e che eventuali cacciate di dinastie e insediamenti di nuovi sovrani vanno letti a posteriori come l'espressione del venir meno del favore del Cielo nei confronti della dinastia sconfitta, e la nuova approvazione del Cielo nei confronti di quella vittoriosa. In passato ci si era serviti di questo termine per indicare il diritto di una dinastia al mantenimento del potere su base ereditaria, salvo che essa non venisse spodestata con la forza da una forza esterna. Al contrario, l'interpretazione confuciana del Mandato del cielo era innovativa, poiché egli pensava ad un trono sul quale si sarebbero succeduti sovrani scelti sulla base della loro statura morale, non della parentela di sangue, capaci di diffondere la virtù fra il popolo senza il bisogno di leggi dure e restrittive.
Come è noto, il pensiero di Confucio non godette di molto riconoscimento e successo nell'ambito delle corti feudali nell'epoca in cui visse il Maestro, ma divenne un elemento sempre più importante nel panorama culturale cinese con il passare dei secoli, specie dopo la fondazione della dinastia Han.

Discepoli

Confucio ebbe molti discepoli e seguaci, in Cina e in Estremo Oriente.
I discepoli di Confucio e il suo unico nipote, Zi Si, assicurarono continuità agli insegnamenti filosofici del maestro dopo la sua morte. Pur basandosi sul pensiero etico e politico confuciano, due dei suoi seguaci più celebri, Mencio (IV secolo a.C.) e Xunzi (III secolo a.C.) ne enfatizzarono aspetti radicalmente diversi tra loro, anche sulla questione dell'autoritarismo.
Durante la dinastia Song, Zhu Xi (1130-1200) rinnovò il confucianesimo con idee mutuate dal taoismo e dal buddhismo. Il rinnovamento operato da Zhu Xi divenne in seguito un'ortodossia incontestata. Solo con l'avvento della Repubblica popolare cinese si è abolito l'insegnamento dei Quattro Libri e dei Cinque Classici confuciani.

Il pensiero confuciano

Durante la dinastia Han (206 a.C.–220 d.C.) il pensiero di matrice confuciana godette di una considerazione assai preminente rispetto ai pensatori le cui dottrine esprimevano temi legisti o taoisti, al punto che durante il regno dell'imperatore Wu lo studio dei Classici ricevette un grande impulso.
Sotto l'impulso di illustri interpreti dell'originale pensiero di Confucio, quali furono Mencio e Mozi, si assistette allo sviluppo di una vera e propria corrente di pensiero, dotata di un corpus canonico di testi di riferimento, che si arricchirono nel corso dei secoli di decine e decine di eruditi commentari.
Gli imperatori Cinesi si avvalsero del pensiero confuciano per costruire una ideologia funzionale alla gestione dello stato imperiale: i precetti e i testi del Confucianesimo divennero il fondamento ideologico comune di intere generazioni di burocrati e funzionari imperiali, e la sua concezione dei rapporti tra sudditi e sovrano, e più in generale tra l'uomo colto e la comunità in cui egli si trova ad operare, influenzarono profondamente l'intera società cinese.
Dopo alcuni secoli, Confucio stesso venne divinizzato, e gli vennero tributati onori e riti sacrificali.

Nomi

  • Confucio alla nascita si chiamava 孔丘 (Kǒng Qiū). è un nome di famiglia (l'equivalente del nostro cognome) piuttosto comune in Cina. Il suo nome di cortesia era 孔仲尼 (Kǒng Zhòng Ní).
  • In Cina è noto come 孔夫子 (Kǒng Fūzǐ, Wade Giles: K'ung fu-tzu) e 孔子 (Kǒngzǐ, Wade-Giles: K'ung-tzu), alla lettera maestro Kong. I due suffissi che seguono il nome di famiglia sono un termine onorifico che si può infatti tradurre con "maestro", in segno di riverenza e rispetto.
  • Il termine latino Confucius è la forma latinizzata di Kong Fuzi, pronuncia approssimativa dei caratteri 孔夫子 utilizzata all'epoca delle prime missioni gesuite in Cina. Il primo utilizzo documentato di questo termine latino risale al 1687, anno in cui vengono date alle stampe le traduzioni latine di alcuni classici della tradizione confuciana. Da allora questa forma latina si impose nei paesi occidentali, finendo per diventare di uso comune ancora oggi.
  • I nomi postumi più famosi attribuiti a Confucio nel corso della storia cinese sono:
    • 褒成宣尼公 (Bāochéngxūan Ní gōng), il primo nome postumo (I secolo d.C.)
    • 至聖先師 (至圣先师, Zhìshèng xiānshī), oppure separatamente 至聖 (至圣, Zhìshèng) e 先師 (先师, Xiānshī);
    • 萬世師表 (万世师表, Wànshì shībiǎo).

Genealogia

L'albero genealogico della famiglia Kong è tra i più lunghi del mondo. La successione generazionale di padre in figlio sarebbe stata registrata fin dalla morte di Confucio: stando ai risultati dell'agenzia che tiene traccia della discendenza della famiglia Kong, nel 2015 si sarebbe giunti alla 83sima generazione dopo Confucio. Appartenenti alla famiglia Kong vivono ancora oggi a Qufu, sua città natale, ma molti rami sono sparsi per altre provincie della Cina o in altri stati quali la Corea del Sud. Un importante ramo della famiglia Kong è emigrato a Taiwan dopo le vicende della guerra civile cinese.

giovedì 22 aprile 2021

Le sei forme del Wing Chun

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Queste sei forme Wing Chun rappresentano le fondamenta del sistema Wing Chun, nel lignaggio di Ip Man (anche scritto Yip Man).
Questa linea dello stile Wing Chun è probabilmente il lignaggio più popolare a livello planetario oggi.
Una delle cose più frustranti che ho vissuto all'inizio del mio apprendistato nello stile Wing Chun è che non c'è un Wing Chun veramente puro.
Molti Sifu affermano di avere "la conoscenza", ovviamente a tutti loro è stato insegnato l'ultra-segreto Wing Chun originale.
Ma chi diavolo sa davvero ?!
Il Wing Chun ha circa 300 anni e nessun lineage può vantare una storia completa, autorevole o documentata (ho guardato, letto e ricercato ovunque).
Le vere origini dello stile sono un qualcosa che gli storici e gli archeologi professionisti possono solo immaginare.
Nonostante ciò, la maggior parte delle correnti Wing Chun, all'interno e all'esterno della linea Ip Man, hanno uno o tutte queste sei forme Wing Chun nel loro sistema e sono chiamate con lo stesso nome.
Queste sono le sei forme che vedrai e imparerai in ogni lignaggio di Ip Man, la scuola di Wing Chun in tutto il mondo.

A mani nude:
Siu Nim Tau
Cham Kiu
Biu Tze



Al pupazzo di legno: Muk Yan Chong

Con le armi:
Luk Dim Boon Kwun (bastone lungo)
Bart Cham Dao (coltelli a farfalla)



[nota: la "traslitterazione", ovvero il modo in cui i nomi vengono scritti utilizzando lettere latine, ad esempio A, B, C, non importa, poiché sono tutti scritti allo stesso modo in cinese.
La diversa ortografia è il risultato del dialetto, accento e storia. Le persone, di solito gli occidentali, hanno scritto quello che hanno sentito. E ciò che sentivano differiva in base a da quale parte della Cina provenisse il loro sifu.
Fino a 50 anni fa non esisteva alcuna "traslitterazione" accettata dal cinese in lettere romane. Oggi, tuttavia, il dialetto mandarino (che è il più vicino al dialetto di Pechino) e il suo sistema di traslitterazione Pinyin è il metodo standard accettato.
Eppure esiste ancora un problema per molti occidentali. Il pinyin è utilizzato per la traslitterazione del dialetto mandarino standard, noto come PuTongHua: 普通话.
In Occidente, parole come Kung Fu non provenivano dai madrelingua. Piuttosto provenivano da altri dialetti come il cantonese, il Fujianese e altri.
Ad esempio, Ip Man è pronunciato "Ye Wen" in mandarino. In entrambi i casi, è scritto allo stesso modo in cinese. .
Se vi sentite confusi da tutte le diverse ortografie e pronunce... tutto quello che dovete fare è imparare a leggere il cinese.]

Le forme del Wing Chun hanno gli stessi nomi, ma il modo in cui vengono eseguite, il numero di tecniche all'interno di ciascuna forma e l'ordine varia da scuola a scuola.
E le variazioni possono essere molto marcate. Ciononostante, quando si vede un praticante Wing Chun eseguire una delle forme dello stile, si capisce cosa sta facendo.
"Ah, sta facendo una specie di Sil Lum Tao." "Sta eseguendo un Chum Kiu modificato." "Questa è una strana forma fittizia di legno." Ecc.




1) Siu Nim Tau (小 念頭)

Questa è la prima delle tre forme Wing Chun a mani vuote. Contiene le basi di tutti gli attacchi e le tecniche di difesa con le mani dello stile Wing Chun.
Ad un'occhio inesperto può sembrare troppo semplice. Eppure, questa è l'essenza del Wing Chun - la semplicità.
Praticando la Siu Nim Tau si impara il caratteristico pugno Wing Chun, il colpo di palma, la linea centrale, la posizione e le stoppate (difesa) delle porte superiori, medie e basse, le interruzioni.
Quando si inizia a capire veramente su cosa si sta lavorando, si impara ad apprezzarla, anche quando si diventa uno studente Wing Chun più avanzato.



2) Cham Kiu (尋 桥)

La seconda forma Wing Chun che si apprende. Al contrario della Siu Nim Tau, dove la maggior parte della forma viene eseguita un braccio alla volta. La forma Cham Kiu esegue più movimenti con entrambe le braccia.
Altrettanto importante, la Cham Kiu incorpora il gioco di gambe e i calci. Si inizia ad imparare ad essere mobili ed equilibrati mentre si usano entrambe le braccia, i passi e i calci.



3) Biu Tze (标 指)

È la terza e ultima forma di Wing Chun disarmata. È la forma più avanzata perché per applicarla in un conflitto reale è necessario avere una perfetta coordinazione, equilibrio e gioco di gambe.
Per colpire con precisione i punti di pressione si ha bisogno di affinare la propria abilità per controllare il proprio avversario. Altrimenti non funzionerà.
Inoltre, la forma Biu Tze, insieme agli attacchi con le dita, incorpora anche tutti i calci del Wing Chun, il gioco di gambe, le pause e include i colpi di gomito.



4) Muk Yan Chong (木人 樁)

Troppe persone credono erroneamente che il manichino Wing Chun serva per martellare e colpire duramente. Non vero. Dal momento che il legno è più duro e più denso di pelle, muscoli, tendini e ossa, colpirli duramente, non sarebbe altro che usare la forza contro la forza. Cosa che non si fa nel Wing Chun.
Come tutte le forme, si inizia lentamente per imparare bene la tecnica. Quindi bisogna rilassarsi per aumentare la velocità, in questo modo si costruirà velocità e fluidità.



5) Bart Cham Dao (八 斩 刀)

La maggior parte degli occidentali concorda sul fatto che i coltelli a Farfalla Wing Chun sembrano più piccole spade che coltelli molto grandi.
Quest'arma era originariamente usata dai monaci Shaolin, monaci ai quali non era permesso uccidere. Tuttavia, erano autorizzati a mutilare il loro aggressore tagliandogli i polsi, gomiti, ginocchia e caviglie.
Questa è un'arma ottimale per l'artista Wing Chun.
Ti permette di usare entrambe le braccia insieme, difendere e attaccare allo stesso tempo, incorporare il footwork e i calci, dando allo stesso tempo la possibilità al praticante di portare attacchi sia dal basso che dall'alto, da vicino, dentro e fuori la linea centrale.



6) Luk Dim Boon Kwun (六点 半 杆)

Quest'arma Wing Chun prende il suo nome dal numero di tecniche esercitate nella forma (sei mosse e mezzo / sei colpi e mezzo).
Molte scuole daranno diverse specifiche di come sia fatto il Luk Dim Boon Kwun (da 5 piedi a 13 piedi di lunghezza - quasi 4 metri di lunghezza) di quanto debba essere spesso (la media è di circa un pollice di diametro, 2,54 centimetri), alcuni dicono che è affusolato, altri dicono che non lo è, ecc.
Un'altra cosa, al di fuori dei lineage di Ip Man, alcune famiglie hanno forme del Luk Dim Boon Kwun con più di 6,5 mosse!



mercoledì 21 aprile 2021

Wing Chun funzionale

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Il Wing chun è ben noto per le sue strutture uniche, parata e contattacco simultanei, trapping, i pugni tirati in modo rapido, l'utilizzo della distanza più breve tra due punti e una strategia che include il controllo del centro con una costante pressione in avanti. Molti dei concetti e delle tecniche funzionano molto bene in un contesto di autodifesa o in palestra con un compagno di allenamento collaborativo, sfortunatamente il modo in cui vengono sempre più comunemente insegnati e praticati rende il wing chun inefficace sia in un contesto di combattimento sportivo che per l'autodifesa dura e pura . In questo post, tuttavia, cercherò di mostrarvi come rimediare a questi inconvenienti.

Problemi e soluzioni Wing Chun

La radice della maggior parte dei problemi che un praticante può riscontrare nella pratica del wing chun oggi è principalmente legata a come viene insegnato. Molte scuole purtroppo pur di tenersi stretti i propri allievi, si concentrano maggiormente sugli esercizi o l'eseguzione di forme in solitario, e quando i praticanti si trovano ad eseguire un allenamento con un partner spesso iniziano da posizioni in cui nessuno dei due è in grado di difendersi o attaccare. Oltre ai metodi di allenamento non realistici e alla mancanza di metodi di allenamento realistici, le tecniche vengono aggiunte ad altre tecniche (di solito sotto forma di complesse combinazioni di trapping e blocco) che funzionano solo in una classe di studenti cooperativi o di wing chun condizionati proprio a fare questo genere di esercizi. Quando un praticante si allena in un qualsiasi stile di arti marziali in un ambiente cooperativo o fortemente condizionato/stilizzato, molto probabilmente le tecniche eseguite possono risultare, come le combinazioni e i metodi di allenamento sorprendentemente inefficienti e inefficaci in un contesto reale. Questo è ciò che sfortunatamente sta accadendo con il wing chun oggi, e così vanno perse quelle tecniche e quei principi che si possono trovare alla radice della nascita di questo stile.
Oltre ai problemi tecnici dell'addestramento, è necessario che il praticante apporti aggiunte e adattamenti affinché il Wing Chun che sta studiando torni a fare parte di un sistema di autodifesa completo. Ovvio che la stessa cosa si può dire di ogni stile. I pugni da una configurazione a pugno chiuso devono essere convertiti in palmi, dalla staticità delle posizioni si deve essere in grado passare ad un sapiente footwork (dinamico o statico), e devono essere aggiunti allenamenti con l'uomo di legno, sacchi da boxe a terra e l'apprendistato con le armi.



Perchè il wing chun è fantastico

Struttura tecnica

Le tecniche del wing chun, incluse le tecniche di parata e il conseguente trapping, servono per intrappolare o bloccare gli arti di un avversario al fine di mantenere o creare un'apertura per l'attacco. Le strutture fisiche di queste tecniche sono uniche e si basano su un corretto allineamento osseo piuttosto che sulla forza muscolare. Queste tecniche, combinate con un costante movimento in avanti, possono essere estremamente efficaci nell'autodifesa.

Attacco e difesa simultanei

Il Wing Chun enfatizza il principio di simultaneità sia nell'attacco che nella difesa, o nelle intercettazioni, quindi potenzialmente ci possiamo trovare nella situazione che ogni volta che blocchiamo una tecnica del nostro avversario, possiamo sferrare un attacco simultaneo. Anche ad un livello intermedio di apprendistato dello stile, troviamo dei principi che possono essere usati per deviare un attacco in arrivo, aprendo una breccia nella difesa del nostro avversario. Mentre questo è molto comune in sport da combattimento come il pugilato e il pugilato thailandese è molto meno comune in altre arti marziali tradizionali. Una struttura tecnica solida, una costante pressione in avanti con un principio costante di contrattacco si combinano per creare uno stile formidabile.

Trapping

Nel corso degli anni, soprattutto da quando le MMA sono diventate cose popolari e praticate dai primi anni '90, è nato un serio dibattito sull'efficacia del trapping nello stile wing chun. Questo genere di principio è molto raro che si possa applicare in un combattimento sportivo e ora molti combattenti lo considerano del tutto inefficace. Ci sono tre motivi per questo giudizio, a mio avviso ingiusto.
Primo, perché la maggior parte dell'allenamento eseguito nella stragrande maggioranza delle scuole di wing chun non è realistico, i praticanti non sono in grado di applicare nulla contro un abile combattente, men che meno il complesso trapping che si è studiato con un partner cooperativo. Pertanto, dà l'impressione di non funzionare. In secondo luogo, poiché sembra non funzionare, sono pochissimi i combattenti sportivi che lo prendono sul serio per addestrarlo in maniera che possa diventare efficace. I combattenti non pensano che funzioni, quindi non imparano a usarlo in primo luogo. E in terzo luogo, il trapping è più adatto all'autodifesa che al combattimento sportivo. In un incontro, entrambi i contendenti sanno cosa succede, iniziano da una distanza e sono meno impegnati. È più difficile applicare il trapping con qualcuno che si muove dentro e fuori dalla nostra portata. In uno scenario di autodifesa, invece, il trapping è un'ottimo modo per aiutare a eliminare una minaccia immediata, in cui la trappola serve a impedire all'avversario di difendersi dall'attacco.
Il trapping può anche essere usato efficacemente nel combattimento. Ma sono le trappole semplici quelle che funzionano, e non le combinazioni complesse praticate in molte scuole di wing chun. Un colpo rapido (pak sao) o pull/jerk (lop sao) e un contrattacco simultaneo funzionano molto bene, e tecniche come il bong sao possono essere usate per creare innumerevoli opportunità per ginocchia, gomiti, strozzature o clinch.

Due contro uno

Alcune scuole di wing chun trasmettono in prevalenza questo principio. L'idea è di mantenere una posizione di vantaggio (esterna) da dove si possano usare due mani contro una mano del nostro avversario, piuttosto che stare in piedi "petto contro petto" e combattere due braccia contro due braccia. Nel pugilato questo principio lo si applica girando verso l'esterno mentre si colpisce. Ma nel wing chun, intrappolare, bloccare e afferrare giocano tutti un ruolo importante, quindi se ci si riesce a posizionare all'esterno con un colpo che entra in contatto con il braccio esterno del nostro avversario, e poi afferrarlo o bloccarlo mentre lo contrattacchiamo può funzionare molto bene.

Wing Chun Training

Forme e allenamento in solitario

La maggior parte degli stili di wing chun usa forme da eseguire da soli come metodo principale di pratica. Tuttavia, all'insaputa di molti, tutti gli stili/lineage della scuola wing chun all'inizio non includevano le forme. Nei lignaggi più noti, come ad esempio quello della linea di Yip Man, fanno, pensare che le forme siano una parte necessaria del wing chun. Anche se ci sono alcuni innegabili vantaggi nell'effettuare le forme da soli, questi benefici e molti altri possono essere raggiunti egualmente attraverso la pratica con dei partner. Pertanto, il mio consiglio è di allenare le forme da soli, solo quando non avete partner disponibile con cui praticare.
Le forme di wing chun se osservate con un occhio critico sono abbastanza illogiche. Ognuna di esse ha 108 movimenti, non perché sia la combinazione ideale di tecniche fini a se stesse, ma solo perché questo numero è basato sulle superstizioni cinesi. Le forme quindi sono state create per soddisfare queste superstizioni piuttosto che come una logica sequenza ideale di movimenti per l'allenamento. Se un praticante di wing chun pratica le tecniche da solo, nell'aria, per lui sarebbe più efficiente ed efficace creare una sequenza di tecniche che vorrebbe praticare e semplicemente eseguirle in un modo che abbia un senso, invece di fare una sequenza di 108 movimenti predisposta per non rispecchiare l'effettiva applicazione delle tecniche di combattimento o di autodifesa in essa contenute.
Non c'è niente di sbagliato nella pratica delle forme. Dico solo che si possono ottenere dei risultati interessanti anche con l'utilizzo di sacchi da boxe, un manichino di legno o persino in aria se non sono disponibili dei bersagli. La pratica delle forme deve essere utilizzata per lavorare sui miglioramenti strutturali/tecnici, velocità, potenza, per migliorare il condizionamento e per l'esercizio. Se un praticante sente la necessità di creare una sequenza di tecniche per una più facile ripetizione o come un personale catalogo di movimenti da addestrare, va bene. Ma è importante uscire dagli schemi prestabiliti e puramente teorici. Durante la pratica bisogna sempre immaginare di avere un avversario di fronte a noi e usare tecniche e combinazioni in un modo che abbiano un senso pratico nella realtà.

Trapping

Tutti i blocchi che si riescono ad eseguire nel wing chun sono delle "trappole" in un certo senso. Sono tutti fatti con l'energia che spinge in avanti, con lo scopo di bloccare il proprio avversario e arrestare la sua capacità di bloccare o contrastare il nostro attacco. Praticare una trappola e trasformarla in un attacco, contro un avversario minaccioso, è sia utile da sola che come passo intermedio verso l'uso di trappole contro i successivi attacchi in entrata.
Solitamente si inizia tenendo come punti di riferimento, un braccio in avanti come è tipicamente fatto nel wing chun, questa guardia ha alcuni vantaggi. Addestra i praticanti a cercare una posizione esterna vantaggiosa contro una minaccia, al fine di utilizzare "due mani contro una". Ma è altrettanto importante se non più importante allenare il trapping a partire da una posizione non legata. C'è un detto nel wing chun: "Se c'è un ponte, attraversalo, se non c'è un ponte, costruiscine uno". NON è necessario il contatto con il ponte o il contatto braccio contro braccio per intrappolare. Tuttavia, questo può rendere più facile realizzare il trapping. Spostarsi semplicemente verso l'esterno del proprio avversario può creare quel punto di riferimento per giungere al contatto, ed è un buon modo per addestrare "costruire un ponte e attraversarlo".
Tuttavia, si tenga sempre ben presente che in un combattimento dinamico (rispetto a una minaccia in cui si è in grado di attaccare per primi), non si avrà questo ponte o punto di riferimento per più di una frazione di secondo, e anche se riusciremo ad eseguire la tecnica, sarà in una situazione dinamica e molto movimentata. Il trapping eseguito anche da posizioni non congeniali, è pensato per essere applicato in una situazione di pericolo reale....

Integrare con lo Sparring

Una volta che uno studente si sta addestrando bene le trappole e gli attacchi del Wing Chun, deve essere integrato con uno sparring il più realistico possibile, in cui entrambi i praticanti sono d'accordo al 100% di essere imprevedibili e non collaborativi. La maggior parte degli sparring può essere eseguita a intensità da bassa a moderata, con o senza enfasi. Idealmente, i praticanti dovrebbero avere una solida capacità di boxare, e uno può assumere il ruolo di attaccante mentre l'altro tenta di usare le difese del wing chun. Ciò contribuirà a garantire che gli studenti siano in grado di difendersi dagli attacchi più comuni, e non solo da praticanti dello stile wing chun.


martedì 20 aprile 2021

Calcio (pedata)

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Un calcio è un colpo dato con una parte degli arti inferiori (piede, tibia, ginocchio, o genericamente la gamba).
È un termine di uso comune adottato poi nell'ambito sportivo, in particolare nel combattimento corpo a corpo, nelle arti marziali e negli sport da combattimento.
Nelle arti marziali si parla di "calcio" quando si colpisce con il piede o la tibia, mentre i colpi di ginocchio sono denominati diversamente (normalmente "ginocchiate"). Il calcio è usato nel combattimento soprattutto per attaccare, ma può essere usato anche come arma difensiva nei confronti di altri calci (come lo "stop kick" nel Wing Chun o nel Jeet Kune Do). Sferrare un calcio richiede maggior tempo rispetto al pugno, sebbene sia molto più dirompente e potente dei colpi con le mani, vista la muscolatura coinvolta, il peso dell'arto e il tipo di movimento.
I calci sono una parte fondamentale in molte arti marziali. Alcuni esempi sono: il wushu, il karate, la kickboxing, la Savate, il tangsudo o il taekwondo; altre arti, invece, non usano alcun tipo di calcio, come nel caso dello Jūdō o del pugilato.
Altre arti marziali possono usare alcuni tipi di calci, sebbene limitati agli attacchi alle gambe e alle parti più basse (calcio basso, low kick) del corpo dell'avversario.
Esiste un gran numero di calci; molti hanno dei nomi specifici e spesso lo stesso movimento ha nomi diversi nelle diverse arti marziali. Questo è evidente soprattutto quando i paragoni sono fatti tra le arti marziali occidentali e le arti marziali orientali.
Comunque, prescindendo dai nomi specifici dati ai vari colpi secondo l'arte marziale o secondo la lingua del paese d'origine dell'arte stessa, i calci si possono classificare in diversi modi:
  • Secondo la direzione del calcio rispetto al proprio corpo: calci frontali, calci laterali, calci posteriori (tutti eseguibili a diverse altezze: calci bassi, medi ed alti, con traiettorie ascendenti, discendenti o dirette e parallele al suolo).
  • Secondo il tipo di movimento: calci lineari, calci circolari, calci con rotazione e calci volanti.
  • Secondo la modalità di esecuzione: calci frustati, calci spinti, calci con o senza "caricamento", a gamba flessa, semiflessa o dritta (estesa).
A questo si aggiunge che i calci possono essere eseguiti applicando diverse varianti, quali parti diverse che arrivano a contatto del bersaglio (palla del piede, dita, tallone inferiore o tallone posteriore, taglio o pianta del piede, collo del piede o tibia...) o particolari modalità del movimento di esecuzione (movimenti con intra-rotazione o extra-rotazione della gamba, con movimenti di allontanamento o di avvicinamento della gamba al proprio corpo, per calci circolari anche movimenti "dritti" o "rovesci", in senso orario od antiorario, "aprendo" o "chiudendo"...).
Dalla combinazione dei vari elementi si ottiene la grande varietà di calci esistenti nelle arti marziali