martedì 2 novembre 2021

Quali parti del corpo andrebbero colpite per fermare un potenziale aggressore?

 


Occhi, non un colpo, ma col pollice in modo da cavare un occhio. In alternativa, testicoli, ma torcendo e strappando. Sicuramente, un aggressore non avrà più voglia di rompere le scatole a nessuno. In estrema alternativa, gola e carotide, dato che nel caso della gola l’aggressore può defungere, un processo con questi giudici è inevitabile.



lunedì 1 novembre 2021

Quali sono i punti deboli nel Wing Chun che Bruce Lee ha trovato?

Innanzitutto ci tengo a precisare questo…. ?

  • Dan Inosanto è stato prima allievo e poi braccio destro di Bruce Lee e alla morte di Bruce ha portato avanti i suoi insegnamenti

C'è una profonda disinformazione sull'opera e sulla genialità di Bruce Lee.

  • Bruce Lee ha stabilito il principio CHE NON ESISTE UN'ARTE MARZIALE, UNO STILE DI COMBATTIMENTO O UNO SPORT O ALTRO SUPERIORE IN ASSOLUTO

  • Esiste solo quello piu' adatto in una data situazione a una data distanza e in un dato momento

  • Perciò ha trovato punti deboli nel Wing Chung come li ha trovati nel Karate, nello Judo, e in tutti i suoi innumerevoli studi

  • Ha prima elaborato il Jun Fan o SCUOLA DI SEATTLE che è tutt'ora portato avanti.

  • Poi il Jeet Kune Do che NON E' né un'arte marziale e neppure uno stile ma UN CONCETTO = PRENDI CIO' CHE TI E' UTILE E SCARTA CIO' CHE NON TI SERVE.

  • Oggi si pratica un Jeet Kune Do totalmente diverso da quello di Bruce Lee MA VENGONO PORTATI AVANTI I SUOI INSEGNAMENTI

  • Solo per avere un'idea Bruce Lee combatteva in posizione laterale con la parte forte avanzata (guardia destra) e nel PICCOLO ATTEGGIAMENTO FASICO A GINOCCHIA FLESSE

  • Noi oggi combattiamo in guardia frontale perché si è preso i CONCETTI DEL JKD e li si è adattati alle esigenze dei corpi speciali.

  • Infatti i corpi speciali devono adottare una stance unica per la pattuglia, i blitz, le armi da fuoco, da taglio, il corpo a corpo.

Come ha scritto Bruce nel suo TAO "DOPO LA MIA MORTE TI DIRANNO CHE IL JKD E' QUESTO O QUELLO, NON TI FORMALIZZARE, E' SOLO UN NOME"




domenica 31 ottobre 2021

Quali sono le migliori tecniche di autodifesa?


Guardarsi sempre intorno

Mai abbassare la guardia, tieni d'occhio quello che ti succede intorno e stai pronto a levarti di mezzo se la situazione lo richiede. La vittima più vulnerabile è quella che non si guarda attorno e che sta con la faccia appiccicata allo smartphone quando prende i mezzi o cammina per strada.


Non sembrare un bersaglio

Già l'ho detto mille volte: per difendersi da attenzioni indesiderate spesso basta confondersi con l'ambiente. Se fossi un malintenzionato che prende la metro chi rapineresti, uno che se ne sta in un angolo con una felpa usata e i jeans o uno che sta in bella vista con lo smartphone, le air pods e le scarpe da 200 euro?


Farsi accompagnare

Se devi andare in un posto pericoloso che non conosci, vai con qualcuno che lo conosce. Portati gli amici giusti nei posti giusti. Più tu e le persone con te conoscete il posto dove andate, più siete al sicuro.


NON FAR AVVICINARE NESSUNO

Regola madre dell'autodifesa intelligente. Anche una banda di dieci persone con le mazze da baseball per poterti fare qualcosa deve prima arrivare alla distanza giusta. Non fare mai avvicinare nessuno che non conosci quando cammini per strada, chissenefrega di quanto sembra innocuo quel vecchietto che ti ha chiesto due euro o di quanto è stato educato quel ragazzo che vuole una sigaretta. Continua a camminare, di di no e non fermarti. Indietreggia, se ti chiudono le vie di uscita allontanali con una spinta e levati di torno. Finchè sei in movimento, finchè tieni gli estranei a distanza, nessuno può farti nulla.



 




sabato 30 ottobre 2021

È possibile far svenire qualcuno esercitando della pressione in un punto preciso del collo?

 

Immagine dal Netter, atlante di anatomia umana


A livello delle carotidi, per capirci vicino a dove con le dita si possono percepire le pulsazioni, si trova il seno carotideo. Questo è costituito da un gruppo di cellule deputate al controllo e alla regolazione della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca. Queste cellule si attivano all'aumentare della pressione arteriosa rilevata, andando ad abbassarla se troppo alta; questo meccanismo rientra in un sistema di regolazione a feedback (o se vogliamo evitare gli anglicismo, retroazione). Cosa si intende? Lo stato del sistema cardiocircolatorio, pressione e frequenza sono regolati a più livelli; qui, se la pressione aumenta, il seno carotideo stima questo aumento e di rimando induce una diminuzione della pressione e una diminuzione dei battiti.

Se noi effettuiamo una pressione sulla zona dove si trovano i seni carotidei, potrebbe essere interpretata da questi come un aumento brusco della pressione sanguigna inducendo così una risposta ipotensiva nel soggetto che potrebbe addirittura causargli una sincope, per via della bradicardia e dell’ipotensione indotta. Quindi, più che come ti hanno risposto per un ipoafflusso di sangue, la vera causa dello svenimento è lo stimolare questo meccanismo. Ci sono delle manovre diagnostiche e terapeutiche che sfruttano questa tecnica, chiamata massaggio carotideo. È interessante notare che è la stessa tecnica che si vede usare a volte nei film di spionaggio o azione per tramortire l'avversario.

In alcuni soggetti, l’attivazione del seno carotideo può causare bradicardia e ipotensione con conseguente sincope. Tale attivazione può avvenire spontaneamente durante le normali attività quotidiane come rasatura, mentre ci si stringe il nodo della cravatta, in seguito a bruschi movimenti del coll etc.. Questa situazione però rientra nell'ambito del patologico (per una sorta di iper reattività).




venerdì 29 ottobre 2021

Qual è il miglior sport per l’autodifesa?

Corsa.



Una persona in salute, uomo o donna che sia, che corre regolarmente per lunghe distanze a livello agonistico, può distanziare con facilità il 99% della popolazione.

Quando la situazione comincia a farsi pesante la soluzione più efficacie, saggia e sicura per preservare la propria incolumità è correre via.

Non sono un avvocato, ma posso dire con certezza che nessuno è mai stato processato e condannato per eccesso di legittima difesa per essere corso via da una situazione spiacevole.



giovedì 28 ottobre 2021

Come difendersi da chi ci manca di rispetto?




 

STABILENDO DEI LIMITI!

Se vi mancano di rispetto, stabilite dei limiti e proteggetevi dalle aggressioni (dirette o indirette). Non siamo venuti al mondo per sopportare gli attacchi altrui, per quanto siano velati, e ancor meno abbiamo fatto qualcosa per meritarli. Non possiamo controllare il comportamento di tutti, ma possiamo imparare a stabilire dei limiti e delle conseguenze se vengono oltrepassati.

Siamo arrivati a normalizzare la mancanza di rispetto come qualcosa propria dei rapporti di potere. Come se fosse un aspetto tollerabile nelle relazioni tra persone “di diversi livelli gerarchici”.

Ci scusiamo e scusiamo gli altri. “Non aspettarti che ti trattino bene solo perché sei nuovo” e tante frasi del genere.

Ognuno di noi ha la capacità di stabilire dei limiti. Quel che è certo è che molte volte non sappiamo se i limiti del rispetto siano stati superati o meno in un rapporto. È fondamentale chiarire cosa siamo disposti a tollerare in una relazione, che sia tra amici, conoscenti colleghi di lavoro o in famiglia.

Nei rapporti umani, nessuno è superiore agli altri. Siamo tutti diversi e ricopriamo ruoli diversi, ma nessuno è “umanamente superiore”. Dunque, se permettiamo a qualcuno di farci del male o di ferirci, non dovremmo pensare che la superiorità sia un motivo valido. Altrimenti, tutte le persone “superiori” a noi avrebbero il diritto di ferirci e di farci del male. Se nessuno è superiore agli altri, allora forse dovremmo chiederci quanto potere stiamo dando a quella persona o quelle persone che ci feriscono. Finiamo per concedere alle persone il potere di farci del male e di farci stare male accettando la mancanza di rispetto da parte loro come una cosa normale e gliela concediamo.


Se non stabiliamo dei limiti, diamo all’altro il permesso di ferirci

Molte volte sorridiamo o “stendiamo un velo pietoso” per evitare di essere onesti e coerenti con i nostri limiti e farli vedere all’altro. Un altro caso in cui stiamo zitti è perché ci sentiamo in colpa ad essere assertivi. Conosciamo talmente poco questo campo che spesso il nostro messaggio di censura verso l’atteggiamento osservato è poco chiaro.


Non inganniamoci, non meritiamo che gli altri ci manchino di rispetto

Anche se in certi momenti sopportare una mancanza di rispetto è questione di sopravvivenza, non significa che lo sia sempre. Se qualcuno ci manca di rispetto di frequente, allora dovremmo chiederci se lo stiamo accettando per sopravvivere o perché non siamo in grado di stabilire dei limiti e non ci valorizziamo abbastanza.

Non meritiamo che gli altri ci manchino di rispetto quindi chiedetevi se vale davvero la pena sopportare il dolore e con un sorriso cambiare discorso o se è meglio far presente che hanno oltrepassato il limite.

Senza dubbio è una grande sfida e richiede un certo sforzo, soprattutto quando non si è abituati a farsi valere. Tuttavia, bisogna farlo. È necessario rispettare noi stessi piuttosto che permettere agli altri di mancarci di rispetto solo perché vogliamo la loro approvazione.

È questione di amor proprio. Una sfida per trovare la felicità in una società di false apparenze. Dunque, dato che la vita non aspetta e soprattutto è la VOSTRA vita, scegliete di rispettarvi quando gli altri non lo fanno!


mercoledì 27 ottobre 2021

Il Wing Chun e il combattimento. Ti prepara?







Iniziamo dalla risposta breve: NO
A volte sembra scontato e si da perfino per sottinteso, ma in sostanza... è la sostanza!
Se tu vai a praticare Wing Chun in tre palestre diverse troverai tre stili completamente diversi.
La prima domanda non è "cosa vuoi praticare?" ma "per quale motivo vuoi praticare?".
Il Wing Chun, come ogni arte marziale, è un mezzo, non l'obiettivo, e come ogni mezzo può essere utilizzato in modi differenti.
L'errore più comune è identificare un'arte marziale con i suoi esercizi. Wing Chun uguale Chi Sao e Lat Sao. Karate uguale kata. Kali Escrima uguale hubad lubad. Questo errore ci porta a credere che scegliendo due diversi insegnanti in due diverse palestre di Wing Chun praticheremo la stessa disciplina.
"Ah... anche io faccio Wing Chun!! vado li... facciamo le stesse cose" decisamente NO.
"Io corro, corri anche tu? facciamo la stessa cosa!" decisamente NO, io sono un centometrista tu fai maratona... la corsa è un mezzo, il fine è un altro.
Quindi per non cascare in questo errore che sembra banale ma che vi cambia la vita (sul serio), la prima cosa da capire è per quale motivo stiamo praticando e cercare un insegnante che abbia per davvero lo stesso obiettivo. In base a come mi alleno arriverò a diversi risultati e le differenze saranno abissali.
Le arti marziali, non gli sport da combattimento, sono uno studio sul proprio corpo, sulle proprie reazioni, sulla gestione motoria. Ti insegnano a muoverti correttamente seguendo determinati schemi, ad avere una buona struttura, a reagire in un determinato modo agli stimoli esterni. Ti permettono di acquisire la consapevolezza del tuo corpo e della tua mente. Ma questo è solo l'inizio.
Una volta che padroneggi decentemente l'arte marziale che studi, possiamo dire che sei "cintura nera" e quindi che hai finito... ti piacerebbe... vuol dire solamente che hai appena cominciato, che hai lontanamente iniziato a capire di cosa stai parlando. E il giorno in cui i tuoi movimenti saranno perfetti, la tua struttura sarà impeccabile, sarai preciso al millimetro, nemmeno allora sarai pronto, perché l'arte marziale non ti prepara a questo, parallelamente bisogna portare avanti una serie di studi sulle strategie di combattimento e difesa personale e sugli approcci psicologici.
Questo è il motivo per il quale gli sport da combattimento danno un'importanza decisamente minore alla perfezione della tecnica a vantaggio della preparazione fisica e delle strategie "preconfezionate". Perché a livello pratico hanno buone probabilità di riuscita.
E questo è anche il motivo per il quale recentemente sono nati moltissimi nuovi sistemi (il termine sistema calza a pennello perché non sono arti marziali), e cioè in risposta alla richiesta di noi occidentali che dopo aver studiato arti marziali per anni, convinti di arrivare dove volevamo, ad un certo punto ci siamo chiesti "perché non funziona?".
Lo so, ve la siete fatta questa domanda. Poi è arrivata la depressione.
Tradizionalmente chi studiava Wing Chun poi si andava a menare nei combattimenti clandestini e elaborava le sue strategie. Ecco perché il suo studio si limitava a Chi Sao, Lat Sao, forme e qualche altro esercizio, perché poi c'era la prova sul campo.
Oggi la maggior parte dei praticanti, la prova sul campo non la fa, ma il programma di studio tradizionale è lo stesso e non è sufficiente, e quindi sono nati dei sistemi che sembrano rivoluzionari ma che altro non sono che l'espressione delle stesse arti marziali studiate, applicate a differenti strategie di combattimento e autodifesa, al quale poi diamo un nome. Questi sistemi sono validi, ma spesso sono carenti di tecnica, struttura, principi e tutte le altre buone caratteristiche che hanno le arti marziali.
Quindi è per questo che credo sia fondamentale oggi studiare il Wing Chun (o qualsiasi altra arte marziale) e parallelamente portare avanti anche uno studio sulle strategie di difesa personale, di combattimento e di approccio psicologico, perché diversamente rischiamo di non raggiungere i nostri obiettivi.