domenica 31 ottobre 2021

Quali sono le migliori tecniche di autodifesa?


Guardarsi sempre intorno

Mai abbassare la guardia, tieni d'occhio quello che ti succede intorno e stai pronto a levarti di mezzo se la situazione lo richiede. La vittima più vulnerabile è quella che non si guarda attorno e che sta con la faccia appiccicata allo smartphone quando prende i mezzi o cammina per strada.


Non sembrare un bersaglio

Già l'ho detto mille volte: per difendersi da attenzioni indesiderate spesso basta confondersi con l'ambiente. Se fossi un malintenzionato che prende la metro chi rapineresti, uno che se ne sta in un angolo con una felpa usata e i jeans o uno che sta in bella vista con lo smartphone, le air pods e le scarpe da 200 euro?


Farsi accompagnare

Se devi andare in un posto pericoloso che non conosci, vai con qualcuno che lo conosce. Portati gli amici giusti nei posti giusti. Più tu e le persone con te conoscete il posto dove andate, più siete al sicuro.


NON FAR AVVICINARE NESSUNO

Regola madre dell'autodifesa intelligente. Anche una banda di dieci persone con le mazze da baseball per poterti fare qualcosa deve prima arrivare alla distanza giusta. Non fare mai avvicinare nessuno che non conosci quando cammini per strada, chissenefrega di quanto sembra innocuo quel vecchietto che ti ha chiesto due euro o di quanto è stato educato quel ragazzo che vuole una sigaretta. Continua a camminare, di di no e non fermarti. Indietreggia, se ti chiudono le vie di uscita allontanali con una spinta e levati di torno. Finchè sei in movimento, finchè tieni gli estranei a distanza, nessuno può farti nulla.



 




sabato 30 ottobre 2021

È possibile far svenire qualcuno esercitando della pressione in un punto preciso del collo?

 

Immagine dal Netter, atlante di anatomia umana


A livello delle carotidi, per capirci vicino a dove con le dita si possono percepire le pulsazioni, si trova il seno carotideo. Questo è costituito da un gruppo di cellule deputate al controllo e alla regolazione della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca. Queste cellule si attivano all'aumentare della pressione arteriosa rilevata, andando ad abbassarla se troppo alta; questo meccanismo rientra in un sistema di regolazione a feedback (o se vogliamo evitare gli anglicismo, retroazione). Cosa si intende? Lo stato del sistema cardiocircolatorio, pressione e frequenza sono regolati a più livelli; qui, se la pressione aumenta, il seno carotideo stima questo aumento e di rimando induce una diminuzione della pressione e una diminuzione dei battiti.

Se noi effettuiamo una pressione sulla zona dove si trovano i seni carotidei, potrebbe essere interpretata da questi come un aumento brusco della pressione sanguigna inducendo così una risposta ipotensiva nel soggetto che potrebbe addirittura causargli una sincope, per via della bradicardia e dell’ipotensione indotta. Quindi, più che come ti hanno risposto per un ipoafflusso di sangue, la vera causa dello svenimento è lo stimolare questo meccanismo. Ci sono delle manovre diagnostiche e terapeutiche che sfruttano questa tecnica, chiamata massaggio carotideo. È interessante notare che è la stessa tecnica che si vede usare a volte nei film di spionaggio o azione per tramortire l'avversario.

In alcuni soggetti, l’attivazione del seno carotideo può causare bradicardia e ipotensione con conseguente sincope. Tale attivazione può avvenire spontaneamente durante le normali attività quotidiane come rasatura, mentre ci si stringe il nodo della cravatta, in seguito a bruschi movimenti del coll etc.. Questa situazione però rientra nell'ambito del patologico (per una sorta di iper reattività).




venerdì 29 ottobre 2021

Qual è il miglior sport per l’autodifesa?

Corsa.



Una persona in salute, uomo o donna che sia, che corre regolarmente per lunghe distanze a livello agonistico, può distanziare con facilità il 99% della popolazione.

Quando la situazione comincia a farsi pesante la soluzione più efficacie, saggia e sicura per preservare la propria incolumità è correre via.

Non sono un avvocato, ma posso dire con certezza che nessuno è mai stato processato e condannato per eccesso di legittima difesa per essere corso via da una situazione spiacevole.



giovedì 28 ottobre 2021

Come difendersi da chi ci manca di rispetto?




 

STABILENDO DEI LIMITI!

Se vi mancano di rispetto, stabilite dei limiti e proteggetevi dalle aggressioni (dirette o indirette). Non siamo venuti al mondo per sopportare gli attacchi altrui, per quanto siano velati, e ancor meno abbiamo fatto qualcosa per meritarli. Non possiamo controllare il comportamento di tutti, ma possiamo imparare a stabilire dei limiti e delle conseguenze se vengono oltrepassati.

Siamo arrivati a normalizzare la mancanza di rispetto come qualcosa propria dei rapporti di potere. Come se fosse un aspetto tollerabile nelle relazioni tra persone “di diversi livelli gerarchici”.

Ci scusiamo e scusiamo gli altri. “Non aspettarti che ti trattino bene solo perché sei nuovo” e tante frasi del genere.

Ognuno di noi ha la capacità di stabilire dei limiti. Quel che è certo è che molte volte non sappiamo se i limiti del rispetto siano stati superati o meno in un rapporto. È fondamentale chiarire cosa siamo disposti a tollerare in una relazione, che sia tra amici, conoscenti colleghi di lavoro o in famiglia.

Nei rapporti umani, nessuno è superiore agli altri. Siamo tutti diversi e ricopriamo ruoli diversi, ma nessuno è “umanamente superiore”. Dunque, se permettiamo a qualcuno di farci del male o di ferirci, non dovremmo pensare che la superiorità sia un motivo valido. Altrimenti, tutte le persone “superiori” a noi avrebbero il diritto di ferirci e di farci del male. Se nessuno è superiore agli altri, allora forse dovremmo chiederci quanto potere stiamo dando a quella persona o quelle persone che ci feriscono. Finiamo per concedere alle persone il potere di farci del male e di farci stare male accettando la mancanza di rispetto da parte loro come una cosa normale e gliela concediamo.


Se non stabiliamo dei limiti, diamo all’altro il permesso di ferirci

Molte volte sorridiamo o “stendiamo un velo pietoso” per evitare di essere onesti e coerenti con i nostri limiti e farli vedere all’altro. Un altro caso in cui stiamo zitti è perché ci sentiamo in colpa ad essere assertivi. Conosciamo talmente poco questo campo che spesso il nostro messaggio di censura verso l’atteggiamento osservato è poco chiaro.


Non inganniamoci, non meritiamo che gli altri ci manchino di rispetto

Anche se in certi momenti sopportare una mancanza di rispetto è questione di sopravvivenza, non significa che lo sia sempre. Se qualcuno ci manca di rispetto di frequente, allora dovremmo chiederci se lo stiamo accettando per sopravvivere o perché non siamo in grado di stabilire dei limiti e non ci valorizziamo abbastanza.

Non meritiamo che gli altri ci manchino di rispetto quindi chiedetevi se vale davvero la pena sopportare il dolore e con un sorriso cambiare discorso o se è meglio far presente che hanno oltrepassato il limite.

Senza dubbio è una grande sfida e richiede un certo sforzo, soprattutto quando non si è abituati a farsi valere. Tuttavia, bisogna farlo. È necessario rispettare noi stessi piuttosto che permettere agli altri di mancarci di rispetto solo perché vogliamo la loro approvazione.

È questione di amor proprio. Una sfida per trovare la felicità in una società di false apparenze. Dunque, dato che la vita non aspetta e soprattutto è la VOSTRA vita, scegliete di rispettarvi quando gli altri non lo fanno!


mercoledì 27 ottobre 2021

Il Wing Chun e il combattimento. Ti prepara?







Iniziamo dalla risposta breve: NO
A volte sembra scontato e si da perfino per sottinteso, ma in sostanza... è la sostanza!
Se tu vai a praticare Wing Chun in tre palestre diverse troverai tre stili completamente diversi.
La prima domanda non è "cosa vuoi praticare?" ma "per quale motivo vuoi praticare?".
Il Wing Chun, come ogni arte marziale, è un mezzo, non l'obiettivo, e come ogni mezzo può essere utilizzato in modi differenti.
L'errore più comune è identificare un'arte marziale con i suoi esercizi. Wing Chun uguale Chi Sao e Lat Sao. Karate uguale kata. Kali Escrima uguale hubad lubad. Questo errore ci porta a credere che scegliendo due diversi insegnanti in due diverse palestre di Wing Chun praticheremo la stessa disciplina.
"Ah... anche io faccio Wing Chun!! vado li... facciamo le stesse cose" decisamente NO.
"Io corro, corri anche tu? facciamo la stessa cosa!" decisamente NO, io sono un centometrista tu fai maratona... la corsa è un mezzo, il fine è un altro.
Quindi per non cascare in questo errore che sembra banale ma che vi cambia la vita (sul serio), la prima cosa da capire è per quale motivo stiamo praticando e cercare un insegnante che abbia per davvero lo stesso obiettivo. In base a come mi alleno arriverò a diversi risultati e le differenze saranno abissali.
Le arti marziali, non gli sport da combattimento, sono uno studio sul proprio corpo, sulle proprie reazioni, sulla gestione motoria. Ti insegnano a muoverti correttamente seguendo determinati schemi, ad avere una buona struttura, a reagire in un determinato modo agli stimoli esterni. Ti permettono di acquisire la consapevolezza del tuo corpo e della tua mente. Ma questo è solo l'inizio.
Una volta che padroneggi decentemente l'arte marziale che studi, possiamo dire che sei "cintura nera" e quindi che hai finito... ti piacerebbe... vuol dire solamente che hai appena cominciato, che hai lontanamente iniziato a capire di cosa stai parlando. E il giorno in cui i tuoi movimenti saranno perfetti, la tua struttura sarà impeccabile, sarai preciso al millimetro, nemmeno allora sarai pronto, perché l'arte marziale non ti prepara a questo, parallelamente bisogna portare avanti una serie di studi sulle strategie di combattimento e difesa personale e sugli approcci psicologici.
Questo è il motivo per il quale gli sport da combattimento danno un'importanza decisamente minore alla perfezione della tecnica a vantaggio della preparazione fisica e delle strategie "preconfezionate". Perché a livello pratico hanno buone probabilità di riuscita.
E questo è anche il motivo per il quale recentemente sono nati moltissimi nuovi sistemi (il termine sistema calza a pennello perché non sono arti marziali), e cioè in risposta alla richiesta di noi occidentali che dopo aver studiato arti marziali per anni, convinti di arrivare dove volevamo, ad un certo punto ci siamo chiesti "perché non funziona?".
Lo so, ve la siete fatta questa domanda. Poi è arrivata la depressione.
Tradizionalmente chi studiava Wing Chun poi si andava a menare nei combattimenti clandestini e elaborava le sue strategie. Ecco perché il suo studio si limitava a Chi Sao, Lat Sao, forme e qualche altro esercizio, perché poi c'era la prova sul campo.
Oggi la maggior parte dei praticanti, la prova sul campo non la fa, ma il programma di studio tradizionale è lo stesso e non è sufficiente, e quindi sono nati dei sistemi che sembrano rivoluzionari ma che altro non sono che l'espressione delle stesse arti marziali studiate, applicate a differenti strategie di combattimento e autodifesa, al quale poi diamo un nome. Questi sistemi sono validi, ma spesso sono carenti di tecnica, struttura, principi e tutte le altre buone caratteristiche che hanno le arti marziali.
Quindi è per questo che credo sia fondamentale oggi studiare il Wing Chun (o qualsiasi altra arte marziale) e parallelamente portare avanti anche uno studio sulle strategie di difesa personale, di combattimento e di approccio psicologico, perché diversamente rischiamo di non raggiungere i nostri obiettivi.



martedì 26 ottobre 2021

Consigli per imparare il Wing Chun








Imparare il Wing Chun, come per ogni Arte Marziale, è una cosa impegnativa che richiede molta determinazione.
Eccovi alcuni consigli per tracciare il vostro percorso di apprendimento.

1) Praticare arti marziali tutti i giorni e per più tempo possibile.

Come spesso accade, le cose date per scontato sono quelle più ignorate, eppure sono importanti. Non si impara il Wing Chun se non lo si allena, non basta l'atto formale di iscriversi ad un corso.
Si sa che il lavoro, la famiglia e i doveri ci portano via tutto il tempo a nostra disposizione e anzi non basta mai, ma se il nostro obiettivo è quello di imparare le arti marziali, purtroppo in qualche modo dovremo trovarne.
Se non riuscite tutti i giorni, dedicate alla pratica tutto il tempo che potete, bisogna allenarsi e allenarsi.

2) Alternare periodi di full immersion con periodi di basso regime.

Spesso può risultare più producente alternare dei periodi in cui ci alleniamo in modo impegnativo, con altri in cui facciamo un allenamento di mantenimento. Non mi riferisco al fisico, ma ad allenamenti tecnico/pratici.
Mantenere un regime alto per troppo tempo potrebbe creare dello stress con il rischio di effetti negativi sulla pratica.
Quindi come sempre è l'equilibrio delle cose ad avere la meglio.

3) Cambiare esercizi e argomenti di studio.

Non è bene fossilizzarsi sugli stessi esercizi e allenarsi sempre nello stesso modo, anzi è bene periodicamente cambiare "argomento".
Per esempio potremmo concentrarci per un mese sul Chi Sao per poi passare al Lat Sao nel periodo successivo. Oppure dedicare un tot di tempo alle tecniche di gambe e successivamente allenare quelle di braccia.
Il vostro programma dovrebbe prevedere una base di allenamento fisso che vi permette di ripassare i fondamentali,e una variabile che cambia in base a come siete predisposti.
Inoltre sarebbe bene allenare l'argomento scelto con esercizi sempre differenti.

4) Ripassare le forme ogni 8 ore.

Gli schemi di movimento del Wing Chun (principi e tecniche), devono essere interiorizzati per venire fuori nel momento del bisogno, non basta conoscerli in modo razionale, bisogna renderli istintivi. Solita differenza tra teoria e pratica.
Un movimento dovrebbe essere ripetuto almeno una volta ogni otto ore per far sì che rimanga sempre "caldo" e "attivo" nel nostro istinto.
La Siu Nim Tao (prima forma) ci dà un elenco di tecniche e principi base, almeno questa è da eseguire con questa frequenza. Le altre due forme a mani nude, se non è possibile ogni otto ore, vanno ripassate comunque giornalmente.

5) E' inutile perdersi in tecnicismi: il Wing Chun è efficacia.

Spesso i marzialisti, sopratutto chi pratica Wing Chun, si perdono nei tecnicismi. Essere bravi e tecnici non vuol dire fossilizzarsi sulla tecnica. Praticare arti marziali non è precisione millimetrica, ma concretizzazione dell'unione di mente e corpo. Essere tecnici è importante ai fini della pratica, non oltre.
Eseguire alla perfezione la sequenza di una sezione di Chi Sao non è praticare arti marziali, ma acquisire maestria nell'eseguire quella sequenza. L'esercizio, in questo caso la sezione, invece di essere lo strumento per allenarsi diventa l'obiettivo per cui vi allenate e questo è totalmente sbagliato.
Sarete bravissimi ad eseguire quella sezione ma in caso di necessità il Wing Chun non ci sarà.

6) Allenare il Chi Sao nel giusto modo e nella giusta misura.
Il Wing Chun è Chi Sao ma il Wing Chun non è Chi Sao...
Il Chi Sao è l'essenza del Wing Chun... i principi, le strategie, le tecniche, l'energia, il vostro corpo, la vostra mente. Tutto si fonde in un unica essenza che si sprigiona nel Chi Sao.
Ma fare Chi Sao non è fare Wing Chun. L'esercizio del Chi Sao è una componente del Wing Chun, ma non basta ad allenarsi correttamente, anzi: il troppo stroppia.
Molti praticanti basano quasi tutto il loro allenamento sulla pratica del Chi Sao. Il risultato è che diventano completamente inadeguati alla reltà del combattimento. Fatevi due conti.

7) Attenzione anche a timing, distance e test/sparring.

Nell'allenamento di un praticante di arti marziali non c'è solo la parte tecnica relativa alla propria disciplina, questo vale anche per il Wing Chun.
Il fatto che nelle forme, nel Chi Sao e nel Lat Sao, non ci siano esercizi per il tempismo, la gestione della distanza e l'allenamento pratico attacca/difendi, non vuol dire che non si debbano allenare.
Ogni disciplina marziale necessita di pratica incentrata su timing, distance e test/sparring.
Riflessi ed esperienza si fanno o così o combattendo per strada. A voi la scelta.

8) Il Wing Chun non è tutto, bisogna avere una visione a 360°.

Ok ci piace il Wing Chun, ma è bene guardare oltre, essere un po' curiosi. Dedicarsi ad una disciplina marziale non vuol dire tifare una squadra e mettersi contro un'altra. Sarebbe bene buttare un occhio a cosa si fa nelle altre discipline per avere sempre una visione ampia delle arti marziali. Provare anche qualcos'altro se il nostro insegnante non si preoccupa di darci un'infarinatura di più elementi.
Potrebbe essere interessante ed opportuno esercitarsi con armi bianche, provare del combattimento a terra, allenarsi con qualcuno che pratica diversamente da noi. Nella storia dell'umanità è stato provato più volte che il confronto ci fa crescere.

9) Essere critici ma non disfattisti: trovate un buon Maestro.

Praticare seguendo dogmi è come lanciarsi da un ponte perché ci dicono di farlo, e quindi il mio consiglio è quello di essere sempre critici e di usare la testa.
Se le cose sono troppo strane è totalmente inefficaci è inutile sbatterci la testa contro, perché se non funzionano in palestra non funzioneranno mai per strada.
Però fate attenzione, se una cosa non riuscite a farla non vuol dire che sia sbagliata, ed essere critici non vuol dire fare i disfattisti.
Come sempre è l'equilibrio delle cose ad avere la meglio. Provateci, allenatevi e poi con calma siate critici. Magari una cosa non è adatta solo per voi.
Cercate e trovate un buon Maestro e dei buoni compagni con cui andate d'accordo e portategli rispetto, qualcuno che vi passi la sua esperienza, che vi insegni il suo Wing Chun e non un programma fatto da altri e seguito alla cieca.

10) La mente governa sul corpo.

Infine ricordatevi sempre che è la mente a governare sul corpo e il corpo è uno strumento per placare la mente. Trovate nelle arti marziali la vostra forma di meditazione e vuotate la mente quando vi allenate. Concentratevi, non pensate ad altro.
Se non potete allenarvi durante il giorno, pensate al Wing Chun, agli esercizi, alle forme. Cercate di immaginare le sensazioni di quando vi allenate, di riprodurre nella vostra mente i movimenti, immaginate di farli per davvero. Ragionate sulle tecniche, sui principi, sulle strategie.
Quando vi allenate mentre eseguite le tecniche, immaginate di applicarle in contesti reali, comunicate alla vostra mente che quei movimenti sono da collegare alla realtà e non sono movimenti fini a se stessi.
Il corpo è il vostro strumento per arrivare alla mente, ma è nella mente che risiede l'istinto. E' li che dovete infilare il Wing Chun.

Ci sarebbero tantissime altre cose da dire, ma queste credo siano le più importanti, poi ognuno deve tracciare il proprio percorso diversamente dagli altri, perché è suo il percorso. Spero vi siano utili.

lunedì 25 ottobre 2021

La differenza tra il Wing Chun e il Wing Tsun

il Wing Chun o il Wing Tsun? alleniamoci a Torino



Prima di tutto parliamo di traduzione o meglio di traslitterazione.

Come tutti noi sappiamo il Kung Fu è cinese e la Cina è grande, se andate in Calabria e in Piemonte sentite parlare due lingue diverse, figuriamoci cosa accade in Cina.
I cinesi utilizzano gli Ideogrammi (da Wikipedia): "Wing Chun Kuen (永春拳, Pugilato dell'Eterna Primavera)"
Vengono utilizzati anche altri ideogrammi.
Il primo problema quindi è la traslitterazione degli ideogrammi in caratteri occidentali.
Ma allora perché si parla di lignaggio e perchè chi pratica Wing Chun si muove diversamente da chi pratica ad esempio Wing Tsun o Wing Tjun o Wing Tzun o Ving Tchun ?
In realtà è abbastanza semplice.

Le federazioni.

Per farla breve e semplificando esistono alcuni canali principali, o meglio più diffusi, e da questi svariate derivazioni.
Fino a pochi anni fa normalmente chi praticava "wing chun" era legato ad un canale più "tradizionale" (questo termine è da prendere molto alla leggera perché di tradizionale oggi come oggi c'è ben poco). Ad esempio chi segue il filone di Wong Shun Leung o di William Cheung solitamente si identifica così.
Chi invece segue il filone di Leung Ting (il ramo principale è nell'EWTO) normalmente si identifica con il "wing tsun" e solitamente segue un programma rielaborato e più "occidentalizzato".
Le forme sono sempre le stesse ma vengono eseguite in modo molto diverso, visivamente i primi si muovono passando da una postura all'altra rapidamente e facendo delle pause sulla postura (alcuni lo definiscono "scattoso"). I secondi normalmente seguono un flusso unico più morbido muovendosi più lentamente tra le posture e soffermandocisi di meno.
Il modo di fare le forme ovviamente influisce su tutto il metodo e tutto il loro WX.
Il tutto comunque pretende di arrivare da Ip Man.

Oggi le cose sono un po' cambiate.

Dai canali principali, per mille motivi diversi (opinioni diverse, motivi commerciali, ecc), sono nate altre ramificazioni. Alcuni hanno praticato da entrambi i canali principali, altri hanno subito influenze di altre Arti Marziali (Kali Escrima, Tai Chi, Boxe, Jeet Kune Do, Brazilian Jiu Jitsu, ecc), altri ancora per disperazione sono fuggiti da alcune federazioni più interessate a vendere un prodotto che non ad insegnare il WX, ed infine alcuni hanno tentato disperatamente di risalire ad uno stile più antico con risultati a mio parere palesemente ridicoli, o tentando di cambiare prodotto di vendita.
Generalizzando di solito chi nel proprio nome utilizza la "T" (Tzun, Tjun, Tchun, ecc) deriva in buona parte dal ramo di Leung Ting, chi invece continua ad utilizzare la "C" può derivare da qualsiasi cosa.
Wing Chun Kuen (kuen vuol dire "pugno") è il modo più diffuso di indicare questo stile di Kung Fu ed io ho scelto di utilizzare questo nome per non voler fare riferimento a nessun ramo.
A mio parere ogni lignaggio è interessante e ci sono molti spunti, ma sono gruppi con una mentalità troppo chiusa per i miei gusti e spesso non guardano al di la delle loro convinzioni.
Io sono dell'idea che c'è da imparare da chiunque e quindi seguo ogni canale ascoltando, confrontando e cercando di capire perché uno la pensa in un modo e uno di un altro.
Dalle diverse opinioni nasce l'evoluzione, il tradizionale è importante per studiare e capire, ma è dell'attuale che ci vestiamo tutti i giorni.