Il Shaolinquan (少林拳,
Shàolínquán, Shaolin Ch'üan, letteralmente
"Pugilato della Giovane Foresta") è uno stile delle arti
marziali tradizionali cinesi originariamente praticato dai monaci
buddisti del Monastero di Shaolin nella provincia di Henan, Cina. Da
alcuni lo stile Shaolin oltre ad essere considerato uno dei più
efficaci e antichi stili delle arti marziali asiatiche, ne è
ritenuto il progenitore, avendone influenzato in maniera diretta o
indiretta la nascita e lo sviluppo.
Shao lin quan è un termine
delle arti marziali cinesi con diverse sfumature di significato.
Può essere un sinonimo di Waijia,
cioè sta ad indicare l'insieme di tutti gli stili cosiddetti
esterni;
Può essere l'insieme di tutti gli
stili che rivendicano la propria origine dal Pugilato praticato
presso i templi Shaolin. In questo caso sarebbe più corretto
parlare di Shaolinpai (少林派);
Può essere il nome dei pugilati
che nel corso delle varie epoche si sono avvicendati e sono stati
praticati all'interno del tempio Shaolin;
Può essere il nome del pugilato
attualmente praticato nelle diverse scuole che sorgono nelle
immediate vicinanze del tempio, uno stile estremamente codificato e
ricostruito in epoca relativamente recente;
Spettacolo dimostrativo di Kung-fu al monastero di
Daxiangguo
Storia
La storia dello Shaolinquan è
profondamente intrecciata con la storia politica e religiosa della
Cina, con la nascita di altri stili e di numerose figure storiche. Ha
influenzato l'operato di diversi Imperatori quindi la storia stessa
dell'Impero Cinese come indirettamente ha influenzato diverse
popolazioni e civiltà orientali. Di seguito verranno affrontati sia
gli aspetti storici inerenti alla sola evoluzione dello stile, ma
anche fatti politici, storici e religiosi legati alla Cina, al Tempio
ed altro, onde avere ben chiara l'evoluzione e l'influenza di questo
stile.
Prime
testimonianze
La presenza delle arti marziali a
Shaolin non è stata improvvisa: da sempre i monaci, visto il loro
stile di vita e pellegrinaggi continui, erano propensi alle arti di
combattimento. Per alcuni, già nel 510 a Shaolinsi esisteva un
"Pugno di Shaolin". Per esempio secondo Kieffer e Zanini
due discepoli di Batuo (跋陀)
creano il “pugilato Shaolin”: Hui Guang (慧光)
crea il “Pugilato Morbido”; Sengchou (僧稠)
crea il “Pugilato duro”. Per la medesima fonte in questo periodo
sarebbe stato creato il metodo di Bastone detto “doppia pelle di
tigre”. La stessa storia è riferita da Zhang Jiata: ... ci sono
persone che sostengono che lo Shaolin Quan abbia avuto origine
all'epoca di Buddhabhadra (nome indiano di Batuo). Essi raccontano
che Seng Chou, un brillante discepolo di Buddhabhadra, una volta
utilizzò il proprio bastone per separare due feroci tigri che si
stavano azzuffando. A supporto della tesi dell'esistenza di un
Pugilato Shaolin già all'epoca di Batuo, una tradizione leggendaria
gli attribuisce la creazione e la trasmissione di uno stile. In
particolare lo Shaolin Jingangchan (少林金刚禅,
Meditazione dell'Attendente di Buddha di Shaolin) conferisce a Batuo
il ruolo di primo maestro.
La figura
di Bodhidharma
La nascita ufficiale dello Shaolinquan,
che da parte di alcuni si pensa derivato in parte dalle tecniche di
lotta cinesi preesistenti (come lo Chiao Ti, il Shou Po
e il Chien Tao), si fa tradizionalmente risalire all'arrivo
presso il tempio Shaolin, nel 527, del leggendario monaco buddista
Bodhidharma o Puti Damo in Cinese (菩提达摩)
spesso abbreviato in Damo (达摩),
fondatore del Buddismo Zen (Chan in cinese).
Rappresentazione di Bodhidharma.
La sua figura e presenza a Shaolinsi
non è storicamente certa. Si possiede una sola testimonianza,
presente nel Luoyang qielan ji (洛阳伽蓝记,
Annali dei Monasteri di Luoyang) del 547, scritto da Yang Yanzhi
(杨衍之) abitante di Luoyang
(città limitrofa al tempio), dove si parla di Bodhidarma come un
persiano dagli occhi blu sui 150anni. Secondo leggenda Bodhidharma
trovò i monaci in condizioni fisiche non adeguate allo studio del
Buddismo Chan tramite la meditazione, pertanto insegnò loro della
pratica corporea dell'Yijinjing (易筋经,
Classico del cambiamento dei muscoli e dei tendini) e l'esercizio
marziale denominato Shiba luohan shou (十八罗汉手,
le 18 mani degli Arhat). Si ritiene appunto che queste tecniche
abbiano dato inizio allo stile codificato tipico di Shaolin. Studi
recenti tendono invece a collocare la creazione e la trasmissione di
questi esercizi in epoche successive. Molti ritengono che Bodhidarma
non introdusse le arti marziali a Shaolinsi e le uniche cose la cui
creazione viene attribuita a Damo sono il Buddismo Chan e il concetto
di Wude (Virtù Marziale): prima di questo concetto, non si pensava
altro che a battersi.
Il contributo principale dell'incontro
tra la filosofia meditativa Chan e le primitive tecniche di lotta
conosciute dai monaci, sarebbe stata la forte carica spirituale e la
cura del sistema mente-corpo di cui si impregnarono le nascenti arti
marziali cinesi, le quali si svilupparono da una parte come tecniche
di difesa personale e dall'altra come meditazione in movimento. Quale
che sia la verità, manca il giusto supporto documentale, che
permetta di andare oltre la mera ipotesi storica o la leggenda.
La dinastia Qi del Nord (550-577)
La prima apparizione di un bonzo del
Monastero Shaolin esperto nelle arti marziali la troviamo nel Taiping
guanji, un testo dell'epoca della dinastia Bei Qi (Qi del Nord, 550 –
577), che riporta che un certo Diao, maestro della setta Dhyana,
aveva abilità straordinarie, quali saltare fino a percuotere con la
testa le travi del soffitto, portare a sé con facilità pesi enormi.
La
dinastia Tang (618-907)
Entrata principale del Tempio di Shaolin
Lo Shaolinquan si sviluppò rapidamente
e già nel VII secolo i monaci godevano della fama di essere
invincibili. Il Chao ye qian zai scritto durante la dinastia Tang
racconta che i monaci dedicavano il loro tempo libero ad esercitarsi
nel Jiaoli (角力, lotta). Due
iscrizioni datate rispettivamente 621 e 728 registrano che tredici
monaci del Monastero, condotti dal Bonzo Tanzong (昙宗)
diedero manforte a Li Shimin (che diventerà l'imperatore Taizong)
nella guerra contro il generale ribelle Wang Shichong. Questa
partecipazione fece guadagnare al monastero 1000 pezzi di seta,
l'esenzione dalla secolarizzazione del clero buddista (decretata
dallo stesso Li Shimin); il bonzo Tanzong invece venne insignito del
titolo di Grande Generale. Inoltre vennero offerti loro persino dei
compiti di corte ma i monaci chiesero solo poter tornare alle loro
attività spirituali:
- Shi wei liao zuo jiang, shi ding fu wei seng (In
momenti di pericolo, noi ci trasformiamo in generali, compiuta la
nostra missione noi ridiventiamo dei bonzi).
L'imperatore diede il titolo di "Primo
Monastero dell'Impero" e lo Shaolinquan divenne famoso in tutta
la Cina. Alla dinastia Tang si fa inoltre risalire la nascita di
stili come il Mianquan (pugilato di cotone) e il Rouquan
(pugilato morbido) che daranno origini ai primi stili interni
La dinastia Song (960-1127 nel nord,1279 nel sud)
Durante la dinastia Song ci fu una
grande fioritura culturale ed artistica di cui goderono anche le arti
marziali. Ne aumentarono sia la fama che la diffusione e prolificò
la nascita di nuovi stili derivati dallo Shaolin. Lo stesso
imperatore Taizu, fondatore della dinastia Song, alcuni generali e
monaci diedero origine a numerosi stili (vedi Taizuquan e Changquan).
La
dinastia Yuan (1271-1368)
Durante la
dinastia Yuan, l'abilità diplomatica dell'allora abate del Tempio
Shaolin Fuyu, permise di attirare sul tempio stesso la benevolenza
dell'invasore mongolo che lo favorì unendogli cinque templi a cui
venne attribuito lo stesso nome, situati a Helin, Chang'an (attuale
area di Xi'an), Taiyuan e Luoyang[5]. Altre fonti citano altri templi
Shaolin nelle province di Fujian, Gansu, Shandong, e a Taiwan, ma
unica eccezione il tempio del Fujian, nessuno di essi ebbe una
vocazione militare paragonabile a quella del Songshan. In questo
stesso periodo vi furono moltissimi scambi con il Lamaismo Tibetano e
venne introdotta a Shaolin la divinità Jinnaluo Wang (
紧那罗王),
che assunse il ruolo di protettrice del tempio.
La
dinastia Ming (1368-1644)
Una pittura sui muri del tempio, rappresentante un
esercizio a coppia.
Lo stile si arricchì molto grazie
all'apporto di grandi maestri che oltre a fondare nuovi stili,
contribuirono a tramandare uno Shaolin arricchito di perfezionamenti
tecnici. A causa del personale apporto che ogni maestro dava agli
stili, è in questo periodo che si comincia a registrare una tendenza
alla diversificazione di uno stesso stile da scuola a scuola. Lo
Shaolinquan che ci è arrivato è sicuramente molto diverso da quello
originario, poiché sebbene abbia molto influenzato gli stili
successivi, è stato a sua volta modificato dalle diverse personalità
dei maestri che lo hanno tramandato. Probabilmente è da questo
periodo che inizia a formarsi lo Shaolinquan e la sua fama. Infatti,
sebbene i testi segnalano una pratica di pugilato a Shaolin già dal
sesto secolo, i grandi autori della letteratura militare della
dinastia Ming, Yu Dayou, Qi Jiguang e He Liangcheng non ne fanno
menzione. Qi Jiguang nel Jixiao Xinshu elenca quindici scuole di
pugilato, ma cita Shaolin solo per il maneggio del bastone (gun). Il
generale Yu Dayou (俞大猷,1504-1580)
racconta nel suo Zhengqi tang ji (正氣堂集),
pubblicato nel 1566, che durante un suo soggiorno al Tempio constatò
che l'abilità marziale dei monaci era sopravvalutata ed insegnò al
bonzo Zongjing che a sua volta trasmise i suoi apprendimenti ai
propri correligionari. Cheng Zongyou (程宗猷),
anche conosciuto come Cheng Chongdou (程沖斗)
nel suo Shaolin gunfa chanzong (少林棍法闡宗)
del 1621 racconta di avere passato 10 anni a studiare arti marziali
nel Tempio Shaolin e riferisce di un interesse crescente da parte dei
Monaci per il Pugilato a partire dalla fine della dinastia Ming. Egli
afferma: “… il pugilato non ha ancora raggiunto il suo più alto
livello. È per questo motivo che (i monaci) si esercitano nella
speranza di elevarlo ad un livello paragonabile (a quello dell'arte
del bastone)”. Il Wuzazu, un'opera scritta durante il regno di
Wanli (1573-1620) segnala un Metodo di Pugilato del Monastero Shaolin
(Shaolinsi Quanfa, 少林寺拳法)
e un letterato dell'epoca, Wang Shixing (王世性),
che ebbe l'occasione di osservare quattrocento monaci che vi si
esercitavano lo descrive così nel suo Song gao youji (嵩高游记):
“combattono in una maniera tale che pugni e bastoni sembrano
volare”. Si può affermare che furono proprio Qi Jiguang e Yu Dayou
a reintrodurre a Shaolin l'arte del pugilato. Certi autori tardivi
hanno popolarizzato la storia che a creare lo Shaolinquan furono due
monaci del tredicesimo secolo, Jueyuan (觉远),
Li Sou (李叟) e Bai Yufeng
(白玉峰). Tale storia come
appare in un testo pubblicato in Italia nel 1977:
« Sembra che
all'inizio del XVI secolo, nel bel mezzo della dinastia Ming, un
giovane nobiluomo entrasse a far parte del Monastero di Shaolin di
Honan, prendendo il nome di Chueh Yuan. Considerato un esperto
tanto nel combattimento disarmato che nelle tecniche di spada,
Shueh riformò i 18 movimenti di Ta Mo portandoli a 72 forme di
kung Fu. Ancora non convinto di aver raggiunto la massima
potenzialità della sua arte, Chueh lasciò il monastero e
travestito, viaggiò attraverso il continente, alla ricerca di
ulteriori conoscenze. La leggenda racconta che Chueh incontrò a
Lanchow un vecchio venditore ambulante e che assisté con stupore
ad una lotta, durante la quale quest'uomo, senza alcuno sforzo,
atterrò un giovane attaccabrighe. Rivelatosi per un prete di
Shaolin, Chueh Yuan chiese all'ambulante, che si chiamava Li
Chien, quale fosse il segreto della sua abilità: come aveva
potuto un uomo di sessant'anni stendere a terra privo di sensi,
l'avversario, solo posandogli due dita su di un piede.
L'interlocutore si offrì di presentarlo a Pai Yu Feng, suo
vecchio amico ed indiscusso maestro di kung fu del distretto di
Shansi. Il Maestro, un uomo gentile sulla cinquantina, ascoltò
pazientemente Chueh Yuan che gli spiegava come volesse evolvere
l'arte di Shaolin oltre le forme tradizionali. Poi, grazie anche
alle insistenze di Chueh, Pai e Li accompagnarono il prete al
Tempio di Shaolin, dove i tre uomini perfezionarono e codificarono
i 18 movimenti di Ta Mo e i successivi 72 di Chueh Yuan,
portandoli a 170 azioni fondamentali divise in cinque parti, e
ciascuna di esse prese il nome dai movimenti di un animale: la
Tigre, il Serpente, la Gru, il Drago ed il Leopardo. Ciascun
gruppo di tecniche rappresentava le 5 essenze dell'uomo, come le
aveva concepite Pai Yu Feng e ciascuna doveva venire sviluppata e
compresa in giusta proporzione con le altre, per arrivare
all'unificazione del corpo e dello spirito. I movimenti della
Tigre per rinforzare le ossa; quelli del Drago per nutrire lo
spirito; quelli della Gru per sviluppare il sistema nervoso; i
movimenti del Leopardo per generare forza e quelli del Serpente
per coltivare il Ch'i.»
|
(Felix Dennis ,
The Beginner's Guide to Kung-Fu)
|
Questa teoria fu pubblicata per la
prima volta durante i primi anni della Repubblica (che venne
instaurata nel 1911) nel testo Shaolin zongfa. Nel 1547 circa, il
monaco Jueyuan (Chueh Yuan), tramite l'aiuto di altri due grandi
maestri, Li Sou e Bai Yufeng (Pai Yu Feng), mise a punto lo stile dei
5 Animali; sviluppò il Luohanquan dalle originali 18 tecniche a 72,
fino a crearne 173 in seguito. Jueyuan divise in 5 metodi, derivanti
ciascuno dallo studio di 5 diversi animali, i quali
rappresenterebbero le 5 essenze marziali dell'uomo:
Drago (Long)
Tigre (Hu)
Gru (He)
Serpente (She)
- Leopardo (Bao)
Questi metodi sono oggi conosciuti
sotto il nome di Wuxingquan (Wu Hsing Chuan), il "Pugilato
delle 5 Immagini". In particolare nello Shaolinquan tradizionale
ogni "animale" ha un suo tipico Taolu rappresentativo
(spesso anche più d'uno), ognuno dei quali ha un diverso livello di
difficoltà; inoltre esiste un Tao Lu didattico che racchiude al suo
interno tutti e 5 gli "animali", conosciuto come "Wu
Hsing Fan Fa" . Secondo "Il Kung Fu" di Kieffer e
Zanini, alcuni anni dopo, nel 1570, Cheng Chongdou (Ching Chun Do) e
Qi Jiguang (Chi Chin Kuan) lavorano su questo metodo aggiungendovi
altri metodi o "animali":
Orso
Scimmia
Cervo
Fenice
Tartaruga
- Licorno
In realtà i due personaggi hanno
vissuto epoche differenti ed hanno contribuito in maniera diversa
alla creazione di un metodo Shaolin: Qi Jiguang è vissuto tra il
1528 ed il 1587, mentre Cheng Chongdou è nato nel 1561. Come si può
notare Cheng aveva 9 anni quando gli è attribuito un ruolo così
importante. Le sole opere che ci spiegano come fosse lo Shaolinquan
durante la fine della dinastia Ming e gli inizi della dinastia Qing,
sono il Quanjing ed il Quanjing quanfa beiyao che raccolgono
l'insegnamento del bonzo Xuanji e che non solo non fanno menzione
alcuna del Wuxingquan ma presentano pochissime analogie con le forme
di Shaolinquan che noi conosciamo attualmente. Durante la dinastia
Ming i Monaci Shaolin si distinsero sui campi di battaglia contro i
Wokou (pirati giapponesi). In particolare gli annali commemorano
l'eroismo del monaco Yue Kong e dei suoi trenta accoliti, armati di
bastoni di ferro. Lo storico di arti marziali Tang Hao ha elencato
per questo periodo 18 Sengbing famosi;
La
dinastia Qing (1644-1911)
Bandiera della dinastia Qing dal 1890 al 1912
Nel 1662 un nuovo imperatore, Kangxi
(Hang Hi), sale al trono e riparte la conquista verso il sud della
Cina, costellata dalla distruzione di diversi templi e monasteri
sospetti. Ma giunto a Shaolin il nuovo imperatore, invece di radere
al suolo l'edificio, offre al tempio un pannello di legno laccato,
che ancora oggi orna l'entrata del tempio, e Shaolinsi, come spesso
ha fatto in queste situazioni si inchina dinanzi al nuovo imperatore
(a dispetto dell'alone rivoluzionario di cui oggi è permeato). La
presenza di un'arte marziale efficace e ben radicata è testimoniata
da alcuni viaggiatori, infatti, sempre nel 1662, Wu Shu (吳殳)
nel suo Shoubi lu (手臂錄),
paragona i Monaci Soldati a dei contadini “zappaterra”, non senza
aggiungere che la loro tecnica a dispetto della semplicità, è
temibile. Nel 1828, il mandarino Lin Qing si fermò a Shaolin e
chiese di avere una dimostrazione di arti marziali. Dopo aver negato
alcuna conoscenza marziale, infine i monaci si fecero convincere a
fare un'esibizione che il visitatore commenta così: “si ergono
come degli orsi e si dispiegano come uccelli”.
La storia cinese durante l'epoca della
dinastia Qing è caratterizzata dalla nascita nel sud della Cina di
potenti organizzazioni segrete, spesso coinvolte in attività contro
i nuovi governanti e legate tramite leggende al Tempio Shaolin.
Famosa è la Leggenda dei 5 Antenati sopravvissuti alla distruzione
del Tempio Shaolin che è sprovvista di realtà storica. Questa
leggenda appare nei miti di fondazione di Società Segrete quali la
Tiandihui (天地会, più nota
da noi come Triade) e la Hongmen (洪门).
Al centro di queste leggende non c'è
il tempio Shaolin dell'Henan (Shàolín-sì), bensì un tempio del
Sud (Nan Shàolín-sì) la cui collocazione è tutt'oggi oggetto di
ricerche. Si ritiene che questo tempio si trovasse in Fujian, nelle
vicinanze di Quanzhou (Chuan Chow). Secondo i romanzi e le novelle
Wuxia, nel 1672 circa, un centinaio di monaci partirono da questo
tempio per combattere contro bande di Barbari provenienti dall'ovest
della Cina. In seguito, il tempio sarebbe stato distrutto nel 1736
dalle truppe dell'imperatore Qianlong. Secondo un'altra storia, nel
1768 un esercito dei Manciù, con l'aiuto di un monaco rinnegato Feng
Tao Te, incendiarono e distrussero il Tempio del è Fujian,
considerato ancora un covo di ribelli il cui obbiettivo era quello di
distruggere i Qing. Da quella distruzione secondo la leggenda si
salvarono 5 monaci: questi si nascosero in alcune zone della Cina,
dove continuarono ad insegnare e divulgare lo Shaolin e la sua
filosofia. Ben poco ha avuto a che fare lo Shaolinquan con la
cosiddetta Rivolta dei Boxer del 1900. In questa epoca nel tempio
Shaolin dell'Henan sono conosciuti una sessantina di Monaci Soldati
(Sengbing).
Il declino
di Shaolinsi
Verso la fine della dinastia Qing il
tempio Shaolin era abbandonato. Due le cause secondo Zhang Jiata: la
prima è attribuita alla incapacità dell'abate di comandare, che
fece sì che il Tempio venisse razziato da ufficiali, soldati e
banditi e che malavitosi locali spesso andassero al tempio ad
estorcere denaro; la seconda è invece attribuita a molti dei monaci
che avrebbero commesso ogni sorta di nefandezze. I monaci di più
alto grado frequentavano i signorotti locali e si invitavano
reciprocamente a giocare e a bere. La frequentazione di prostitute
era divenuta un vero e proprio scandalo. Questo stato di cose venne
infine decretato nel 1842 con una proclamazione ufficiale.
Il poeta Shi Yizan, nel suo poema
"Visitando il tempio Shaolin con un mio amico" ebbe a dire:
Chi c'è che conosce le dottrine dei nostri Fondatori? Da lungo
tempo la ottima tradizione del Tempio è stata abbandonata. L'arte
marziale affascinante è senza il suo incantesimo, si parla sempre
meno delle dottrine Buddiste. Nonostante questa situazione, non
mancarono atti di eroismo: nel 1920 il bonzo Henglin si oppose ad una
banda di briganti nell'area di Dengfeng.
Durante il periodo Repubblicano la
situazione di abbandono è addirittura peggiorata. Il colpo finale
alla storia del Tempio di Shaolin, dell'Henan e la sua maggiore
distruzione, venne dato nel 1928 durante le Lotte dei Signori della
Guerra: il Monastero smise di essere centro religioso ed un signore
della guerra Fan Zhongxiu (樊钟秀)
sfruttò la struttura come base militare. In seguito all'attacco del
generale Shi Yousan (石友三),
i monaci fuggirono e pazzo di rabbia il generale fece bruciare il
tempio e gli archivi inerenti alle arti marziali. Solo i principali
edifici vennero risparmiati dal fuoco ma l'incendio si narra che durò
ben 40 giorni. In questa epoca molti Sengbing (Monaci Guerrieri)
entrarono negli eserciti di alcuni Signori della Guerra, come il caso
di Miaoxing (妙兴, 1891-1927),
allievo di Henglin (恒林,
1865-1928), morì combattendo per il signore della guerra Wu Peifu.
Un Sengbing Shaolin, molto famoso fu il generale Xu Shiyou (许世友,
1905-1986) che dopo una vita avventurosa divenne un membro di primo
piano dell'establishement Comunista. Anche gli invasori giapponesi,
che conquistarono l'Henan nel 1944 distrussero importanti resti
storici del Tempio ed inoltre fecero un grave atto di oltraggio
violentando una donna all'entrata del monastero.
Un altro grave danneggiamento del
tempio e delle sue arti marziali è avvenuto durante la cosiddetta
Rivoluzione Culturale. Tiziano Terzani ha sottolineato il ruolo
persecutorio e distruttivo che ha avuto la Rivoluzione Culturale
anche nei confronti del Tempio Shaolin e dei praticanti di
Shaolinquan, come delle altre arti marziali, considerate reazionarie:
I monaci Shaolin vennero meno alla loro reputazione di grandi
lottatori al tempo della Rivoluzione Culturale. Quando le Guardie
Rosse, nel 1966, arrivarono qui per "eliminare le vestigia del
passato", nessuno dei duecento monaci che erano sopravvissuti
sotto il regime comunista oppose resistenza. Le statue di Budda
furono abbattute e fatte a pezzi, i muri vennero impiastricciati di
slogan maoisti, la maggior parte dei monaci fu mandata a lavorare nei
campi, un gruppo dei più vecchi venne messo sotto chiave in un
cortile separato del tempio, e Shaolin fu chiuso. Tutta la
letteratura cavalleresca concernente Shaolin finì alle fiamme, e
anche la semplice pratica del Kung fu venne attaccata dagli ideologi
comunisti del tempo come "immondizia feudale".
Il tempio venne ricostruito nel 1970
dal governo comunista per adibire l'area a parco naturale. Benché lo
stile di Shaolin propriamente detto sia andato perduto, agli inizi
del ventesimo secolo questo è stato ricostruito sulla base degli
stili praticati nei dintorni ed è oggi uno stile estremamente
diffuso e famoso. Vennero riabilitati alcuni monaci che insegnarono a
giovani praticanti, condotte ricerche, ricostruiti e forse modificati
Taolu. Ne sia un esempio lo Xiao Hongquan che in origine era una
sequenza lunghissima e venne trasformata in alcune sequenze più
corte. In questi ultimi anni il Governo cinese sta costruendo diverse
nuove ale, come quelle ormai vecchie e decadenti sono state
completamente distrutte per poi essere fedelmente ricostruite.
"Ottimo per l'individuo, ottimo
per la patria", con il sottotitolo “la rinascita delle arti
marziali” è il capitolo di un libro di Tiziano Terzani. In esso
viene descritta la restaurazione del Tempio Shaolin ed il notevole
interesse che questa riapertura ha suscitato, sulla scia del successo
del film Il tempio Shaolin con Li Lianjie. Inoltre contiene un'aspra
critica nei confronti dei Monaci dell'epoca che vengono visti troppo
interessati ai guadagni più che alla dimensione spirituale; anche lo
Shaolinquan che insegnano viene giudicato lontano dall'arte marziale
“originaria”. Molti condividono questi pareri, anche negli
ambienti marziali. Questo è un piccolo estratto: Dopo la morte di
Mao e la caduta della Banda dei Quattro
nel 1976, i nuovi dirigenti cinesi si resero conto che il Kung Fu era
una vera miniera d'oro e che era assurdo lasciarla sfruttare ad altri
i quali, dopotutto, non avevano neppure il tempio Shaolin. Fu così
che Pechino decise di investire danaro per la riparazione e la
riapertura del tempio, che alcuni monaci vennero ripescati,
riabilitati e rimessi a vivere a Shaolin. E fu così che la povera,
grigia Deng Feng, la cittadina ai piedi del Song Shan, la montagna
sacra che nel frattempo era stata spogliata di tutte le sue celebri
foreste, fu messa sulla carta turistica della Cina. Bisogna
aggiungere che lo scritto di Terzani, al di là della giusta denuncia
e della corretta cronaca di questi avvenimenti, esso stesso è
infarcito per quanto riguarda il passato dello Shaolinquan, di idee
riprese dall'alone leggendario del tempio e dalle storie Wuxia più
che da una realtà storica ben provata. Oggi il ruolo economico dello
Shaolinquan e del Tempio Shaolin sono fatti realizzati: nei dintorni
del tempio sorgono centinaia di scuole, ben avviate; l'ingresso
all'area del tempio costa 100 Yuan, cifra molto alta per un normale
pellegrino Buddista cinese.
Il
Lignaggio dello Shaolinquan
Il lignaggio dello Shaolinquan o albero
genealogico di questo stile non è semplice da ricostruire. I monaci
che attualmente praticano presso il tempio dell'Henan rivendicano una
trentina di generazioni. Un lignaggio appare nel libro Guoshu gailun
(国术概论, introduzione
all'arte nazionale) del 1937 in una sezione dal titolo “Shaolinquan
shi xi biao”(少林拳世系表,
tavola della genealogia dello Shaolinquan):
1) Il fondatore: Damo Chanshi
(达摩禅师);
2) Huike Chanshi (惠可禅师);
3) durante la dinastia Zhou del
Nord: Huiyun Fashi (惠运法师),
Hongzun Lushi (洪遵律师);
4) nell'epoca di Taizu Wude della
dinastia Tang: Zhicao (志操),
Tanzong (昙宗), Huichang
(惠玚);
5) a metà del periodo della
dinastia Tang: Xuansu (玄素),
Qiyun (慈云), Faru (法如),
Mingzun (明遵), Zhidong Lushi
(智动律师);
6) durante il regno di Jinglong
della dinastia Tang: Huichao (惠超)
à Dou Weina (都维那);
7) durante l'epoca della dinastia
Yuan: Jinnaluo (紧那罗); –
8) Hama (哈麻);
9) Jingtang (净堂),
Biandun (匾囤);
10) durante il regno di Jiajing
della dinastia Ming: Hongzhuan (洪转),
Hongyun (洪蕴), Hongji (洪纪);
11) Zongxiang (宗想),
Zongdai (宗岱), Guang'an
(广按), Jueyuan (觉远),
Qiuyue (秋月), Cheng Chongdou
(程沖斗);
12) Chenghui (澄慧);
13) Guan Chanshi (贯禅师),
Chengyin (澄隐), Du Zhang
Seng (独杖僧);
14) Cai Jiuyi (蔡九仪);
15) Mo Shi (莫氏);
16) Tong Chan shang ren (痛禅上人);
17) Hu Shi (胡氏);
18) Ma Beixiong (马北雄);
19) Lin Shi (麟石);
20) Shuang Ren Seng (双人僧),
Qing Hefu (庆和甫).
Lo Shaolin del Nord e lo Shaolin del Sud
Si può distinguere e parlare di due
stili di Shaolinquan: uno del Nord e uno del Sud. Questa distinzione
è dovuta nient'altro che alle diverse origini geografiche. Lo
Shaolin del Nord è quello originario del Tempio di Shàolín-sì,
dell'Henan, invece quello del Sud è originario del Tempio di Nan
Shàolín-sì, nel Fujian. Anche se ogni scuola ricorre ai cinque
animali base (Dragone, Serpente, Gru, Tigre, Leopardo), ognuna ha a
sua volta diversi rami:
Secondo il maestro Wan Laisheng,
nella sua opera Wushu Huizhong (武术汇宗),
lo Shaolin del Nord è diviso in tre "famiglie"
principali:
Hong: privilegia la forza fisica
Kong: morbidezza
Yue: che combina forza e
morbidezza. A sua volta la famiglia Yue è suddivisa in quattro
scuole: Dasheng (Grande saggio), Luohan (Arhat), Erlang (un eroe
mitico) e Weituo (genio protettore del Buddismo).
Shaolin del Sud o Siu
Lam viene a volte identificato con le cinque scuole maggiori del
Guangdong, che in realtà ne sono solo una minima rappresentanza:
Hong (Hung)
Liu
Cai (Choi)
Li
Mo
Queste scuole sono in stretta relazione
con La leggenda dei 5 Antenati e con le società segrete del
Guangdong.
Differenze tra "Nord" e "Sud"
Si ritiene che lo stile del Nord
predilige un maggior uso delle gambe, al 70%, mentre lo stile del Sud
fonda la maggior parte delle tecniche sull'uso del pugno e degli arti
superiori. Questa tesi, che ben si adatta a molti stili presenti
nelle due aree geografiche, in realtà poggia sull'aforisma di
Nanquan Beitui: Pugni al sud e gambe al nord.
“Tutte le arti marziali provengono da Shaolin” ovvero gli stili
derivati
Numerose scuole di arti marziali
dell'estremo oriente, cinesi, giapponesi o vietnamite, si richiamano
al Monastero Shaolin. Il testo più antico a fare riferimento al
tempio Shaolin come origine di tutte le arti marziali è il Quanjing
quanfa beiyao del 1784. In Cina l'insieme delle arti marziali
“esterne” (Waijia) si confonde con la “Scuola Shaolin”
(Shaolinpai) a cui numerosi autori del periodo repubblicano, come per
esempio Xu Yusheng (1879-1945) e Wu Zhiqing (1887-???) hanno
ricondotto la quasi totalità degli stili di pugilato Cinesi. Certi
autori occidentali recenti, mescolando differenti fonti e tradizioni,
fanno ugualmente di Shaolin il centro unico di diffusione di queste
discipline e del mito della distruzione del Monastero da parte dei
Qing, la causa principale della loro diffusione.
Nei fatti, questa ipotetica
distruzione, riguarda il monastero Shaolin del Fujian (Tempio Shaolin
Shoreiji) e per di più è risaputo che la maggior parte delle scuole
di Wushu non hanno alcun legame storico con il Tempio dell'Henan
(Tempio Shaolin Shorinji). Già nella classificazione delle arti
marziali cinesi elaborata all'interno della Jingwu Tiyu Hui,
nonostante si descriva la divisione nelle categorie Shaolin e Wudang
(Stili Esterni ed Interni), lo Shaolinquan del Tempio Shaolin
Shorinji vi figura tra trentasette altri stili localizzati nella Cina
del Nord.
Da un punto di vista tecnico, lo
Shaolinquan si distingue assai nettamente dalla maggior parte dei
pugilati, sia del Nord che del Sud. In effetti non esiste alcun
legame di paternità e poche somiglianze tra esso e, per esempio, il
Baguazhang, il Bajiquan, il Chaquan, o il Chuojiao. Conviene quindi
stabilire una distinzione netta tra una scuola specifica, lo
Shaolinquan dell'Henan, ed uno Shaolinquan generico, puramente
simbolico, a cui si richiamano una pletora di stili. In realtà non
esiste un'origine unica ed univoca per le arti marziali cinesi ma per
la maggior parte se ne può riconoscere una provenienza rurale legata
alla zona di nascita. Vi sono zone che giocano un ruolo più
importante di Shaolin nella nascita di Scuole di Pugilato, per
esempio l'area di Cangzhou in Hebei.
La nomea proverbiale nel pugilato del
Tempio Shaolin è spiegabile in parte per le saghe che vedono
protagonisti i suoi monaci guerrieri, in parte per il ruolo di primo
piano giocato da monaci buddisti nella diffusione di numerosi stili
quali Mizongquan, Tantui di Linqing, Fanziquan, Sanhuang Paochui,
Dabeiquan, Baimeiquan, Fojiaquan, ecc. Inoltre numerosi maestri si
sono sparsi per l'intero oriente, dando origine a stili affini o
completamente diversi. Altri invece si sono originati per influenze
indirette o grazie a Maestri stranieri venuti in Cina per studiare il
Buddhismo o per commerciare, poi ritornati nei loro paesi natali. Lo
Shaolin stesso cambia nome e caratteristiche in vari paesi: diventa
Shorin ad Okinawa, Sao Lil in Malesia e Thien Lam in Vietnam.
Kwonpup Subak
Nel 1597, secondo leggenda, i monaci
Niu Zheng e Hei Hu Lui vanno in
Corea
a Pusan, dove mettono a punto il Kwonpup Subak, progenitore del
moderno Hapkido e Tae Kwon Do.
Jujutsu
Il Jujutsu è considerato uno stile
derivato dallo Shaolinquan perché la sua fondazione è attribuita ad
un certo Chen Yuanyun (陈元赟,
in una strana pronuncia reso Chin Gen Pin e Chan Wo Ting) che aveva
studiato al Tempio Shaolin del Songshan. Chen sarebbe nato nel 1578
ad Hangzhou, nel sud della Cina. Dopo essersi trasferito in Giappone,
egli chiamò la sua scuola, in cui insegnava l'essenza di ciò
appreso nel tempio, Riben Zhonggu Roushu zhi Zu 日本中古柔术之祖
(Antenata dell'arte della flessibilità del medio evo
Giapponese). Roushu 柔术sta
per Ju-jutsu.
Aikido e Judo
Due praticanti di Aikido
Siccome per qualcuno l'Aikido ed il
Judo provengono dallo stile di Jujutsu creato da Chen Yuanyun,
anch'essi sono considerati stili derivati dallo Shaolinquan.
Karate di Okinawa
Sempre in epoca Ming grazie a militari
cinesi, le popolazioni dell'isola di Okinawa, nell arcipelago delle
Ryu Kyu, conobbero le arti marziali cinesi dando luogo ad uno stile
conosciuto come Ryu Kyu Kempo ovvero "Kung Fu di
Okinawa". Poi divenne Okinawa Te ma come forma di
rispetto alla dinastia sotto la quale ci fu lo splendore delle Arti
Marziali cinesi, si adottò l'uso dell'ideogramma Kara ovvero
T'ang, termine usato spesso anche per indicare la Cina. In
seguito divenne Karate Do, i cui ideogrammi volevano dire "la
via della mano cinese". Per finire in epoca moderna l'antico
ideogramma è stato cambiato con uno che significa "vuoto",
ma si pronuncia sempre kara, da qui Karate ovvero Mano
Vuota.
Shorinji Kempo
Lo Shorinji Kempo (Shaolinsi quanfa in
Cinese), nasce ufficialmente nel 1947 come stile codificato in
Giappone, nella città di Tadotsu, dal Maestro So Doshin, il quale
era stato per lungo tempo durante la Seconda guerra mondiale in Cina
a studiare le arti marziali. Studiò diversi stili, ma soprattutto
praticò lo Shaolin, proprio nel monastero dell'Henan. Tornato in
Giappone a fine della guerra, decide di abbracciare la pratica dello
Shaolin e la Filosofia di Bodhidharma, pensando che solo rigore,
disciplina e religione potessero rimettere in piedi un Giappone ormai
in ginocchio. Fonda così questo stile, il quale ricevette anche
riconoscimenti religiosi dalle massime autorità Buddhiste del paese,
chiamandolo appunto Shorinji Kempo, letteralmente "Via del
pugno della Piccola Foresta", in chiaro riferimento allo
Shaolinquan. Oggi lo Shorinji Kempo è largamente diffuso in tutto il
mondo.
Lo Shaolin oggi
Nella nostra epoca ebbero un ruolo
importante nella trasmissione dello Shaolinquan nel corso di questo
secolo alcuni Monaci guerrieri: Zhenxu (1893-1955), Shi Degen 释德根
(1914-1963), Yongxiang (nato nel 1920), Suyun (nato nel 1923),
e Suxi (nato nel 1925). Lo Shaolin Quanpu salvato dall'incendio del
1928 dal monaco Yongxiang (1913-1987) descrive più di quattrocento
Taolu che si sono aggiunti al corpo dello Shaolinquan nel corso dei
secoli. Esso sarebbe, secondo la tradizione, stato redatto da 18
esperti di arti marziali in una riunione del decimo secolo. Il Monaco
Deqian ha rubricato 120 taolu di Shaolinquan, tra essi: Da Hongquan e
Xiao Hongquan, che sono le più diffuse nei dintorni del Tempio e
costituiscono il fondamento dello Shaolinquan; Tongbeiquan;
Meihuaquan; Paochui; Qixingquan; Changquan; Luohanquan; Liuhequan;
Xinyiquan. Quest'ultimo è considerato la quintessenza dello
Shaolinquan, comporta 12 movimenti principali (Shier ba) ed è
indirizzato ai migliori praticanti del monastero. Vengono praticate
un numero altissimo di armi ed i loro relativi Duilian. Una
componente molto importante dell'allenamento dei Monaci è costituito
dai wushier yi (le 72 abilità).
Caratteristiche dello Shaolin tradizionale
Una di alcune statue presenti nel
complesso di Shaolinsi. La statua a destra è in una tipica posizione
dello Shaolinquan, il Pu Bu o "Passo Scivolato",
mentre la statua a sinistra compie un calcio circolare con una tipica
posizione di guardia delle braccia: un pugno protegge il mento e l
altro i genitali.
Lo Shaolinquan è uno stile esterno delle arti marziali della Cina
del Nord. Il principio fondamentale dello Shaolin è quello di
riuscire a passare il più rapidamente possibile da una tecnica
eseguita con la massima potenza ad un'altra egualmente potente. Si
deve costantemente poter passare dall attacco alla difesa. Per
eseguire questo principio è necessario che fra una tecnica e la
successiva si passi in uno stadio di
morbidezza o
cedevolezza
che sta ad indicare un particolare atteggiamento fisico e mentale in
cui i muscoli sono rilassati, ma reattivi, i riflessi sono pronti e
la mente è sgombra e pronta a reagire nel modo più adeguato alla
situazione. Il risultato è uno stile estremamente dirompente ma
anche molto fluido, cioè rapido e continuo, in cui le tecniche non
vengono interrotte, ma si susseguono in maniera spontanea, come se
ogni tecnica si risolvesse necessariamente nella successiva.
Lo Shaolinquan comprende svariate tecniche di attacco: pugni,
colpi a mano aperta e di gomito; calci a terra e calci volanti.
- "Pugni al sud, gambe al
nord"
Questo detto cinese sta ad indicare l'uso prediletto delle tecniche
di gamba nello Shaolin del Nord, dell'Henan, rispetto agli stili del
Sud, i quali prediligono più l'uso delle braccia.
Le tecniche di parata sono
fondamentali, in quanto vengono considerate come veri e propri colpi:
nello Shaolin quando si para si colpisce per ferire. Tutte le
tecniche di parata difendono il rettangolo spaziale e devono avvenire
ad una distanza precisa dal corpo, entro la quale il colpo ormai è
ricevuto. Le gambe si difendono da sole, le braccia difendono solo i
genitali, torace e volto. Ogni parata è sempre preceduta da un
tentativo di portarsi al di fuori del raggio d'azione della tecnica
avversaria. Numerose sono anche le tecniche di caduta, onde avere il
minor danno possibile quando si cade o si viene proiettati. Basti
pensare che tutte queste tecniche hanno dato origine ad uno stile a
parte, il Ditangquan (Ti T'ang Chuan) e sono
rappresentate nell'omonimo Tao Lu.
Infine uno degli aspetti più
importanti dello Shaolin è lo studio delle tecniche di presa, leva,
immobilizzazione e strangolamento. Queste tecniche sono confluite in
un moderno stile prerogativa dei corpi di polizia, cioè il Qinna.
Sono le più importanti nell'aspetto della difesa personale, in
quanto permettono di difendersi o mettere fuori uso l'avversario
senza provocare particolari danni, salvaguardandone la vita.
Caratteri rappresentativi dello Shaolin tradizionale
Saluto: il saluto si
realizza in posizione eretta, mani a palmo lungo i fianchi e sguardo
in avanti. Poi le mani vengono portate congiunte davanti al torace
mentre si flette i busto in avanti. Durante la flessione in avanti
si pronuncia la formula "Namo Mituo Fo" (南无弥陀佛),
termine buddista che significa mi do totalmente al Buddha
Amitabha .
Colpi frustati: ogni
colpo (pugno, palmo) dopo aver colpito torna immediatamente
indietro, pronto a difendersi o a colpire di nuovo. Il braccio dopo
aver colpito ed essersi parzialmente esteso, ritorna subito in
posizione semiflessa.
Braccia ne curve ne dritte:
questa caratteristica è osservabile in tutti i Tao Lu e tecniche
dello Shaolinquan. Un braccio troppo dritto è soggetto a prese e
tecniche di rottura, espone le vene e impiega più tempo per tornare
alla difesa. Inoltre non può attaccare con rapidità ed esprimere
la massima forza. In ogni posizione dello Shaolin le braccia sono
quasi sempre leggermente flesse di pochi gradi a livello del gomito.
"Muoversi dove si
accovaccia un bue": è un detto cinese. Ma sta ad indicare
che ogni tecnica deve poter essere eseguita in spazi molto piccoli
in quanto questo permetterebbe al praticante di sfuggire e muoversi
abilmente, anche se accerchiato. Ne consegue inoltre che le
posizioni non saranno mai eccessivamente aperte, sia a livello di
braccia che a livello di gambe.
Niente eccessi : lo
stile utilizza posizioni basse, alte, di riposo e di equilibrio ma
non sfociano mai nell'eccesso. Quindi non ci sono mai posizioni
troppo basse o lunghe, anche se magari belle a vedersi. Lo Shaolin
sotto questo aspetto predilige sempre l'aspetto marziale e non
quello artistico o coreografico.
Posizione di chiusura: lo
Shaolinquan si caratterizza nel concludere generalmente i Tao Lu con
una posizione di chiusura tipica di questo stile. La posizione base
è quella del Ma Bu o Posizione del Cavaliere, ma la testa è
rivolta a sinistra, il braccio sinistro poggia il pugno rivolto
verso il basso sul terzo distale della coscia e il braccio destro
protegge il cranio portando il pugno sopra la tempia destra, con il
gomito rivolto verso l'alto. Generalmente questa posizione di
chiusura viene accompagnata dal caratteristico Fajin, mantenuta
pochi secondi per poi concludere il Tao Lu con il saluto.
- Svariati Tao Lu: lo Shaolinquan conta intorno alle 370
forme. A causa di lunghi periodi di vita e di formazione, durante la
quale molti maestri hanno contribuito personalmente ai contenuti
dello stile, lo Stile Shaolin KungFu ha un grande numero di forme.
Aspetti tecnici dello Shaolin tradizionale
Pugni in linea retta: la
retta è la strada più veloce tra 2 punti, così facendo guadagna
in velocità. Quando possibile lo Shaolinquan colpisce in linea
retta.
Colpire oltre il bersaglio:
il praticante di Shaolinquan colpisce il bersaglio con l'idea di
trapassarlo, finire oltre, non fermarsi sulla sua superficie. I
colpi sono molto lesivi e potenti.
Rotazione delle braccia: i
colpi prima di giungere a segno nascono da un movimento rotatorio
del braccio sul suo stesso asse. Anche il pugno prima di colpire il
bersaglio ha una rotazione assiale sul polso, per dare potenza e
precisione.
Rotazione dei piedi: ogni
colpo di mano acquisisce forza dai piedi, dalla loro rotazione. La
forza di ogni colpo nasce dal piede, si sviluppa poi lungo anca,
bacino, torace, spalla, gomito, polso per infine giungere alla mano.
- "Piedi affondati nel terreno": la forza
viene dai piedi e questi devono essere ben saldi al terreno, con
l'idea che questi siano seppelliti sotto terra, quindi saldi come le
radici di un albero.
"Pensa che i tuoi piedi siano 20cm sotto terra"
si usa dire.
Alcuni di questi aspetti sono caratteristici di molti altri stili
e fanno parte delle basi "scientifiche" stesse del
combattimento. Concetti come il colpire in linea retta, oltre il
bersaglio, rotazione di pugni e braccia sono pure le basi
fondamentali di arti come la Boxe,
insomma non sono prerogative dello Shaolinquan. Ma rispetto ad altri
stili orientali, si dà maggiore importanza a questi aspetti tecnici
anche perché sono parte integrante di ogni tecnica e Tao Lu
studiato.
Principali
armi usate
Bastone Lungo (gun), Medio, Corto
Sciabola (dao (arma)), Doppia
Sciabola (shuangdao)
Spada (jian)
Lancia (qiang)
Alabarda (pudao o guandao)
bastone a 2 sezioni (Shuang Chieh
Kun)
Bastone a 3 Sezioni (sanjiegun)
bastone delle sentinelle (Shao
Kun)
bastone corto con manico
trasversale utilizzato come impugnatura (Kuai)
Catena (jiujiebian)
asta di ferro appuntita (T'ieh
Ch'ih)
corda con una punta metallica ad
una estremità (Sheng Piao)
mazza (Ch'ui)
pugnale (Pi Shou)
Il Bastone
Shaolin
Jinnaluo Wang si trovò al centro di
un'importante leggenda. Secondo lo Shaolin gunfa zanzong scritto da
Cheng Chongdou nel 1616 la tecnica di Shaolingun sarebbe apparsa nel
corso del quattordicesimo secolo, nel corso della rivolta dei
Turbanti Rossi che mise fine alla dinastia Yuan. Per Cheng, il tempio
stava per essere attaccato dagli insorti, quando l'apparizione di un
monaco armato di un attizzatoio di ferro e posseduto dalla divinità
Jinnaluo Wang li fece disperdere. In questa leggenda qualcuno ha
voluto vedere la possibilità che questa arte dell'utilizzo del
bastone abbia una provenienza Tibetana. Questa leggenda lungi
dall'avere alcun fondamento storico, per Stanley Henning potrebbe
essere un elegante stratagemma per sviare l'attenzione da una
clamorosa sconfitta subita dai Monaci Shaolin, sul Wutaishan e per
creare un alone mitico che proteggesse il tempio da attacchi. Nella
trasmissione dell'arte del bastone a Shaolin probabilmente molto si
deve a Yu Dayou e di ciò si trova traccia in storie successive, in
particolare il Shou Bi Lu che descrive l'arte della lancia (qiang)
del monaco Hong Zuan con grosse convergenze con le stesse abilità
marziali descritte da Yu. Cheng Zongyou (程宗猷)
apprese il Metodo del Bastone Shaolin da un allievo di Hong Zuan,
tale Guang An e cita le forme Da e Xiao Yechagun (大小夜叉棍),
Yishougun (阴手棍), Paigun
(拍棍), Chuansuo gun (串唆棍),
ecc.
Detti popolari
Questo stile, come altri del resto,
porta con sé un ricco bagaglio di detti popolari nati nei secoli, i
quali aiutano capire l'importanza che questo stile ha avuto per la
Cina, per i cinesi e per il mondo delle arti marziali.
"Il pugilato Shaolin è
famoso in tutto l'Impero"(Shaolin yi quanyong ming tianxia):
tratto dall'Epitafio di Wang Zhengnan
"Tutte le Arti Marziali sono
nate a Shaolin"
"Muoversi dove si accovaccia
un bue" (Quan lian woniu zhi di 拳练卧牛之地)
Colpire con i pugni in una
linea regolare (Quanda yi tiao xian 拳打一条线)
"Pugni al sud, gambe al nord"
(Nanquan Beitui)
"Impara cento Taolu e avrai
padronanza di una tecnica"
"Cinture" nello Shaolin moderno
La presenza della cintura specie nello
Shaolin è un elemento introdotto solo per coesione al mondo
occidentale. Infatti in origine il praticante di Shaolin al Tempio
praticava per anni sempre gli stessi fondamentali, rimanendo in
pratica al livello di "cintura bianca". Poi dopo in media 5
anni, veniva dato loro la prima divisa (Tai fu) di colore Grigio,
direttamente con la "fascia nera" per poi cominciare nello
studio e nella pratica delle forme. Infatti lo Shaolin attua un
sistema di graduazione a Tai fu di vari colori:
Grigio: principiante.
Marrone: avanzato.
Arancione: Maestro.
Oggi in Italia si è soliti accogliere
ogni nuovo praticante come "principiate" il quale non ha
alcuna fascia ma viene convenzionalmente definito come "cintura
bianca". Poi al conseguimento del primo esame può indossare il
Tai fu Grigio e la "fascia Gialla". Per ogni Tai fu ci sono
varie cinture, con la seguente divisione:
Tai fu Grigio:
Cintura Gialla
Cintura Rossa
Cintura Nera
Tai fu Marrone:
Cintura Gialla
Cintura Rossa
Cintura Nera
Tai fu Arancione
Cintura Gialla
Cintura Rossa
- Cintura Nera