lunedì 29 agosto 2022

身建 - San Ying







Nel Wing Chun Kuen, sin dalle prime lezioni, non si fa altro che parlare di "struttura", eppure si fatica a comprendere il quanto sia importante il concetto di San Ying - 身建 -, passaggio obbligato per raggiungere qualsiasi obiettivo, durante la pratica dell'Arte Marziale. Di solito facciamo riferimento a forme geometriche più o meno complesse per iniziare a spiegare l'assetto strutturale del corpo durante l'esecuzione delle forme, del Chi Sau o del Lat Sau, ma noto spesso in situazioni di stress che le stesse figure non vengono mantenute. Perché?
Manca sicuramente la cosa più importante, l'assimilazione del concetto stesso di "struttura", che non è un dato oggettivo, applicabile in ogni contesto, ma un'indicazione di massima per affrontare i possibili disequilibri in cui possiamo incappare durante l'allenamento, in una perenne ricerca dinamica della stabilità. Certe volte questa ricerca può portare all'immobilismo, non c'è dubbio. Però, attraverso un accurato lavoro di gambe, si può giungere all'obiettivo che ci prefiggiamo: conservare una postura ottimale in movimento, senza mai concedere il nostro equilibrio all'avversario.
Ora, se ci alleniamo su una gamba ovvero ad alzarne una durante le fasi concitate del combattimento, stiamo passando attraverso il tunnel obbligatorio (per noi!) dello studio dell'equilibrio nelle diverse situazioni in cui possiamo trovarci. Grazie a questo lavoro possiamo accedere all'altra porta, quella del "vantaggio posizionale" o "vantaggio di linea centrale", se vogliamo, in cui i movimenti delle gambe vanno aggiunti alla costruzione strutturale appresa in precedenza.
L'allineamento di cui abbiamo bisogno è di tipo scheletrico-tendineo-muscolare, perché niente va lasciato al caso. Dobbiamo imparare a disperdere la forza in arrivo, riducendo la necessità della "forza bruta", rendendo più veloci possibili le reazioni offensive. Chiaramente ogni persona deve cercare la sua struttura, perché non esiste una regola che vada bene per tutti. Ognuno ha caratteristiche fisiche uniche ed il compito di un Maestro è quello di rapportare i principi strutturali generali ad ogni caso particolare. Le posizioni che prendiamo sono sempre relative al fisico ed alla struttura di chi le applica.
Passiamo un momento all'analisi degli ideogrammi che ci interessano, 身建.
[shēn] è la rappresentazione del corpo, ma viene utilizzato anche per intendere genericamente la vita e l'incarnazione. Alcune volte è usato per intendere lo status di una persona. L'ideogramma rappresenta un corpo umano con una bella pancia di una donna incinta. In cantonese è solitamente pronunciato /San/.

[jiàn] significa costruire, stabilire, erigere. Deriva da [yù], la raffigurazione di una mano che regge una penna ovvero la scrittura su carta, e dall'uso fonetico di [yǐn]. In cantonese è solitamente /Gin/ o /Ying/.

Il Wing Chun Kuen non è solo un insieme di tecniche, ma un condensato di concetti e principi, ce lo siamo detti più volte. Quello del costruire il corpo, di trovare l'equilibrio e di ricercare una struttura efficiente è uno degli obiettivi più importanti, perché la base è il cardine più importante su cui costruire una casa. Senza un'ottima base, senza la San Ying, la costruzione di questa struttura corporea di cui parliamo sempre, il Wing Chun Kuen è assolutamente inutile.
Sarebbe bello capire perché ci si preoccupa sempre di ripetere programmi, forme, sezioni, etc. invece di dedicarsi intensamente allo studio della componente più importante per il cammino marziale che ci siamo scelti. Alcune idee in merito mi balenano nella testa da qualche anno, ma sarebbe come sparare sulla croce rossa, quindi desisto. Sarà importante, però, ragionare insieme sugli aspetti di base che costituiscono questa benedetta San Ying...






domenica 28 agosto 2022

Esistono tecniche o arti marziali che possiedono dei colpi concepiti specificatamente per creare lesioni agli organi interni

 



Tantissime, basti pensare al classico montante al fegato (chūdan-uradzuki, nel karate) o alla milza (gedan-uradzuki), ma gli stessi obiettivi possono essere colpiti anche con il ginocchio (hiza-geri) o con il piede (mae-geri, yoko-geri, ushiro-geri…). In generale, se si vogliono danneggiare solo gli organi interni, qualunque colpo al ventre è una buona scelta, mentre i colpi al petto si concludono spesso in una semplice fitta dolorosa e i colpi alla testa tendono a rompere le strutture esterne del cranio (naso, orbite oculari, orecchie, mandibola, zigomi), ma difficilmente danneggiano il cervello.

sabato 27 agosto 2022

Qual è il punto debole di una persona che si allena molto nel Wing chun ma che non ha un compagno di allenamento

 



Una qualità che non si sviluppa è sicuramente il senso di distanza dall'avversario, fondamentale nella gestione del combattimento per sapere come puoi attaccare e come devi difenderti. Ciò implica anche il mancato senso della misura, ossia non si acquisisce la facoltà di sapere tirare una tecnica al meglio della propria efficacia, evitando che non arrivi proprio o che arrivi troppo corta e quindi indebolita.


venerdì 26 agosto 2022

Le lezioni di Wing Chun quanto sono efficaci

 



Da ex praticante di arti marziali e sport da combattimento ed appassionato della materia, posso dirti che tutti i corsi di Wing Chun separati da un rigido allenamento o da una vera e propria pratica, sono inutili. Nei corsi di Wing Chun, nella maggior parte dei casi, non fanno altro che insegnare tecniche ripetitive, spesso con avversari immobili o semi mobili, che sono assolutamente inefficaci e pericolose perché possono rendere più sicura di sé una persona in un contesto pericoloso che poi si troverà a fare degli errori che possono costare caro. Per imparare a difendersi bisogna affrontare la questione a 360°, fare un allenamento vero e proprio, sviluppare il fiato e la resistenza, e anche soprattutto la corsa, che spesso è l'unica vera arma di difesa. Non solo: i movimenti ripetitivi vanno bene quando si è all'inizio e se sono inseriti in un contesto più flessibile dove è prevista l'improvvisazione, la prontezza di riflesso. Altra cosa fondamentale è saper tirare colpi reali, quindi provandoli davanti a un sacco o un avversario che risponde in un combattimento: i colpi all'aria per la difesa servono a ben poco. Ci tengo molto a sottolineare che, a prescindere dalla corrente della scuola, se non si lavora sul corpo, sulla velocità, sulla forza, sulla prestazione, sul fiato, non esiste tecnica che regga in uno scontro reale. In più, per sapersi difendere, bisognerebbe avere delle buone abilità sia di striking (che per definizione sono i colpi che si tirano in piedi, tipo pugni, calci, gomitate, ginocchiate ecc) che di grappling (la lotta corpo a corpo a terra), ma per apprendere in maniera adeguatamente questi due aspetti del Wing Chun servono anni di pratica, e questo solo quando si parla di lotta a mani nude. Se il tuo aggressore possiede un'arma e tu no, beh sicuramente i riflessi e il sangue freddo temprato da una vera pratica possono aiutarti, ma sei svantaggiato e basta, non ci sta magia che tu possa compiere.

Quelli che ne capiscono minimamente del mondo del combattimento serio, ovvero tutto ciò che ha a che fare con l'autodifesa fine a sé stessa è una truffa anche molto pericolosa ai danni di chi vi si affida. Per imparare a difendersi bisogna affiancare ad un serio corso di Wing Chun la pratica di pugilato, kickboxing, MMA, muay thai, jiu jitsu, sambo, ecc. e praticare seriamente.




giovedì 25 agosto 2022

L'anello del Wing Chun per la coordinazione e la fluidità




Un'aspetto fondamentale dell'allenamento, che spesso manca totalmente, è quello della coordinazione e della fluidità dei movimenti.
L'esecuzione della tecnica, oltre ad essere "esplosiva", deve anche essere fluida ed è importante essere sciolti.
Se durante un movimento ci si irrigidisce nel tentativo di essere più veloci o di colpire più forte, avremo il risultato opposto, saremo appunto rigidi e l'esecuzione della tecnica sarà mediocre spesso nemmeno accorgendocene.
Eseguendo un movimento, o ancora meglio una sequenza di movimenti, nel tempo acquisiremo confidenza e riusciremo a muoverci sempre più velocemente, in modo sempre più esplosivo e irrigidendoci sempre meno.
Inoltre non dovendo pensare e ripensare ai movimenti questi diventeranno automatici e riusciremo ad interiorizzarli in modo tale che all'occorrenza riusciremo ad eseguirli senza nemmeno pensarci.
Dopo anni e anni di Arti Marziali se non riusciamo ad interiorizzare quello che studiamo è come non sapere nulla. Possiamo eseguire perfettamente delle tecniche in palestra, in fase di studio o con il compagno, ma in una situazione di reale necessità o siamo in grado di muoverci istintivamente o non riusciremo certamente a pensare, scegliere la tecnica ed eseguirla.
In una situazione di stress il nostro corpo si muove autonomamente come se fosse qualcun'altro a guidarci, quindi intervengono principi, tecniche, sequenze che il nostro corpo ha metabolizzato: la memoria muscolare.
Le forme solo il primo allenamento che porta ad interiorizzare le tecniche, prima singolarmente, poi eseguendole contemporaneamente con i diversi arti e infine coordinando tutto il corpo come avviene per la gestione energetica.
Subito dopo ci sono esercizi di Lat Sao e Chi Sao che puntano proprio a far apprendere meccanicamente sequenze di tecniche in modo tale che rimangano nella memoria muscolare, migliorando la coordinazione e la fluidità e rendendoci più capaci.

mercoledì 24 agosto 2022

Cosa significa il termine "dojo", relativamente alle arti marziali orientali?

 



Letteralmente è il luogo “jō” in cui si segue la via “dō”, praticamente è il luogo in cui la via ha inizio.

Il dojo è uno specchio perché al suo interno difficilmente ci si nasconde da noi stessi, al contempo esso è anche un faro, un luogo a cui rivolgere lo sguardo quando ci si smarrisce.

Il dojo è il luogo in cui la forma diventa sostanza.

Dōjō, 道場, vuol dire "luogo della via", da (dō), via, che poi è lo stesso dō che si trova alla fine delle parole ken-dō (via della spada), jū-dō (via della cedevolezza), karate-dō (via delle mani nude)…; e da (jō), luogo.

Anticamente la parola indicava il luogo in cui i monaci buddhisti meditavano aspirando al raggiungimento dell'illuminazione. Il termine è passato poi, attraverso l'influsso dello Zen, ad indicare il luogo in cui si praticano le arti marziali (che in Giappone, ironia della sorte, è considerato al pari di un santuario shintō, uno dei tanti esempi di sincretismo diffusi nella cultura giapponese).

Prima dei maestri Kanō e Funakoshi, che hanno portato rispettivamente il jūdō e il karate nell'istruzione pubblica, i dōjō erano situati presso castelli e luoghi di culto, in modo da tenere segrete le tecniche.

Nei dōjō, in quanto luoghi dello spirito, oltre che del corpo, sono presenti spesso i butsudan, altari buddhisti, e i kamidana, altarini shintō dedicati al culto di un kami (parola priva di equivalente in italiano, che indica una via di mezzo tra una divinità, un antenato, e uno spirito naturale, in parte assimilabile al concetto di lare romano), spesso lo spirito in cui confluiscono tutti i maestri che hanno insegnato nel dōjō.

In alcuni dōjō, gli allievi puliscono dopo l'allenamento, per rispetto verso chi si allenerà dopo di loro.





martedì 23 agosto 2022

Per vincere bisogna sacrificare i pedoni



Il titolo potrebbe suscitare qualche sorriso ma se si parla di Wing Chun morbido non possiamo fare altro che parlare anche di Wing Chun duro.
Spesso le accademie di Wing Chun concentrano il loro programma sul chi sao, sulla sensibilità, sull'essere leggeri e "delicati". Questo è sicuramente un ottimo allenamento per migliorare le proprie capacità percettive ed imparare a rimanere morbidi e sopratutto flessibili.
Aumentare la propria sensibilità ed imparare ad assorbire le energie che riceviamo però non è l'unico allenamento in cui abbiamo bisogno. Nella realtà i colpi non ci arrivano leggeri e quindi dobbiamo anche essere abituati a reggere l'impatto ed essere potenti senza irrigidirci. Per questo motivo ciclicamente preparo alcune lezioni dove ci si concentra maggiormente sulla potenza dei colpi allenando la forza esplosiva e il condizionamento al dolore.
Nel Wing Chun bisogna imparare a tagliare e spezzare le linee dei colpi intercettandoli, e quindi è fondamentale seguire anche allenamenti di questo tipo oltre quelli per migliorare le proprie capacità percettive.

Diversamente si rischia di diventare morbidi ma completamente inadeguati alla realtà.