Poche, anzi, direi pochissime. Il 90% delle tecniche che vedo fare nei corsi non serve a niente in uno scontro reale. Quando un predatore ti aggredisce, non rispetta le regole che ci sono in un ambiente controllato come quello di un corso, può utilizzare delle armi e coglierti di sorpresa. La chiave per un addestramento efficace è prima di tutto psicologica: bisogna capire come gestire la paura e le reazioni fisiologiche che essa scatena, poi si potrà parlare di tecniche di combattimento del wing chun.
giovedì 11 agosto 2022
mercoledì 10 agosto 2022
I principi base del "trapping"
Intrappolare, catturare, fare prigioniero...questo è il senso del verbo inglese to trap. Nel Wing Chun viene utilizzato molto, ovviamente in area anglofona in maniera preponderante, soprattutto per l'uso che ne fece un certo Bruce Lee (sul suo nome originale sarà interessante scrivere qualcosina in seguito)...
I principi di base del trapping nel Wing Chun sono 5:
1) Afferrare (ad es. Lap Sao o Kam Na Sao) e colpire;
2) Agganciare (ad es. Kau Sao o Huen Got Sao) e colpire. Questo controllo del braccio avversario avviene senza afferrarlo saldamente con le dita (come si fa con il Lap Sao, ad es.). Non a caso il Kau Sao viene tradotto con "mano/braccio che scava";
3) Schiaffeggiare o creare uno shock (ad es. Pak Sao) e colpire;
4) Premere (ad es. Gum Sao) e colpire;
5) Serrare (tutti i movimenti che servono a bloccare l'arto avversario tra il nostro braccio e il corpo) e colpire.
martedì 9 agosto 2022
Jeet Kune Do Storia e Origini
Questa forma elevata d'Arte Marziale è stata accettata e lodata da tutto il mondo (del settore), ma non fu creata migliaia o centinaia di anni fa ma solo nel 1965, da un uomo esperto e determinato chiamato Bruce Lee.
Il Maestro Bruce Lee inizio da bambino
ad intraprendere le Arti Marziali con il Wing Chun, sotto la tutela
del gran maestro, scomparso, Yip Man; studi appresi a causa della sua
insicurezza personale dovuta al modo di vita dei sobborghi di Hong
Kong.
Si appassionò sempre di più in quello che faceva, e si
mise a studiare la filosofia delle Arti Marziali, diventando un
ricercatore di saggezza, cosa che ben presto lo portò a diventare un
pensatore profondo, un praticante di Arti Marziali straordinariamente
esperto, un essere umano carismatico ed affascinante.
Non è
facile comprendere l'essenza del significato del Jeet Kune Do, ma il
suo concetto racchiude l'essenziale, comprensibile a chi puro
ricercatore che volge il suo allenamento al miglioramento individuale
senza fossilizzarsi su una forma e senza limitarsi a tecniche
prestabilite e schemi formalizzati;
Bruce Lee dapprima praticò il Wing
Chun come sistema di base, e poi svariati altri sistemi ,dai quali
ricavava il meglio, scartando quello che c'era di superfluo e ne fece
un sistema personale, con l'intento di recuperare la vera arte.IL
JEET KUNE DO è un sistema non classico ma Diretto.
Quest'arte
consiste nel semplificare, essere noi stessi; é la realtà'; nel
vero senso del termine, senza vincoli, limitazioni, parzializzazioni
e complessità'.Il JEET KUNE DO non ha forma, così che possa
adottare tutte le forme, e non avendo un stile specifico può
adottare ogni stile; si serve di tutti i metodi ma non é
condizionato da nessuno di essi.
Esiste libertà' la dove non
esiste condizionamento meccanico.il JKD è solo un nome finalizzato
al riconoscimento di un pensiero, di una filosofia, di concetti e
maniere che si contraddistinguono da qualsiasi Disciplina o Stile…
Il
JKD come scopo principale vuole spingere ogni individuo a ricercare
se stesso, a comprendere umilmente le proprie limitazioni per poter
costruire su di sé un nuovo essere, migliore perché tendente al
miglioramento perpetuo dovuto alla consapevolezza dei propri difetti;
il JKD ha lo scopo di migliorare ogni individuo attraverso lo studio
filosofico e alla ricerca dell'efficacia, non dello studio tecnico
elaborato ai fini di un combattimento sportivo.
Con le sue idee diventò ben presto un innovatore di tutte le Arti, e la sua filosofia trovò accoglimento anche presso grandi Maestri americani che fino ad allora seguivano la dottrina del Karate tradizionale.
Una frase di Bruce Lee, mentre spiegava
la sua teoria della semplicità per una maggiore efficienza tecnica,
dice: "…è come quando uno scultore modella una statua,
generalmente non aggiunge dell'argilla continuamente, al contrario,
dopo aver formato la struttura base, toglie lentamente l'argilla
fintanto che la sua statua riveli le parti
essenziali…"
Nell'allenamento del JKD è indispensabile una
buona preparazione atletica, iniziando un training leggero, come una
corsa e un pò di stretching, per arrivare a migliorare le proprie
capacità fisiche con corsa, salti con la corda, flessioni sulle
braccia, addominali, e un certo percorso è segnato anche da ore alla
settimana con l'ausilio di pesi e attrezzi da palestra per rafforzare
la massa muscolare e quindi aumentare, in base all'allenamento
definito, la forza esplosiva, ottima spinta per ogni colpo.
Lo spazio e la distanza sono
fondamentali nel combattimento, perché delimitano il raggio d'azione
del combattente, sia per l'attacco sia per la difesa.
Nel JKD sono
state studiate "quattro distanze", proprio per non limitare
gli attacchi e la difesa in un'unica posizione:"Kicking range",
distanza da calci; è la distanza più lunga da coprire;
"Boxing range", distanza di pugni; distanza ravvicinata che viene coperta dal pugno avanzato (Jab)
"Trapping", distanza base del JKD, dove i due avversari si trovano a distanza molto ravvicinata, cercando di chiudere la distanza e di "intrappolare" l'altro per evitare difesa e contrattacchi;
"Grappling", Combattimento in
piedi o al suolo, finalizzato all'immobilizzazione dell'avversario
tramite sistemi di proiezioni e leve. In questa fase i due avversari
creano un combattimento "corpo a corpo".
Altro punto
fondamentale da non sottovalutare mai in nessun tipo di combattimento
è la giusta scelta del "tempo": un tempo ritmato e
regolare, renderebbe prevedibile ogni attacco, mentre un attacco in
tempi spezzati e irregolari diventerebbe più difficile da
contrastare poiché più imprevedibile.
In ultima analisi il JEET
KUNE DO é più questione di spiritualità e fisico personale
altamente sviluppati ,che pura e semplice tecnica
Il J.K.D. ad a
che fare con l'intelligenza ed all'addestramento, non con la
tecnologia. "Quando sentirai dire che il JEET KUNE DO é diverso
da " Questo " o da "Quello ", non ti formalizzare
è solo un nome".
Cosi' Bruce Lee terminava li suo libro TAO
OF JEET KUNE DO.
lunedì 8 agosto 2022
È vero che le tecniche di difesa personale sono inutili se si viene attaccati con un coltello?
Chiariamo una cosa. Pratico arti marziali da una vita ormai.
Non provo alcuna vergogna a dire che, qualora venissi aggredito, probabilmente non sarei in grado di difendermi.
Ora. Pensiamo a quei corsi che propongono, in 10 lezioni (in cui, spesso non c'è nemmeno del confronto non collaborativo!) di insegnarti come difenderti.
Tu che magari sei una casalinga 55enne, che non ha mai praticato attività fisica, alta 1.55, cosa pensi di poter fare?
Sai cosa significa avere un avversario che pesa anche solo 10 chili più di te che ti carica come un bisonte? No? Beh,io si. Significa imparare a volare. Dalla finestra.
Pensa quando i chili in più diventano 20 o 30.
Brutto da dire, ma è così. Già solo se non sei in forma le tue possibilità di successo si abbassano (ricordo di aver visto un test in cui si proponeva di difendersi da un'ipotetico aggressore con dello spray al peperoncino. Chi tra i partecipanti era fuori forma aveva riflessi fino a 5 volte più lenti di quelli allenati).
Figurati se non hai esperienza di combattimento non collaborativo. Figurati se non hai prima lavorato sull'aspetto mentale del combattimento (una volta stavo per farmi coinvolgere in una rissa e già iniziavo a tremare. Per fortuna che sono riuscito a non farmi tirare in mezzo).
Questo se l'altro è ad armi pari.
Ora, mi vuoi dire cosa puoi fare in queste condizioni con uno che ha pure un coltello con cui può bucarti lo stomaco in meno di un secondo?
Se sei abbastanza allenato, le tecniche di difesa personale possono fare la differenza fra essere tagliato e essere ucciso. Intanto la prima cosa che ti dicono: se sei di fronte a un coltello, scappa; se vuole i soldi, daglieli. Anche queste sono tecniche di difesa. Il coltello non si inceppa e non si scarica, infatti è l'arma che fa più vittime al mondo. Se questo non è possibile, perché l'aggressore ti vuole ferire e tu sei chiuso, o perché sei intenzionato a difendere una persona aggredita che non è in grado di fuggire né di difendersi, sicuramente le tecniche di difesa personale tornano utili per avere più possibilità di non essere ammazzati.
Tra le tante cose che possono aiutare, alcune sono: sapere che è necessario ripararsi, facendosi scudo con l'avambraccio che non contiene organi vitali ed è duro da tagliare, meglio se protetto da un maglione o un giubbotto arrotolato; sapere che chi ha un coltello sicuramente attaccherà col coltello, dando un minor margine di imprevedibilità e facilitando la difesa; sapere che bisogna accettare nella migliore ipotesi di finire tagliati; cercare nei dintorni oggetti per proteggersi, come una sedia, o da lanciare all'aggressore, come una bottiglia, per distrarlo e aver modo di allontanarsi, o anche per contrattaccarlo efficacemente, come un bastone o un manico di scopa. Con un bastone in mano la situazione cambia radicalmente, perché il difensore può colpire prima l'attaccante. E ovviamente, se si ha la possibilità di farlo in sicurezza o in caso disperato, tentare di colpire l'aggressore in organi delicati o vitali (un calcio ai genitali, un colpo alla gola).
Difesa personale? Che è quella cosa? Ah, già. è quella roba che ti spacciano per 50 euro a lezione, dicendoti che loro sono cintura nera, calze gialle e mutande marroni. E che ti insegnano a difendersi dai brutti e cattivi. Beh, tutte balle. Non credere ai volantini del tipo: "difesa personale femminile", lezioni di sopravvivenza, corsi di Kung Fu, ving tsun e altre cavolate.
Comunque, ecco il caso dalla vita reale: io ed alcuni miei amici eravamo finiti dentro ennesima rissa. Botte, bastoni, catene… Le abbiamo suonate (come si dice), dopo pochi metri però uno dei nostri amici si era sentito male e si era accasciato. Stava perdendo il sangue. Solo dopo abbiamo capito che aveva preso una coltellata, ma lui non aveva sentito nulla. Nei momenti di tensione, quando il livello di adrenalina è alle stelle - i colpi veloci non si percepiscono nell'istante. Puoi essere veloce, agile e forte quanto vuoi, ma comunque avrai solo 5% di possibilità di evitare una coltellata.
Il metodo più sicuro in assoluto di evitare una coltellata è scappare alla velocità della "luce". Tanti pensano che basta dare il calcio in mezzo alle gambe dell'aggressore, ma se fallisci lo farai arrabbiare ancora di più, e quindi dovrai fare i conti anche con quello.
La miglior difesa in questo caso è la DISTANZA.
domenica 7 agosto 2022
Quale arte marziale o sport conviene praticare per potersi difendere in una vera situazione di pericolo?
Pratico wing chun, un ottimo kung fu, ma per rispondere in toto alla domanda, direi che ogni sport o arte marziale dove ci sia contatto pieno, e' utile per difendersi in situazioni rischiose.
Calcola pero' che io penso che il NON combattere sia sempre la soluzione migliore…troppe variabili, non sai MAI chi hai di fronte o cosa ha in tasca, o cosa nasconde sotto la giacca…
comunque, il wing chun se sei alle strette, lo ritengo utile, c'e' contatto e si fa sparring se e' insegnato bene.
Un lottatore di MMA e' anche peggio, perche' sia in piedi che per terra, sa combattere.
Un pugile, e' colui che forse sa dare meglio di tutti i pugni.
Un kickboxer puo' dare seri problemi a un bel po' di gente.
Un thaiboxer e' pericolosissimo perche' penso sia una delle migliori arti che ci siano.
Queste, escluso il wing chun, sono sport da combattimento, dove c'e' contatto pieno, non sono facili da imparare per la loro durezza, ma se hai la determinazione, allora ne puoi scegliere una, dove i maestri siano competenti e l'ambiente buono.
Poi ci sono le arti marziali tradizionali come il wing chun che pratico.
Nonostante siano anni che lo pratico mi considero un principiante, perche' se scegli un'arte marziale tradizionale, si deve mettere in conto che ci vuole piu' tempo per impararla, rispetto ad uno sport da combattimento come la kick o altri… (tanti anni fa facevo kickboxing), le arti marziali pero' ti preparano secondo me anche psicologicamente, e nel karate per dire, ti fai meno male per impararlo, rispetto alla kickboxing o altri sport da combattimento.
Gli sport da combattimento e' vero che ti fanno giungere ad un risultato in efficacia in minore tempo, ma non tutti hanno voglia di prendere un sacco di pugni e calci, per imparare a difendersi.
Non c'e' nulla di facile al mondo, ci vuole molta determinazione per fare kickboxing o thai boxe o MMA…di certo sono letali, ma anche il wing chun non e' uno scherzo…..
Per fare wing chun pero' bisogna trovare un maestro molto bravo, il quale ti spiegherà che spesso ci sono maestri che non lo insegnano proprio come si dovrebbe.
sabato 6 agosto 2022
L'arte marziale più adatta per il combattimento da strada
Tutte le altre arti marziali nascono per scopi filosofici e di benessere fisico. E poi si adattano al combattimento.
Sport come pugilato, kick boxing, mma non sono arti marziali nel senso tradizionale del termine poiché nascono direttamente come sport da combattimento, non ci sono filosofie di vita dietro. Ovviamente sono molto efficaci per difendersi in strada.
Infine ci sono gli stili militari come Krav Maga o Systema. Questi nascono con lo scopo di uccidere. Se vengono un po adattati sono l'ideale per il combattimento in strada ma le nostre leggi sulla difesa personale non gradiscono molto l'approccio di questi stili.
venerdì 5 agosto 2022
Un codice etico comune
Sto pensando a dichiarazioni di intenti di questo tipo...
Non è importante a quale associazione o federazione sei iscritto. L'importante è il lavoro duro su te stesso.
Chi, praticando Wing Chun, suda solo d'estate, quando ci sono 35 gradi, non ha capito granché di quello che stiamo facendo. Quando la mente si concentra, il corpo si concentra. Non si può uscire dal Kwoon con la maglietta asciutta.
Chi rifugge lo sparring non ha capito che il Wing Chun è anche un sistema di combattimento. I tesori di Siu Lam sono tre, conserviamoli tutti.
Chi non è mai andato a casa con i lividi, graffi o ferite di qualche genere non ha mai sperimentato le tecniche e quindi non sa cosa possa essere un combattimento realistico.
Amo chi si allena duramente per raggiungere un obiettivo.
Amo chi studia poche tecniche a lezione e poi passa il resto del tempo a sudare applicandole.
Amare il Wing Chun non significa essere un fanatico ottuso! Non è l'arte mariale suprema, perché non ne esiste una.
Credo nei principi del Wing Chun, perché nelle esperienze reali mi aiutano ad affrontare i problemi.
Aggiungiamone altri insieme...