lunedì 12 settembre 2022

Wu De o Mo Dak, non è importante come lo chiamiate, l'importante è applicarlo!





Wu De



Nel mondo delle Arti Marziali di origine cinese si è sempre parlato del cosiddetto Wu De (in mandarino) – 武德 -, l’etica marziale, letteralmente traducibile come ‘i cinque poteri’ o ‘le cinque virtù’. Gli ideogrammi che lo compongono fanno riferimento all’insieme di regole etiche a cui deve sottostare il praticante di Gong Fu.
Che cos’è quest’etica marziale, nella sostanza? Il Mo Dak (in cantonese) è l’interiorità della persona, nonché il suo comportamento esteriore. Si tratta di una espressione della nostra umanità opposta all’essere egoista. Si tratta del proteggere e del perseguire un codice d’onore. Seguire il Wu De significa essere una brava persona che aiuta sinceramente gli altri, che si dona.Mo Dak significa anche avere la capacità di apprezzare l’Arte e lo sforzo del Docente.
Invece di guardare l’Arte come qualcosa che si può comprare e vendere, l’etica ci permette di guardare l’Insegnante come una persona che fornisce un servizio alla comunità, facendo apprezzare l’Arte in generale e quelli che non la conoscono. Il Mo Dak entra in gioco quando un SiFu accetta nuovi studenti. L’Insegnante accetta solo coloro che sono realmente interessati ad apprendere l’Arte. Solo i potenziali studenti che mostrano un interesse vera e un’infinita umiltà vengono accettati come i nuovi studenti.
La capacità di apprezzare veramente tutto ciò che è intorno a noi è consapevolezza del Wu De. Nel Gong Fu si pratica per ottenere livelli più elevati di consapevolezza e per apprezzare le cose nel loro complesso. Essere nel momento e lavorare per rendere questa consapevolezza un’abitudine è seguire l’etica marziale. Così, quando si pratica un’Arte Marziale non lo si fa solo per ottenere livelli superiori di consapevolezza. Si deve tendere a sviluppare di più la capacità di controllare l’aggressore.
Si deve sviluppare un apprezzamento particolare per tutto ciò che sta accadendo in ogni momento. Bisogna trascendere la cultura e la legittima difesa, bisogna arrivare a vivere il qui e l’ora per sviluppare maggiori livelli di consapevolezza in ogni momento dell’esistenza. L’etica marziale è stata molto spesso trascurata nelle palestre italiane di Arti Marziali, sebbene si tratti della prima cosa che un praticante dovrebbe comprendere e sforzarsi di applicare nella sua vita di tutti i giorni.
Il Wu De è stato spesso utilizzato solo per acquisire credibilità nei confronti dei propri Allievi, tendendo a parlar male di altre realtà marziali, per far capire che la propria è la migliore. Così, quando altri usano lo stesso metro di giudizio, il Wu De viene sfruttato e messo in mezzo per difendersi dagli attacchi esterni. Eppure il Mo Dak è così importante che non può essere relegato ad una semplice azione di comodo. Va coltivato ogni giorno.
I praticanti che studiano con me hanno focalizzato la loro attenzione su questo concetto ed è per questo che siamo uniti sotto la sua bandiera nel rispetto reciproco per diffondere la cultura delle Arti Marziali. La nostra pratica è ispirata proprio a questo principio di scambio e di rispetto verso le altre realtà.
Ma da dove deriva il Wu De? Quasi tutti lo fanno risalire al testo Tradizione di Zuo, Cronaca di Zuo o Commentario di Zuo左传, Zuo Chuan in mandarino, Jo Chyun in cantonese -, a seconda delle traduzioni. Si tratta della più antica cronaca cinese in forma narrativa e copre il periodo compreso tra il 722 ed il 468 a.C.. La Cronaca fu attribuita a Zuo Qiuming. Si tratta di un commento agli Annali delle primavere e degli autunni, ma alcuni ricercatori ritengono che sia un testo indipendente della stessa epoca degli Annali. La maggior parte degli storici lo fa risalire al periodo dei regni combattenti.
Il Commentario dedica un intero capitolo, lo Xuan Gong Shier Nian (宣公十二年), all’elencazione delle sette virtù che ha la marzialità (Wu You Qi De - 武有七德): Jin Bao (禁暴): trattenersi dalla violenza; Ji Bing (戢兵): cessare le ostilità; Bao Da (保大): proteggere la grandezza; Ding Gong (定功): successo stabile e tranquillo; An Min (安民): salvare il popolo; He Zhong (和众): numerose amicizie; Feng Cai (丰财): ricchezza abbondante.
Fino ai giorni nostri, lo studio dell’arte del combattimento è stato oggetto di osservanza delle cinque virtù fondamentali Wu Chang (五常) indicate dal Confucianesimo: Ren (), la benevolenza, l’umanità e la bontà; Yi (), la giustizia, la rettitudine e l’equità; Li (), l’ordine, le regole di condotta e l’ideale; Zhi (), la saggezza, l’intelligenza e l’ingegno; Xin (), la verità, il tener fede alla parola data, la sincerità e la coerenza. Queste virtù regolano sia i rapporti all’interno del Kwoon (la Scuola) sia il comportamento del praticante in seno alla società e costituiscono una caratteristica per poter proseguire il proprio cammino nelle Arti Marziali Tradizionali.
In sostanza, quindi, le virtù del Wu De sono insite nella cultura cinese di derivazione confuciana, ma affondano le proprie radici proprio nell’essenza stessa del Sol Levante. Le varie Scuole di Gong Fu nella storia cinese hanno elaborato il loro dettagliato codice di etica marziale. La Scuola di Shaolin (o Siu Lam), per esempio, ha stabilito i dieci comandamenti (少林十戒约 – Shaolin shijie yue) per i suoi seguaci. I doveri sono di due tipi: legati alla mente (填情德, Tianqingde) o alle azioni (填情勋, Tianqinxun). I primi sono il rispetto (,Song), l’umiltà (谦卑, Qianbei), la rettitudine (, Yi), la fiducia (, Fu) e la lealtà (, Zhong). I doveri delle azioni riguardano la volontà (, Yao), la resistenza (耐力, Naili), la perseveranza (恒性, Hengxing), la pazienza (耐心, Naixin) e il coraggio (, Yong).
Se queste sono le virtù che dobbiamo seguire come praticanti di Arti Marziali è chiaro che nelle nostre Scuole richiediamo il rispetto della vita umana, per esempio. Il praticante di Arti Marziali deve rispettare la vita umana, perché il Wu Shu trae origine proprio dall’esigenza di proteggere la vita stessa.
Poniamo particolare attenzione ai principi etici: i principi etici forniscono le basi per il mantenimento di relazioni stabili tra gli uomini e, quindi, tra l’uomo ed il contesto sociale. Chi vuole apprendere il Wu Shu deve rispettare questi principi. Bisogna conservare anche una notevole attenzione alla condotta morale: mentre si apprendono le abilità marziali, si devono anche coltivare le qualità morali; il senso di giustizia, la diligenza, la persistenza, l’onestà e l’impegno a lavorare duramente.
Il rispetto per l’Insegnante e la cura reciproca è la regola base di ogni Kwoon: bisogna impegnarsi duramente in tutto ciò che il Maestro insegna; sia il Maestro che l’Allievo devono prendersi cura reciprocamente e fare tesoro della relazione che si instaura tra di loro. Ci vuole una buona dose di modestia, ma anche di ardore: colui che studia le Arti Marziali dovrà cercare di migliorare la propria abilità e rifiutare di diventare arrogante e fare mostra della propria bravura per sminuire gli altri.
Si deve imparare gli uni dagli altri per migliorare ed essere uniti e collaborare insieme. Sembra superfluo dirlo, ma è necessario lasciare fuori dal Kwoon i rancori personali e l’invidia: nell’apprendimento del Wu Shu si punta all’auto-difesa ed a migliorare le proprie condizioni fisiche. Non si dovrebbe mai contendere con qualcuno seguendo i propri rancori o per intimidire il più debole. Non si devono utilizzare le capacità marziali per essere prepotenti o per reagire alle provocazioni. La persistenza e la perseveranza sono le ultime due qualità richieste nelle nostre Scuole: la pratica delle Arti Marziali è un duro compito che richiede tempo e sforzi notevoli.
Costanza e persistenza sono necessarie. Bisogna studiare e provare a comprendere pienamente i significati intrinsechi ed essenziali di ogni sequenza. La vera essenza e del Wu Shu può essere appresa solo attraverso la resistenza e l’elasticità anche dei movimenti corporei.
La mia voglia di insegnare è nata dalla volontà di permettere la divulgazione degli insegnamenti etici, culturali e pratici del Gong Fu, in tutte le sue forme, affinché ognuno di noi possa conoscere meglio se stesso e gli altri, diventando più forte interiormente ed esteriormente, migliorando la propria salute ed entrando in contatto diretto con il mondo delle discipline orientali. Dobbiamo imparare a vincere i nostri limiti, migliorando le potenzialità fisiche e mentali.
Un praticante può essere pieno di talento e lavorare impegnandosi duramente (Gong Fu功夫 -, appunto), ma se non dimostra di essere moralmente degno, non riceverà un’istruzione completa dal suo Maestro. Generalmente un Maestro esamina per anni la morale di un possibile Allievo prima di insegnargli ogni conoscenza in suo possesso. L’approccio all’Arte Marziale è quindi incentrato sul codice di condotta marziale, chiamato proprio Wu De: umiltà, rispetto, rettitudine, fiducia, lealtà; volontà, resistenza, perseveranza, pazienza, coraggio. Nelle nostre Scuole cerchiamo di insegnare Gong Fu mostrando i principi, gli allenamenti, i metodi e le tecniche nel modo più chiaro possibile, sempre all’insegna del codice marziale.


未曾学艺先学礼,未曾习拳先习德
Chi vuole studiare l’arte deve innanzitutto rispettare l’etichetta (i riti), colui che vuole apprendere le tecniche marziali deve prima di tutto acquisire la virtù

心正则拳正,心歪则拳偏
Se il cuore è retto il pugilato sarà corretto, se il cuore è deviato, il pugilato sarà parziale

练武先练德,教人先教心
Per allenare la marzialità prima si deve allenare la morale, per insegnare all’uomo prima si deve insegnare al cuore

domenica 11 settembre 2022

Quali sono le arti marziali migliori del mondo?


 

Per combattere? Quelle da contatto.
Indipendentemente dallo stile scelto, se nell’allenamento è previsto il contatto con un altro atleta, già la pone al di sopra di quelli votati solo alle forme.

In secondo luogo, dipende dal maestro/istruttore. Le arti marziali sono sì codificate (la maggior parte almeno, e il Judo che conosco lo è), ma essere maestri è un lavoro artigianale, come essere professori, idraulici, meccanici, o qualunque altro professionista. Se il maestro non è bravo nell’insegnare, seguire, invogliare e ispirare gli allievi, è tutto tempo perso. Se è bravo, quell’arte marziale diventa valida.

In terzo luogo, dipende dall’atleta.
Le arti marziali (come gli sport da combattimento ma più in generale qualsiasi tipo di disciplina/materia ti venga in mente) possono darti una base, ma a svilupparle secondo il tuo modo di fare, i tuoi punti di forza, le tue inclinazioni devi essere tu. Guarda queste discipline come l’insegnamento della grammatica, potrai conoscere tutte le regole se ti applichi… ma sarai tu poi a dover scrivere qualcosa e il tuo modo di scrivere sarà sempre unico e originale.

sabato 10 settembre 2022

永 - Eternal - Eterno


Tante discussioni, decine di post su internet, battaglie legali sui marchi registrati solo per un ideogramma, dalla semplice rappresentazione, ma dal contenuto profondo, questo: .
Questo ideogramma viene comunemente tradotto in inglese con 'always, forever, eternal'. In italiano il miglior corrispettivo è eterno, proprio perché il suo utilizzo è frequente per intendere qualcosa che non muore mai. Viene utilizzato e tradotto anche come avverbio, con 'perpetually', che rende molto bene l'idea.
Nella pronuncia standard viene letto come /yǒng/. Corrisponde alla rappresentazione dell'acqua, con tratti un po' più complessi di , /shuǐ/. Quest'ultimo indica proprio la semplicità dell'acqua e rimanda al suo significato di essere liquido, fluente, rappresentando proprio lo stesso scorrere dell'acqua. In cantonese è letto come /seui/.
Per quanto riguarda Yǒng (), si trova spesso nelle poesie per indicare proprio l'incessante scorrere dell'acqua, come se fosse il sangue nelle vene della terra. L'ideogramma è composto da cinque segni ed in cantonese viene letto come /wihng/. Qui nascono le diàtribe...
Alcuni Maestri, in anni non troppo lontani, preferirono utilizzare la romanizzazione Weng per indicare l'Arte Marziale discendente dal Tempio di Siu Lam del Sud, per distinguere la loro linea dalle altre, che utilizzavano la romanizzazione Ving o Wing.
Al di là delle politiche di marketing dei giorni nostri, in qualsiasi modo intendiate romanizzare l'ideogramma, sappiate che la pronuncia è e rimane /wihng/. Visto che vogliamo portare avanti una sana ricerca, mi pare giusto scrivere questa cosa.
L'importante è capirsi sul significato di ciò che si scrive. Probabilmente l'uso della romanizzazione Weng è utile al giorno d'oggi per distinguere l'ideogramma succitato da quello comunemente utilizzato dal GM Yip Man per differenziarlo, appunto, da . Si tratta di , sempre pronunciato /yǒng/ e molto molto simile al precedente, come potete notare.
Proviene sempre da /shuǐ/, l'acqua, 'water' e da /yǒng/. Solito discorso, si noti che /yǒng/ (eterno) rappresenta anche l'acqua. L'ideogramma utilizzato dal GM Yip Man si compone di 8 segni, tre più del precedente, che troviamo sulla sinistra. Anche la pronuncia cantonese è identica: /wihng/. Il significato è spesso connesso al nuotare... Solo i glossari degli addetti ai lavori (i praticanti di Wing Chun) ne riportano il significato di 'bello, radioso, splendente' e, in particolare, si sa che solo il GM Yip Man ne diede tale significato agli occidentali...strano, no?
Attenzione, però, perché alcuni amici cinesi, se pronunciate /wèng/, possono pensare alla traduzione più vicina: 'giarra, coppo, orcio'. Se la /e/ diventa lunga, invece, penseranno a 'vecchio, anziano'. Attenzione alla pronuncia, insomma...
Altre volte, dei Maestri hanno utilizzato l'ideogramma o (pronunciato sempre /yǒng/), di uso più poetico. Sta per cantare, decantare o recitare, narrare in forma poetica. Proviene dagli ideogrammi /kǒu/, la bocca, da /yán/, le parole e da /yǒng/, utilizzato nel suo valore di fluire.
L'ideogramma è composto da 8 o 12 segni ed in cantonese (indovinate un po'?!) si pronuncia sempre /wihng/. Il secondo ideogramma, è utilizzato in connessione con /yán/, che sta per 'parole' (语言, /yǔyán/, infatti, stanno per linguaggio o lingua).
/yán/ è usato anche per 'parlare, dire, commentare'. Viene dall'immagine di un flauto, con la bocca che vi soffia dentro. Originariamente assomimigliava molto a /yīn/, 'il suono'. L'unica differenza era la linea in più che spesso veniva messa dentro al simbolo della bocca, formando nella parte bassa di o .
Come componente di un ideogramma, diventa nella sua forma più semplice, alla sinistra del carattere che vuole accompagnare, come nel nostro caso. Singolarmente, in cantonese viene pronunciato /yihn/.
Molta confusione sotto il cielo? Può darsi. L'importante è capire bene a cosa si fa riferimento quando si parla delle Arti Marziali che utilizzano l'uno o gli altri ideogrammi, perché stiamo parlando di due realtà vicine, ma diverse. Alcune volte di più, altre meno, ma sempre di due stili stiamo parlando, con un'evoluzione autonoma ed una storia solo a tratti condivisa.

venerdì 9 settembre 2022

Cosa ha ispirato "Fight Club" di Chuck Palahniuk?

L'autore Chuck Palahniuk ha avuto l'idea del romanzo per la prima volta dopo essere stato pestato in un campeggio, quando si è lamentato del rumore della radio di un camper vicino. Quando poi è tornato al suo lavoro, era affascinato come nessuno gli abbia chiesto o fatto notare le sue ferite, invece gli fecero le solite domande del tipo: "come è stato il tuo weekend?". Palahaniuk arrivò alla conclusione che il motivo per cui le persone hanno reagito in quel modo era che se egli gli avessero chiesto cosa fosse successo, allora, sarebbe stato necessario un contatto personale, e i suoi colleghi semplicemente non gli importava di comunicare con lui su un livello così personale. Dunque lui fu affascinato da questo "blocco" della società, e ciò divenne la base del romanzo

Palahniuk ha affermato di aver trovato il film come una miglioria la suo romanzo.



giovedì 8 settembre 2022

Tan Sau - 攤手


Uno dei movimenti più comuni del sistema, il Tan Sau, che trovate anche scritto come Taan Sau, in alcune discendenze. Le possibili traduzioni sono molteplici, ma il senso è chiaro e fa sempre riferimento al disperdere o distribuire qualcosa. In Pinyin si trova scritto come Tān Shǒu.
[/taan/] fa spesso riferimento al distribuire, ma viene usato anche per indicare il 'prendere una quota'. Alcune volte è utilizzato per parlare della divisione in parti di un qualcosa, che sia l'energia, un bottino o una quota azionaria.
Si può trovare sia nella forma complessa, che ho riportato poco sopra, oppure nella forma semplice: . Quella complessa è composta da ben 22 segni grafici. La sua pronuncia è /Taan/. La forma semplice, , ha lo stesso significato, ma è composta di soli 13 segni. Deriva dalla combinazione di /shǒu/ e /nán/. Penso non ci sia più bisogno di parlare dell'ideogramma che sta per 'mano', ormai.
La cosa che più mi colpisce di questa ricerca che sto portando avanti è quella di non riscontrare quasi mai la traduzione che ci è stata comunemente data. Il Tan Sau è uno degli esempi eclatanti. A noi è arrivato, attraverso la mediazione inglese (Palm up hand, mano con il palmo in alto), senza alcuna attinenza con il suo senso, né con gli ideogrammi componenti. La traduzione migliore dovrebbe essere mano che disperde o che divide, nel senso proprio del termine. Si fa riferimento, quindi, ad un movimento e non ad una posizione della mano o del braccio, in questo caso.

mercoledì 7 settembre 2022

Che cosa c'è di così bello in Confucio?

Per capire cosa c'è di così grande in Confucio, devi ripulirlo dal fango con cui è stato ricoperto su di lui e capirlo partendo da chi era.

Ricorda che stai parlando del figlio illegittimo di un nobile minore e di un bellissimo musicista. Confucio era un musicista di grande talento, e cantava e suonava musica praticamente ogni giorno, e quando hai musica, devi ballare anche tu, vero?

Confucio non aveva carta. Per scrivere, dovevi tagliare il bambù (molto probabilmente con una pietra affilata), dividerlo, levigarlo (probabilmente con una zanna o una roccia ruvida), quindi arrostirlo sul fuoco. L'ho provato e lascia che te lo dica, anche con una sega e un coltello moderni, c'è davvero un sacco di lavoro!



Il punto è che la lettura e la scrittura non erano l'obiettivo principale del suo insegnamento, semplicemente perché erano molto problematiche. Confucio insegnò ai suoi studenti a cantare e ballare, a calcolare numeri, a tirare frecce, a scrivere ed a guidare un carro. Guidare un carro significava essere in grado di controllare almeno un cavallo che trascinava un carro sulle buche; questo era un lavoro fisico estenuante, quindi gli aurighi dei governanti erano tutti uomini alti e forti. Gli studenti di Confucio potrebbero non essere stati così alti, ma dovevano essere forti e andare d'accordo con i cavalli.

I rituali erano molto importanti nella società. A quei tempi non si poteva avere un rituale senza musica e non si poteva avere musica senza ballare. I rituali erano molto più orientati al corpo di quanto non lo siano oggi. C'erano regole su come entrare per vedere il sovrano, come salutare un ospite e così via, ed erano molto fisiche.

Quindi Confucio non era uno studioso dalla faccia bianca. Doveva essere un insegnante molto carismatico, perché attirava i migliori talenti del momento, e aveva tremila studenti, un numero che non fu eguagliato per secoli, finché la popolazione non aumentò.

Le sue idee erano rivoluzionarie. Ha portato l'istruzione alla gente comune. Chiunque potesse pagare una quota base (束 脩), per dimostrare la propria volontà di imparare, era il benvenuto. Rispettava le persone che facevano lavori umili e le trattava allo stesso modo in cui trattava noti studiosi. Era l'opposto di Socrate, che faceva domanda dopo domanda agli studenti; piuttosto, gli studenti venivano da lui con domande e lui dava loro risposte che generalmente li confondevano. Era loro dovere capire da soli. Quale risposta avessero ottenuto dipendeva da loro, perché persone diverse avevano risposte diverse. Confucio non aveva una "risposta standard" per nessuna domanda. Il modo in cui rispondeva dipendeva dai bisogni della persona che lo chiedeva.

Confucio non era l'idiota obbediente e ciecamente leale che diventarono molti "confuciani" successivi. Ha costantemente sfidato i governanti, chiedendo che aiutassero il popolo. Molto spesso i governanti si arrabbiavano con lui o si stancavano dei suoi continui richiami ai loro doveri verso il popolo, così trascorreva anni a vagabondare, cercando di trovare un sovrano che potesse soddisfare le sue richieste.

Confucio insegnò che il dovere di una persona leale era di interpellare il sovrano quando fosse necessario, e che il dovere di un buon figlio era interpellare suo padre quando fosse necessario. Non ha mai insegnato l'obbedienza cieca.

I primi confuciani sfidavano costantemente i governanti. Anche 荀子 Hsüntze / Xunzi (pochi secoli dopo), che la maggior parte delle persone non considera radicale, disse: 從 道 不 從 君 從 義 不 從 父 Segui il dao, non il leader; segui ciò che è giusto, non tuo padre.

Qualcosa che ho capito ultimamente, leggendo attentamente il decimo capitolo degli Analects, è quanto fosse acutamente consapevole di ciò che lo circondava Confucio. Non era Talete di Mileto, fuori dal contatto con l'ambiente circostante.

Quindi vedi che se leggi attentamente i primi testi, appare un'immagine diversa di Confucio da quella che gli ultimi fuddy-duddies hanno cercato di far passare alle persone.

Sono interessato alla psicologia evolutiva e sono costantemente sorpreso di quanto sia vicina la psicologia evolutiva a Confucio. La sua visione della condizione umana può sembrare che non sia niente di speciale, ma ha davvero capito la natura umana. Non dovrebbe essere ritenuto responsabile delle chiacchiere che le persone gli hanno attribuito molto tempo dopo che se n'era andato.


martedì 6 settembre 2022

Di cosa parla il libro tibetano dei morti

È il famoso Bardo Tödröl Chenmo, noto in Occidente come Il libro tibetano dei morti.

Racchiude gli antichi insegnamenti spirituali tibetani che descrivono il passaggio tra una vita ed un'altra, chiamato appunto Bardo. Il libro infatti spiega che è possibile “sfruttare” questo momento di transizione per dissolversi definitivamente nella Luce e uscire dal ciclo infinito delle reincarnazioni.

Il testo del Bardo Thodol viene recitato dai monaci tibetani al capezzale del caro estinto per accompagnarlo nel suo viaggio che prosegue nelle dimensioni più sottili e per aiutarlo nel momento del trapasso.

Lo scopo è quello di tranquillizzare l’anima che sta per affrontare questo viaggio nell’aldilà e fornirgli istruzioni pratiche per attraversare il Bardo e andare incontro alla “Chiara Luce”.

Sono stati scritti molti libri sull’argomento da parte di psicologi, esperti di regressione ipnotica.